Mentre nell’aria c’è atmosfera di ripartenza, Metalhead ha contattato un artista molto apprezzato dalla redazione, Bruno Masulli, infaticabile leader di almeno cinque diversi progetti metal: in particolare, con lui discutiamo dell’imminente nuovo disco degli In Aevum agere, che va nelle profondità dell’Inferno dantesco… buona lettura!

MH: Salve Bruno, bentrovato! L’ultima volta che ci siamo confrontati (QUI) “Canto III” era appena stato pubblicato. A circa due anni di distanza, qual è la tua percezione di quel disco? Sei soddisfatto? L’accoglienza è stata quella che ti aspettavi?
BM: Ciao a te e a voi tutti di Metalhead. Beh, posso dirti che avendo avuto una gestazione molto lunga, quando è uscito, per “Canto III” provai senz’altro una grande soddisfazione. Pronto a proporre i brani dal vivo e sicuro di una cosa se non altro, che gli sforzi profusi sarebbero stati apprezzati. E devo dire che, come per gli altri lavori, anche se stavolta si affrontava un contesto particolare, l’accoglienza è stata più che mai positiva, se escludiamo magari qualche purista che ovviamente storce il naso quando i canoni non sono del tutto conformi.

MH: So che è vicina la pubblicazione del nuovo disco della band, stavolta, se non sbaglio, dedicato all’ultimo canto infernale… cosa puoi anticiparci?
BM: Sì, siamo in fase di missaggio. Era da tempo, questo subito dopo la pubblicazione di “Canto III”, che mi balenava l’idea di dedicare altro materiale all’Inferno di Dante, che mi ha del tutto appassionato. E inoltrandomi nel dettaglio nella lettura degli ultimi canti ho constatato che ancora tanto c’era da dire e da un riff ne sono nati di getto altri, come spesso mi capita, in principio soffermandomi sull’incontro di Dante con Lucifero e intitolando l’intero disco “Emperor Of Hell” e poi via via, come del resto lo è stato per “Canto III”, ho tratto spunto da altre sezioni dell’Inferno che ritenevo fossero più che degne di nota.

MH: Il singolo “In Phlegethon”, uscito nel 2019, farà parte del disco o resterà a sé stante?
BM: Sì, “In Phlegethon” sarà inserito nel nuovo disco in una nuova versione, anticiperà un brano che descrive proprio il luogo in cui Dante e Virgilio si trovano in quel momento, presso i centauri che sono a guardia appunto del fiume di sangue dove sono puniti i violenti contro il prossimo. Secondo la mitologia greca esso è un fiume di fuoco ma Dante lo personalizza, sostituendo il fuoco con il sangue bollente. Diciamo che il singolo uscito nel 2019 ha tutti i connotati di una pre-produzione, una sorta di demo. La sua versione definitiva farà parte del nuovo disco.

MH: E cosa pensi, in generale, delle celebrazioni dantesche di questo 2021? Il tuo disco esce intenzionalmente in quest’anno e si unisce ai festeggiamenti?
BM: Penso che sia una forma fondamentale per rendere un poeta eterno, e ciò andrebbe fatto con tante altre iniziative e per tanti altri grandi artisti del passato, ed è stata una bella coincidenza il pubblicare un disco ispirato alla “Divina Commedia” quasi in concomitanza con l’anniversario dei 750 anni dalla sua morte. In ambito musicale abbiamo dato il nostro contributo e certamente, anche se, per ovvie ragioni, la musica che suoniamo non apre facilmente possibilità di partecipare a salotti culturali se non in ambiti meramente evocativi, ciò almeno è espressione di un linguaggio universale che dovremmo tenerci ben stretti, quale è la musica.

MH: Pensi che sarà possibile promuovere ‘normalmente’ il disco? Cosa ti aspetti dai prossimi mesi in termini di ripresa delle attività live e delle usuali procedure del mercato musicale?
BM: Mah guarda, per ora noi, come ogni band che ambisce, in tutto e per tutto, alla realizzazione della propria musica, ci impegniamo alla concretizzazione di questo nuovo album, che è decisamente un passo in più rispetto al predecessore, e il lavoro non è trascurabile. Poi è naturale sperare che lentamente le cose tornino alla normalità, ce lo auguriamo tutti, ma soprattutto, che tornino anche meglio rispetto a prima.

MH: Curiosità: il vostro ultimo concerto è stato questo del 21.02.20 che abbiamo pubblicizzato (https://www.metalhead.it/news/in-aevum-agere-il-21-febbraio-a-napoli/), quindi a soli 15 giorni dall’inizio del famigerato primo lockdown? Cosa ricordi di quella serata?
BM: Beh, fu un concerto ove ancora si respirava aria di normalità, credo che la gente in generale si sia resa conto delle restrizioni soltanto quando si è vista costretta a stare a casa. Ma era una cosa alla quale tutti non eravamo ancora abituati.

MH: Non perderei l’occasione, allora, per informarmi sui tuoi altri progetti: so di un singolo uscito non molto tempo fa per gli Annihilationmancer… cosa si muove su quel fronte?
BM: Sì, diciamo che i singoli in generale sono delle anteprime estratte da lavori, che nel mio caso, sono in fase di pre-produzione. Album in sostanza pronti per una produzione definitiva, ma che per il momento devo accantonare poiché, essendo oramai il factotum di tutti i miei progetti, devo aspettare il momento opportuno per poter, soprattutto per quanto riguarda il lato finanziario, investire in questo o in quel full length.

MH: E per quanto riguarda I Miti eterni, fra tutti forse il tuo progetto che ho più a cuore? Anche lì siamo fermi ai singoli di ormai tre anni fa… qualcos’altro in preparazione?
BM: Beh, nonostante tutto, le mie radici thrash mi portano sempre a mettere come riferimento maggiore Annihilationmancer, e sul versante doom ovviamente gli In Aevum Agere, anche se vado un po’ a fasi, ma dei miei progetti non esistono né side-project né settori preferiti, tutte queste sfumature, tutti questi stili che ho espresso in questi anni, tra demo, ep, album e singoli, più una miriade di idee e di altri progetti che ho in cantiere e che invece di declinare aumentano, fanno parte del mio background e tutte hanno la loro importanza. De I Miti Eterni ho talmente tanto materiale in pre-produzione che avrei l’imbarazzo della scelta su quale lavoro proporre prima. Ma autofinanziarsi un disco è molto impegnativo, le etichette vogliono il master bello e fatto e allora occorre aspettare i tempi giusti per ogni produzione e attendere di smaltirne altre.

MH: Anche con i Power beyond e con gli Et Signvum erat ci sono state piccole pubblicazioni negli ultimi due anni… la domanda allora è: tenere assieme cinque progetti musicali, soprattutto di questi tempi, è una impresa facile, difficile, impossibile…? Quanto delle tue energie e del tuo tempo è investito nelle tue produzioni artistiche?
BM: È senza dubbio un’impresa e il mio tempo è completamente dedicato alla musica. Per i Power Beyond (altro progetto che ho deciso di proseguire da solo, dopo che l’ultima line up si è definitivamente dispersa) e gli Et Signvm Erat, vale lo stesso discorso. Ogni cosa a suo tempo e quando sarò in grado di investire in nuove produzioni mi dedicherò, per quel che mi è possibile, ai progetti ai quali vale, in quel momento, la pena di prestare attenzione. Per quanto riguarda i Power Beyond, posso dirti che è in fase di registrazione un nuovo ep, si intitolerà “Timeless Time” e include 4 pezzi inediti e fungerà da apri pista per l’album d’esordio.

MH: La conclusione dell’intervista spetta naturalmente a te… grazie per il tuo tempo e a presto!
BM: Voglio ringraziare te e la redazione di Metalhead per l’opportunità, con l’augurio che il contesto underground possa aver sempre più risalto e rispetto.

(Renato de Filippis)