(Argonauta Records) Dopo una lunghissima pausa di otto anni, i torinesi escono con una nuova fatica discografica. Ormai possiamo definirli dei musicisti navigati vista l’esperienza accumulata sui palchi e direi che si sente tutta nelle tracce dell’album, un lavoro impostato su sonorità moderne ma vagamente andanti verso lo stoner più contemporaneo. La voce mi ha ricordato quella dei Linkin Park ma più incazzosa, anche se le sonorità sono decisamente estranee al gruppo citato. La argonauta confeziona un disco ben registrato e prodotto, le canzoni sono molto ben strutturate e comunque dal genere proposto non si pretendono chissà quali voli pindarici. No, qui si naviga in territori tutto sommato facili ed immediati nell’ascolto, dove si punta soprattutto sulle sensazioni immediate date da canzoni molto adatte alla sede live. Certo, non sono le sonorità a cui sono abituato, ma va dato a Cesare ciò che è di Cesare e gli italiani fanno bene il loro lavoro con trasporto e passione ma anche con tecnica e professionalità. Penso che se saranno in giro ad esibirsi andrò a vederli…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10