(Sliptrick Records) Con una immagine ironica, a metà fra il true metal e il post-apocalittico, i milanesi Heavy Generation danno vita a un debut frizzante e coinvolgente, che rilegge con stile e buone capacità i cliché del metallo classico grazie a un songwriting mai scontato e sempre sul pezzo. Heavy sporco e vagamente punkeggiante, nel puro stile dei Motorhead, per l’opener “Born to rock”, che ha pure un intermezzo NWOBHM; spicca più volte l’ugola d’oro di Marco Giannini, in forza anche ai Derdian. “Fire Steel Metal” ha il tocco caciarone degli inni manowariani, mentre di “Blood and Sand” ricorderete subito l’’immortal Glory’ rievocata nel refrain. Immancabile in dischi di questo tipo è il mid-tempo pachidermico e ritmato, che in questo caso risponde al nome di “Path of Denial”. Il gioco si fa poi epico, prima con la titletrack e poi soprattutto con “Warriors”, degna dei Majesty più oltranzisti. E nel finale ci facciamo piacere pure “March to the Grave”, che non saprei quanto possiamo giudicare una parodia e quanto un omaggio per “Blood of the Kings” dei Manowar. A mio modesto parere, un’ottimo modo per suonare h/m classico alla fine degli anni ’10!

(René Urkus) Voto: 8/10