Ad aprile vi dissi che la La Go Down Records non se ne sta mai ferma (qui). Era maledettamente vero, è un qualcosa di ben visibile, sotto gli occhi di tutti. Non solo pubblica molti dischi ma ama proporre il suo piccolo ma intenso fest, a base di sonorità pesanti, siano esse con i toni cupi del doom o con la rabbia furibonda delle sonorità più scatenate.

L’edizione di Pasqua, presso l’Altro Quando in provincia di Treviso, fu strepitosa… ma dovette subire sia il maltempo che l’assenza delle due bands più importanti del bill: i Messa… e pure coloro chiamati a sostituirli: gli Stormo!

Il fest si svolse ugualmente, il biglietto calò di prezzo e lo sballo delle serate fu pienamente garantito comunque.

Ma, in chiusura, l’organizzazione promise di recuperare la data dei Messa appena possibile, dando poi vita a questo SPIN OFF del fest… e non solo con i Messa, nuovamente chiamando anche i ‘sostitutivi’ Stormo, oltre ad altre quattro band che, dal pomeriggio, hanno animato una giornata ed una serata semplicemente fuori di testa.

E davanti alle promesse mantenute dalla Go Down, appare quasi vergognoso il mio ritardo… il quale mi ha portato a perdere i primi gruppi della giornata, colpevoli solo di aver suonato in pieno pomeriggio, con la luce… mentre io sento di appartenere alla vecchia scuola, quella che esige il rock’n’roll forte e rumoroso solo con il calare delle tenebre.

Infatti, al mio arrivo la presenza di pubblico era già consistente… con un crescendo di affluenze costante, proporzionale solo al carico di lavoro dei due banchi bar attivi (oltre a quello della cucina e quello di amari e caffè!). C’è poco da aggiungere: se i fest italiani sono famosi per cibo e bevande a prezzo accessibile solo con un cazzo di finanziamento da pagare dopo le due prossime edizioni, questo fest all’Altro Quando ha mantenuto prezzi ‘standard’… un ottimo investimento considerati i consumi esagerati: insomma, qui si viene per ascoltare musica e bere. Oppure per bere, ascoltando musica. Fate un po’ voi.

I Bleeding Eyes mi sorprendono con la loro immagine tanto lo-fi quanto geniale: il loro doom pesante, la loro tecnica (specie della chitarra solista), il modo favoloso di suonare e vivere il proprio strumento del bassista e soprattutto del batterista e quella disturbante performance vocale e recitativa del vocalist! Ho preso una decisione: da ora recensirò sempre IO -qui in redazione- i loro prossimi dischi! I miei colleghi sono avvisati!

Foto: Monica Furiani Photography

Gli Stormo sono una furia, una forza della natura: il loro sound è travolgente, necessita fortunatamente di un volume illegale… una delle realtà hard core più pungenti! E poi, quel loro spettacolo richiede pogo, esige una dosa di grinta, di rabbia, di ribellione… oltre che ad una quantità di alcol indecente… la quale non è assolutamente mancata!

Foto: Monica Furiani Photography

I Messa sono ormai una garanzia: un concerto intenso per una dimensione sonora che sa essere la perfetta combinazione tra misticismo etereo e rock settantiano, tra doom decadente e metal classico… con musicisti fantastici ed una vocalist semplicemente unica. Dopotutto questi ragazzi si esibiscono ovunque, dal club al grosso fest e, in curriculum, vantano esibizioni ovunque, in moltissimi paesi, in eventi quali il Desertfest di Berlino, o il prestigioso Roadburn Festival… concerto che ha portato alla pubblicazione di “Live at Roadburn” (recensione qui). Una band che l’anno scorso si è esibita almeno sessanta volte -una media di cinque concerti al mese-…. mentre in questa metà del 2023 tale media sembra in decisa crescita. Se vogliamo vederne la bandiera, ecco, sono un orgoglio italiano: peccato che all’italia non importi nulla di queste realtà… cosa che per fortuna non intacca la meritatissima visibilità di questo grandioso gruppo!

Foto: Monica Furiani Photography

I Messa, io, li seguo ormai da sette anni; da quando non li conosceva nessuno; a quando saltarono fuori dal nulla con l’iconico “Belfry” (recensione qui).

Fui tra i primi a rendermi conto della loro genialità. In varie occasioni scrissi di loro, recensendo i loro lavori, fin dai tempi dei loro primi passi nell’underground, quando nel loro piccolo interagivano con la gente normale, sui social o rispondendo a mail o messaggi.

Scommisi (e vinsi) che una band simile DOVEVA finire in una etichetta quale la finlandese Svart Records.

E, finalmente, dopo tutto questo tempo, sono riuscito a godermeli dal vivo! Dopo rinvii, dopo contrattempi di ogni tipo, dopo varie dittature sanitarie… ora che non sono più ‘piccoli’, ma sono roba che scotta. Che bello aver avuto ragione. Che bello vedere questa conferma. Grandioso vedere come siano cresciuti stilisticamente e musicalmente.

Vedete, i Messa sono giovani. Stanno vivendo un sogno. QUEL sogno. Vantano grandi capacità e, davanti a loro, c’è un territorio vergine da conquistare, c’è una strada senza fine da percorrere con impeto, andando sempre avanti, verso il prossimo successo.

Alla fine il fest inizia a dissolversi: quando la voce eterea di Sara viene portata via dalla brezza della sera… mentre quel fiume alcolico non cessa ed il DJ set impazza rockeggiando in maniera irriverente. Quando i ricordi diventano un po’ vaghi, focalizzandosi solo su quella lancetta dell’orologio che vagava libertina tra le 3 e le 5 del mattino. Ed ecco che Il MAXIMUM FESTIVAL si rivela in tutta la sua bellezza: la sua dimensione piccola ed intima, tuttavia con il suo essere grandioso e di gran lunga più coinvolgente di altri festival con un orario di fine ben lontano da essere nella notte inoltrata.

Perché, lo ribadisco, il rock esiste di notte, nel periodo di massima attività soprannaturale, in quella dimensione spazio temporale dentro la quale il rock’n’roll vive, respira e prolifica… alimentando le fiamme infernali di un festival sublime e geniale come questo!

(Luca Zakk)