(Hammerheart Records) Due anni dopo l’album d’esordio “Shark Attack” preceduto da una solida serie di demo nel 1989, gli strampalati, estremi, rivoluzionari Wehrmacht incidono il loro secondo album intitolato “Biērmächt”. Con un nome pescato dalle forze tedesche degli anni del nazismo, loro che sono di Portland, stemperano ogni riferimento al regime pur giocando con il tedesco. La band che definiva il loro stile ‘beercore’, per questo secondo album reinventa il nome Wehrmacht per un tributo, anche visuale grazie alla fantastica copertina, appunto alla birra quanto e alla stessa voglia di fare baldoria. Se “Shark Attack” è di una velocità spaventosa e di un estremismo sbalorditivo, un autentico manifesto di stile, “Biērmächt” si presenta come una sovversiva rivisitazione del thrash metal quanto di certi modelli all’epoca estremi. L’album è un percorso con ondeggiamenti di stile, cambi di ritmo e di prospettiva da parte del riffing che sembra fondere le migliori tendenze del tempo. Slayer, Metallica e così via non sono che una parte di questo guazzabuglio di forza, velocità, assoli fulminanti, progressioni di pattern e riff che franano in esplosioni, in scherzi, in bordate punk, in cose di stampo newyorkese tenendo però sempre ben salda la scuola della Bay Area. Neppure mezz’ora e i Wehrmacht mettono in scena hardcore, grindcore, thrash metal e tanta proverbiale ironia per definire il tutto un crossover che pochi altri riusciranno davvero a creare. Stessa mente, stesse intenzioni ma risultati diversi tra questi due album dei Wehrmacht, con il primo decisamente più irruento, oggi ristampati dalla Hammerheart Records. La ristampa di “Biērmächt” (quella di “Sharck Attack è recensita QUI) prevede i formati doppio CD, vinile e cassetta. Il formato doppio CD vede l’album, dei relativi pezzi demo, prove del 1986 e sei pezzi live presi al Pine St. Theatre ma di un concerto del 1989 e non del 1986 come invece è incluso nella ristampa di “Shark Attack”.

(Alberto Vitale) Voto: 10/10