NOITASAPATTI – “Sankarin matka”
(Inverse Records) Una storia tra sogno e realtà sviluppata attraverso sette pezzi, costituisce il secondo album in carriera dei finlandesi Noitasapatti, avventurieri del black metal che viene tratteggiato con apie porzioni atmospheric, melodie spesso di fattura pagan o viking e qualche passaggio doom. “Sankarin matka” proviene da una dimensione sonora (altro…)
(InsideOut Music/ Sony Music) Il 30 settembre 2003 i Jethro Tull pubblicarono il ventunesimo album intitolandolo “The Jethro Tull Christmas Album”. Fu un momento importante nella storia della band britannica perché per i successivi diciannove anni circa non pubblicò alcunché. Sedici canzoni nelle quali il menestrello del rock e capo in testa
(Gates Of Hell Records) Il ‘true heavy metal’ germoglia a Detroit ma non da oggi. Infatti i Demon Bitch si formano in quella città nel 2011 e da allora hanno pubblicato un po’ di cose ma in particolare solo due album. Proprio “Master of the Games” è il secondo e manifesta un puro heavy metal, nella sua forma più classica con diverse parti dove chitarre 
(Nordvis Produktion) Örnatorpet è un valido esponente di musica strumentale di taglio ambiente e atmospheric o, per dirla alla maniera delle etichette che si affiabbiano, dungeon synth artist. Artist si, perché tutto ciò è la creatività del solo Anders Ragnar, musicista svedese che recupera le tradizioni della propria terra d’origine e le trasferisce in
(Debemur Morti Productions) L. Oathe, multistrumentista e parte di Desolate Shrine, Convocation, Ordinance, e il cantante M. Malignant, parte di Corpsessed, Tyranny, Profetus, sono i titolari di Pestilent Hex, con il quale pubblicano il secondo album a due anni dal precedente “The Ashen Abhorrence”. Con l’evocativo titolo 
(Unholy Conspiracy Deathwork) È “Moritat” l’ultimo album dei Der Rote Milan, il seconod in carriera, ed è stato pubblicato nel 2019. Da allora la band tedesca ha pubblicato un EP nel 2020 e ora questo “Schlund”, il quale confeziona poco oltre 22 minuti di black metal dalle tinte fosche, nelle quali le chitarre fraseggiano trame, melodie letali e oscure
(Fiction / Lost Music / Universal / Polydor / Capitol Records) Il quattordicesimo album dei The Cure si intitola “Songs Of A Lost World”. La band nasce a Crawley in Inghilterra nel 1976. Resta forse la vera e unica formazione di un periodo che ha offerto al mondo la malinconia, sogni e incubi, frustrazione e angoscia, il cinismo e la poeticità di una scena
(Osmose Productions) Dagli anni ’90 a oggi Christophe Chatelet promulga il verbo del black metal senza stravolgerlo nei suoi significati e tenendosi fedele ai suoi principi. Pur tuttavia con “For Those Who Stay” i Gorgon vedono un suonare più pulito, meno raw ma sempre con quell’impronta di classicità, con una produzione attenta, distorsioni ben
(Trollzorn Records) Con un nome del genere è prevedibile pensare che gli Apostasie scaglino i loro testi contro l’istituzione ecclesiastica. In effetti è così’, però il lato concettuale e dunque testuale lo rimandiamo in fondo. La musica è il black metal fatto con buoni connotati melodici e qualche melodia che sembra avere un retroterra folk. Black metal e 



(Selfmadegod Records) Circa ventidue minuti di devastante e cinica violenza, esibita da una band che il grindcore lo suona a perdifiato. Ass To Mouth pestano, vanno veloci però intervallano queste sfuriate con brevi ma corrosive e incendiarie sezioni di thrash-crust. Quattordici pezzi incasellati che creano un’ondata dirompente, nella quale il muro 
(Inverse Records) Finlandia, folk e black metal sono i tre elementi che formano questo album di debutto per Metsän Alttari di proprietà di Janeski. Finlandese appunto, lui recupera le tradizioni sonore della propria terra e le infonde in queste composizioni, sette con l’iniziale intro all’album, le quali sono abbastanza pulite, ordinate nella loro forma 
(Massacre Records) Una band mai troppo uguale a sé stessa, invischiata appunto nella bramosia di toccare più stili, derivando il proprio suonare da cose anche lontane tra loro. Gli spagnoli Dark Embrace si presentano con un nuovo album che non tradisce questa loro voglia così famelica, sincera e in fin dei conti ben controllata di essere così
(Hammerheart Records) Una copertina epocale, degnamente ritratta da Álvaro Valverde, un titolo eccellente, “la triste situazione di Lucifero”, sono un insieme invitante per l’appassionato medio di death metal. La band danese pubblica il suo ottavo full length a cinque anni dal precedente, attraverso un buono stato di forma. “Sad Plight Of Lucifer” è
(Darkness Shall Rise) Trym Torson, uno dei più grandi batteristi della scena black metal norvegese. Ha suonato con gli Emperor, Enslaved, Satyricon, Zyklon e altri ancora. Appassionato di cinema, tanto da essere coinvolto nell’ambito di produzioni cinematografiche e come attore, la sua attenzione verso i film lo ha portato proprio a questo
(Sleeping Church Records) Trovo ammirevole il coraggio dei The Bottle Doom Lazy Band, per il semplice fatto che, in un’epoca dove la musica è generalmente usa e getta e fatta di brani brevi e semplici, la band francese se ne frega e con coerenza si ostina a proporre composizioni decisamente lunghe ed articolate, dal riffing estremamente lento e pachidermico.
(autoproduzione) Il duo black metal 



(Dusktone) È stato pubblicato in settembre “Non Auro Sed Ferro”, il debut album degli Vltor che presenta musica che assorbe la tradizione culturale mediterranea e il paganesimo dell’antica Roma. In sostanza gli Vltor sono intenti a usare il passato della nostra area geografica come protagonista del senso di ciò che suonano. Nel debut
(autoproduzione) L’Irlanda del Nord, fredda e ancestrale quanto gotica e misteriosa è la terra che ha dato i natali ai 


(Napalm Records) Pochi giorni dopo l’inizio del loro tour insieme a Sirenia come co-headliner, e gli ospiti nostrani Genus Ordinis Dei, i Xandria pubblicano questo EP con contenuti abbastanza corposi. Quattro nuove canzoni, un rifacimento della title track dell’ultimo album e le rispettive versioni orchestrali delle quattro composizioni di cui
(Season Of Mist) Ci hanno fatto aspettare quattro anni per una nuova mazzata, riflettendoci su però è comprovato che i Defeated Sanity dopo avere pubblicato album ogni tre anni, proprio dall’ultimo “The Sanguinary Impetus” i mostruosi macellai del death metal erano già passati a quattro anni d’intervallo tra un lavoro e l’altro. Poca importanza, il