(Bakerteam Records) Incorniciato da un’altra delle splendide copertine di Felipe Machado Franco, il debut dei toscani Wind Rose è stato prodotto da Cristiano Bertocchi dei Labyrinth, e si offre all’ascoltatore come un concept fantasy (ormai una rarità, di questi tempi!). Ben 16 le tracce in scaletta, molte delle quali sono brevi intermezzi che tengono insieme la storia. Ecco “The endless Prophecy”: power/prog grintoso, serrato, sempre pervaso da un’aura medievale… che finalmente gli eredi dei Thy Majestie di “Hastings 1066” siano fra di noi? In quest’ottica è perfetta “Siderion”, con le sue atmosfere genuinamente celtiche; e la charmante ballad “Son of a thousand Nights” ha quasi dei toni da soundtrack. “The fourth Vanguard” si presenta più spigolosa fino alle meravigliose armonie vocali della conclusione; la lunga “Majesty” si concede invece (è facile intuirlo dal titolo) atmosfere più solenni ma anche più distese, sempre con grande attenzione per la musicalità del refrain e con un bel suono retrò di tastiere. Anche “Led by Light” è un fiume che trascina con sé l’ascoltatore verso epiche avventure: per la precisione verso la suite conclusiva “Closet o the End”, che arriva ad undici minuti. Soprattutto in questo brano si evidenzia quanto il piano e le keys siano fondamentali nel sound dei Wind Rose: il pezzo procede in più punti con un mood medievaleggiante, che si alterna a sezioni più scopertamente progressive e a un solo di chitarra (attorno all’ottavo minuto) che (per mia gioia!) mi sa molto di metallo classico. Un esordio positivo sotto tutti gli aspetti, che piacerà sia ai fan degli Angra che a quelli dei Rhapsody of Fire.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10