PLEONEXIA – “Break all Chains”
(Pure Underground Records) ‘Philosophic metal’ è la definizione che i torinesi Pleonexia utilizzano per descrivere la propria musica. Non ho a disposizione i testi (cosa tanto più disdicevole in questo caso) per valutarne il tasso speculativo, ma dall’opener autotitolata direi che, almeno sotto il profilo del sound, siamo di fronte a un heavy/power abbastanza roccioso e con (altro…)
(Beyond Productions/Masterpiece) Avevo già sentito parlare dei Plateau Sigma perché “White Wings of Nightmares”, come autoprodotto, ha già circolato più o meno un anno e mezzo fa nell’underground italiano; oggi il disco torna in auge sotto la tutela della Beyond Productions e la distribuzione della Masterpiece. Prescindendo dalla produzione un po’ economica, che purtroppo impedisce di apprezzare
(Pulverised Records) I messicani Putrefact arrivano dall’unione di musicisti dei Disgorge, Ravanger e Havavitz e questo 7” è l’esordio assoluto. “We Were Deceased” e “II” sono due canzoni di puro death metal alla Grave. Roboanti suoni, puliti e intensi che devastano l’ascoltatore. Tipica voce arsa, ai limiti del growl e con riverbero. “We Were Deceased” veloce e sparata a mille,
(Hellthrasher Productions) Il nome di A.Death e del suo progetto Putrified gira già da qualche anno. Dopo due album ecco il secondo EP “Sacrilegious Purification”, altra blasfema, iraconda, folle espressione di un metal che racchiude death, black metal e qualcosa vicino al crust-grindcore. Pezzi sfrenati, estremi, torbidi ma altamente comunicativi nel riffing che si dimostra una colata irruenta
(Iron Bonehead) Moniker non inedito per questa nuova band che diffonde oscenità e violenza dal Belgio. Si sono formati nel 2012, e ad agosto del 2013 hanno registrato questo demo tape (sottolineo tape…). Fedeli ad un sound che richiama componenti thrash/death, producono un black viscerale, spietato, assolutamente lontano da elaborazioni e complicazioni tecniche: qui c’è
(Iron Bonehead) Un 7” che propone da un lato i cileni (sono della splendida Viña del Mar) i quali nei primi 30” sembrano una sequenza di Godflesh, Napalm Death, Grave e Dismember e i loro compatrioti (della Capitale) Eaten Alive, altra death metal band.
(Southern Lord Release) Pensa te, la Southern Lord che ripubblica il primo ed epocale album dei Poison Idea. Una delle principali incarnazioni del punk che è divenuto poi hardcore, grazie a Big (in tutti i sensi) Jerry A. e il compianto Tom “Pig Champion” Roberts. All’epoca, 1986, l’album venne messo sul mercato dalla Pusmort Records e ricordo ancora un mio carissimo amico
(Steamhammer / SPV) E’ ancora il tempo dei Pro-Pain? Gary Meskil (basso e voce) è l’unico rimasto dalla fondazione della band; Dan Richardson (batterista e co-fondatore) lasciò poco prima dei 2000 e il bravo Tom Klimchuck non molto tempo fa. La band ha mutato la sua identità, ma il quattrodicesimo album dei Newyorkesi è hardcore/metal allo stato puro, cioè fatto con cadenze
(Spinefarm Records) Lasciate che inizi lamentandomi: chi definisce i Protest the Hero come una band progressive metal non capisce assolutamente niente di musica. I canadesi, che ci propongono oggi il loro quarto album, suonano un mathcore spesso intricato con evidenti elementi metalcore: e lo fanno anche molto bene, devo dire, anche se a questo “Volition” manca quella scintilla
(Candlelight) Il ritorno, l’ennesimo, della storica band olandese probabilmente aprirà i consueti dibattiti virtuali e che tanto buoni sono per farsi due risate, sul feedback che si genera tra chi scrive la recensione e chi la commenta. Si da il caso che le ultime prove dei Pestilence – la band si sciolse nel 1994 e solo nel 2008 riprese formalmente a funzionare- hanno fatto il pieno di giudizi
(Autoproduzione) Immaginate dei vecchi amici. Il prodotto di amicizie nate verso i venti anni e che dopo altri venti anni sono ancora lì. Come si comporta nel tempo l’amicizia? Di cosa vive? Di tante cose, di tante esperienze e dei momenti che l’hanno prodotta e prolungata, trasportata nel tempo. A 40 anni l’amicizia dei Picea Conica è appunto una band, concentrata in un metal
(Spider Rock Promotion) I napoletani Poemisia hanno prodotto davvero un signor debut! “La Danza degli Spiriti” è infatti il loro primo full-“length” (segue all’ep “L’occulto Desio” dell’anno scorso) e offre una ventata di freschezza e originalità in un genere inflazionato come il symphonic gothic metal, che ormai molti appassionati snobbano a prescindere. Che errore sarebbe, in questo
(Inverse Records) Prog/modern metal in questo ep dei finlandesi Psychema, che si riaffacciano sul mercato dopo il debut “The Entry Point”, dello scorso anno. La titletrack, presente anche in versione radio edit, si manifesta con un giro estremamente melodico contrappuntato da tastiere: un metal dai chiari connotati nordici e un groove commerciale ma non per questo disprezzabile.
(Moonlight Records) La Moonlight Records è un’etichetta giovane, ma che sa certamente il fatto suo: i dischi che produce e distribuisce, fatta eccezione per un unico caso, mi hanno sempre colpito in positivo per la qualità e soprattutto per l’originalità della proposta. Gli esordienti Primo Vespere non fanno eccezione a questa bella regola: nonostante alcune piccole incertezze, dovute
(Sweet Poison Records) Dopo una assenza piuttosto lunga (cinque anni), si riaffacciano sul mercato i toscani Progressivexperience, che negli anni 2000 ci hanno regalato un paio di ottimi dischi di prog rock raffinato e cangiante. Il nuovo “Inspectra”, la cui durata supera di poco l’ora, ci presenta la band in ottima forma e vede pure il ritorno del primo singer Giovanni Valente. “1958” ci introduce
(UKEM Records) Selvaggio, brutale, spietato. Black metal diretto, sporco, ma anche se ricco di una componente melodica interessante ed una struttura dei pezzi mai monotona, sempre avvincente. Band estrema concepita da due fratelli inglesi i Primitive Graven Image hanno dovuto combattere per avere ciò che meritano. Il loro debut album “Traversing The Awesome Night” del 2007 non fu ben supportato dalla label originale, e questo ha portato successivamente ad un accordo con la mitica UKEM Records, label
(Svart Records) La Svart Records è un’etichetta finlandese che copre un ampio spettro di generi, dal doom all’avantgarde passando per il gothic. Nel loro rooster c’è anche l’artista neofolk Mikko Pöyhönen, che in questo suo secondo album propone dodici brevi brani in cui si esibisce, da solo, alla voce e alla chitarra acustica. Una musica assolutamente essenziale, per apprezzare la quale sarebbe necessario conoscere anche i testi: ma dato che sono tutti in finlandese, devo purtroppo confessare di non avere
(Target Distribution / Mighty Music) Importante passo avanti per i Danesi Plöw. Album di debutto, full length, prova pratica di devastazione sonora. Rispetto all’EP “Bicentennial Picnic” di oltre un anno fa, la band ha raffinato il suo suono, rendendolo più corposo, più sensuale, più tecnico… anche se sempre brutale, fondato su uno sludge/stoner spietato, scatenato, irresistibile. Le chitarre ritmiche sono feroci, estremamente heavy, mentre dei tocchi melodici rendono l’esperienza dinamica, pungente,
(High Roller Records) I Protector nacquero a Wolfsburg nel 1986, sono dunque figli dei primi passi dell’ondata thrash metal tedesca e infatti questo nuovo album, il primo dal 1993, lo dichiara apertamente. Nel 1994 la band si prese una pausa di riflessione, ma nel 2005 il cantante e membro originario Martin Missy, decise di darsi una mossa e ripartire, ma di farlo con lo svedese Carl-Gustav Karlsson (batterista nel giro di Grief Of Emerald e Mastema), Michael Carlsson (chitarrista, altro Mastema) e poi con l’aggiunta
(Cyclone Empire) Erano gli anni ’80 e vollero darsi il nome di Pentagram, poi dopo molto tempo scelgono di chiamarsi Pentagram Chile, per distinguersi, si narra, rispettosamente dai doomsters americani, e ben più noti, Pentagram. I Cileni solo adesso arrivano a sfornare un vero e proprio album in studio, dopo una sequela di piccole produzioni e una vita nell’underground. Eppure di loro spesso si è sentito parlare, nelle fanzine e siti web amatoriali, insomma nelle nicchie underground.
(Blast Head Records) Emirati Arabi Uniti, non proprio la culla del death metal ma non ha importanza. Si, i Perversion vengono dall’assolato paese arabico e “Pillars of the Enlightened” è il debutto, il quale segue un EP. I tre musicisti si cimentano appunto nel death metal, quello di tipo muscolare, ottuso nella sua violenza, fatto di tappeti ritmici che si alzano e si abbassano nei toni, mentre nella velocità e aggressività sono pressoché costanti. Riffing di natura classica, molto lavorato però.
(Autoproduzione) Doveva arrivare il grande passo per i Perceverance. Andava compiuto. Dopo l’EP (più un demo a dire il vero,
(Ektro) Combo finnico arrabbiatissimo e quasi quanto i Discharge, perchè i Perikato ricordano proprio la storica band hardcore inglese. “KovatAjat” è un mini EP di nove canzoni tutte segnate da una marcia invasata e rabbiosa, portata avanti da voce, chitarre e base rimtica a testa bassa e con ostinata aggressività. La batteria segna alcuni passaggi in blast beat, i quali sembrano un mitragliare devastante e rendono ancora più sconquassante
(Bakerteam Records) A causa del cambiamento di 4/7 della lineup, i Pursuing the End del 2013 sono ben diversi da quelli dell’anno scorso (che ho recensito
(Listenable) A mio avviso i Panzerchrist sono tra le migliori band estreme in circolazione. Magari non hanno l’appeal di altri fenomeni del genere death/blackened, ma non mi si controbatta alla qualità che i danesi hanno sempre manifestato nei loro pezzi. Questo settimo lavoro (ofefnsiva, che titolo superbo e minaccioso) squarcia un po’ le tematiche estreme e pone sonorità più malleabili, meno serrate, meno cupe,
(Transcending Obscurity) La cartella stampa parla chiaro: un massacro dove nessun uomo rimarrà in piedi. Rimarranno solo ossa e polvere. Descrizione perfetta per un death metal devastante, tecnico, veloce, fulmineo. Una tortura sonora travolgente che rende questa band polacca un esempio di totale devastazione, annientamento, massacro. In poco più di mezz’ora scatenano un inferno inimmaginabile, un abisso
(Autoproduzione) Malvagità senza compromessi. Una costante sensazione di vicinanza agli inferi percettibile durante questi cinquanta minuti abbondanti caratterizzati da un black metal poderoso, ricco di groove, ricco di idee, circondato da tastiere sulla scia dei vecchi Dimmu Borgir, di Emperor, di Naglfar. Molta melodia coinvolgente, molta ritmica attraente, rendono “The Faustian Disciplines”
(W.T.C. Productions) Malvagio. Violento. Ispirato dall’oscuro. “Surrealist Satanist” non lascia spazio a nessun senso di pace, di pietà, di calma. I blacksters tedeschi, ormai con molti anni di attività sulle spalle, ritornano con il terzo full length il quale rimane fedelissimo ad uno stile cattivo, sporco, pieno di riff malati e veloci,
(Autoproduzione) “Ascent” è il secondo EP per questa band russa, mentre il precedente prende a nome quello della formazione. La direzione dei Promise To Take è vicina al death-thrashcore con alcuni lievi flussi di metalcore, soprattutto per alcuni breakdown o qualche inserto melodico nei ritornelli. “Cold Blood Poetry” è una
(Erga Editions) Un teatro del Metal. Deve essere l’idea fissa di questo strambo artista italiano (precisamente di Genova) che già nell’ormai lontanissimo 1980 (annus mirabilis) aveva intitolato il suo primo disco “Perseo Miranda and His Theatre “. Il disco infatti riprende le sonorità del Precedente “Firmament” del 2011, e il tratto
(Autoproduzione) Per Fredrik Asly, in arte Pellek, è un giovane vocalist norvegese che, nel suo paese, si è fatto notare con l’apparizione a programmi televisivi dedicati ad artisti emergenti. Canta inoltre nei Damnation Angels, band che ho recensito
(Napalm/Audioglobe) La Napalm deve puntare moltissimo sul suo nuovo acquisto Powerwolf: pensate che fra i vari formati in cui è venduto il loro quinto disco, “Preachers of the Night”, c’è anche una ‘altar edition’ di sei chili, completa di doppio cd, doppio vinile, card autografata, candele nere e non so cos’altro! I lupi tedeschi,
(Sociopathic Sound Records) Zozzi e marci. Sporchi e irriverenti. ironici e fottuti! Grinders di Birmingham che per 17’ in questo EP senza titolo spaccano i timpani con grindcore annacquato da brutal death metal e bordate crust. Alcuni brani introdotti da scherzi telefonici, con a tema la parola “pig”, tanto per rendere
(My Kingdom Music) Non ha importanza sapere chi ha etichettato i PTSD come alternative metal, ma l’impressione è che la band italiana viaggi negli schemi di un progressive leggero e che gioca ad alternare scenari, atmosfere e melodie. Incrocio di stili e sonorità attraverso strutture comunque moderne.
(Vic Records) Anni e anni fa l’Olanda possedeva un manipolo di band metal di tutto rispetto o addirittura epocali (Asphyx), cioè hanno dato qualcosa di concreto alla scena, altre invece sono state celebrate come delle promesse, ma il tempo le ha dimenticate perché scomparse dopo una breve vita o poco prolifiche.