(Mind’s Eye Music / Cargo Records UK) Vinnie Moore sta benissimo, del resto a soli 56 anni non potrebbe essere altrimenti. Il chitarrista americano e storica chitarra degli UFO, pubblica un nuovo album solista nel quale il suo strumento viaggia a briglie sciolte, affiancato da musicisti di altrettanta maestria. Moore è considerato tra i capiscuola dello shred guitar, cioè di quel modo di suonare lo strumento da funamboli tecnici, che in certi casi ha prodotto anche dei megalomani. Non è il caso di Moore che è altra pasta, lui è leggenda. Il suono della sua chitarra è scintillante, graffiante, le melodie costruite sono un fiume di cose, di situazioni e note, di umori e sensazioni. Il tutto è un giusto impasto di rock, hard rock, blues, prog, fusion. Il tocco è raffinato ed energico, tecnico e istintivo. Vinnie Moore è un alternanza di cose che possono essere l’una l’opposta dell’altra! Richie Monica, è alla batteria, lui che suona con Papa Chubby e non solo. C’è il leggendario Rudy Sarzo al basso. E a lui si aggiunge anche Jordan Rudess dei Dream Theater alle tastiere. Eppure non sono i soli in quanto Moore ha reclutato altri bassisti, come la sua vecchia conoscenza Michael Bean, e tastieristi, come John Cassidy e il batterista John Pessoni. In “Soul Shifter” figura di tutto, come il funk rock di “Kung Fu Grip” e quello ricco di feeling di “Funk Bone Jam”. Figurano anche due tributi, uno a Carlos Santana con “Brother Carlos”, e l’altro, “Gainsville Station”, è per Steve Gaines. Il secondo è un pezzo formidabilmente veloce e pulito. Piace molto “Across the Ages” che ha qualcosa di Steve Ray Vaughan. Un lavoro strumentale, un qualcosa di vivo, allegro, come anche nell’unico pezzo calmo, “Soul Rider”, Moore costruisce un’atmosfera ariosa attorno a una tecnica che è maestria pura.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10