(Steamhammer / SPV) Nel bel mezzo di quell’amalgama stilistico sferzato da glam, punk, metal, blues e rock´n`roll, i Vardis -anzi i Quo Vardis originariamente in tributo degli Status Quo- si formarono lassù nel West Yorkshire alla fine degli anni ’70; le loro influenze erano veramente trasversali diventando uno strano incrocio tra NWOBHM e Motörhead, tanto che il loro sound aggressivo fu di ispirazione per thrash e speed metal, sia in Europa che in Nord America: i Vardis sono infatti citati da nomi di spicco quali Metallica e Megadeth. Una band diretta e sincera, fedele a se stessa, una band che prima di pubblicare un solo album partecipò al mitico ‘Heavy Metal Barn Dance’ nell’estate del 1980 assieme a Motörhead e Saxon, aprendo poi anche per gli Hawkwind. Il debutto fu nel 1981… non un convenzionale disco, ma un live album! Quel live “100 M.P.H.” che divenne famoso per la garanzia di ‘nessun overdub’, fu registrato nel loro intenso ‘100 M.P.H. Tour’ il quale alla fine li portò finalmente in studio per la registrazione del vero debutto, “The World’s Insane”, lavoro al quale fece seguito un altro tour che li condusse perfino al ‘Heavy Metal Holocaust’ assieme ad Ozzy Osbourne e i Motörhead. Il seguito fu dimostrazione di fermezza: l’etichetta li voleva più ‘pop’, più come i Van Halen, ma loro si rifiutarono e, contemporaneamente, il front man e chitarrista Zodiac (Stephen John Hepworth) entrò nella top 15 mondiale dei chitarristi grazie a Sounds Magazine. E avanti con i tour: UK, Europa come headliner in promozione del secondo disco “Quo Vardis”, un disco che uscì dagli schemi del metal, integrando sassofoni, cornamuse, mandolini, pianoforti… e una collaborazione con Andy Brown degli… Status Quo! Ovviamente questa mossa, che oggi suonerebbe succulenta, decisamente ‘prog’ o ‘avant garde’, all’epoca non fu presa bene dalla stampa metallara. Qualcuno di ampie vedute c’era, ma non era la maggioranza. Seguirono pause forzate, battaglie legali con il management, cambi di line up, la pubblicazione del poco interessante “Vigilante” e l’abbandono del progetto da parte di Zodiac, il quale si ritirò apparentemente anche dalla dal mondo della musica. Poi a metà dello scorso decennio eccoli ritornare! Torna Zodiac, esce l’album “Red Eye” con l’attuale etichetta, senza perdere la famosa imprevedibilità che li porta questa volta a suonare con i Napalm Death, confermando che la musica dei Vardis va oltre gli stili, trascendendo sia il genere che il tempo. A marzo del 2020 il mondo stava per finire in quella baratro dal quale non è ancora riuscito a risalire… ma in Oxford Street, a Londra, i Vardis salirono sul palco, per due ore, con un pubblico proveniente da tutta Europa: questo è il doppio album “100 M.P.H. @ 100 Club”; questi sono i Vardis dal vivo dopo quel mitico live album di quaranta anni fa. E ora, come allora, è confermata la solita garanzia: nessun maledetto overdub!

(Luca Zakk) Voto: 9/10

Track listing:
CD1
01. Out Of The Way 3:10
02. Steaming Along 3:21
03. Paranoia Strikes 2:10
04. Situation Negative (Boogie Blitz) 5:37
05. Red Eye 3:41
06. Dirty Money 3:06
07. Mods & Rockers 5:25
08. Don’t Mess 2:55
09. Shoot Straight 4:22
10. Move Along 5:35

CD2
01. Destiny 3:05
02. The Lion’s Share 3:04
03. Radio Rockers 3:38
04. The Loser 5:47
05. Head Of The Nail 3:45
06. Jolly Roger 4:33
07. Let’s Go Again 3:21
08. 100mph (I won’t Go To Hell) 9:15
09. If I Were King 5:20
10. Living Out Of Touch (encore) 3:17

Vinyl bonus track:
11. 100 Soundcheck 2:58 (bonus track)