(High Roller Records) Erano già tornati agli onori della cronaca nel 2013, con “Axe To Grind” (recensione qui); altri otto anni di attesa (che non mi sembrano pochi…), e gli storici heavy metallers danesi Witch Cross ci propongono un nuovo disco in studio. Subito il brano che dà il titolo al disco, oscuro ma dotato comunque di un buon tiro: Mercyful Fate (ma è scontato dirlo) e qualcosa tipo Cloven Hoof o vecchi Diamond Head mi sembrano i referenti fondamentali. Va invece con un riff ultraclassico e pesante “Marauders”; interessante “The Chosen One” grazie a una proficua mescolanza con i toni di un hard rock energico. La passerella continua con il singolo “Phoenix Fire” e il suo labirintico riff NWOBHM; “Siren’s Song” ha addirittura qualche spunto che definirei progressive, mentre “Last Rites” ha un giro, ispirato, da ultimi Rainbow. La conclusiva “Warrior”, dal canto suo, vanta un intermezzo etereo, quasi da rock sperimentale: non si può dire che i nostri non abbiano voluto variare il songwriting! I danesi hanno evidentemente deciso (e lo dicono anche nella cartella stampa) di smarcarsi dal loro passato degli anni ’80… la nuova direzione intrapresa non è affatto disprezzabile, ma difficilmente piacerà ai fan di vecchia data.

(René Urkus) Voto: 7,5/10