copfatalimpact(Nadir Music) Sono norvegesi ma non suonano generi estremi: una vera rarità! I Fatal Impact hanno una lunga storia alle spalle ma soltanto due album all’attivo, e questo è il primo che attira l’attenzione di una etichetta, la Nadir Music di Trevor dei Sadist. Vediamo allora nel dettaglio le dodici tracce che compongono questo disco. “A new Era” è un po’ impastata nel suo svilupparsi fra power e progressive, e anche “Where the Alders grow” è un po’ stiracchiata. Molto meglio la fluviale e sostenuta “Silent December”, che ha anche un ritornello più orecchiabile; bene anche le arcigne “The blind Man’s Eye” e “A View to Hell”, mentre “Under the Stars” ha un pesantissimo finale doom che c’entra poco con il resto del pezzo. “Verity of Splendor”, dal canto suo, arriva a toni post-rock, quasi da Porcupine Tree: tutto molto bello, ma che c’entrano con il disco? Per fortuna la conclusiva “Funeral” torna ad atmosfere che non esiterei a definire epic/prog, ma è come se i Fatal Impact, per essere originali, abbiano voluto inserire in una scaletta già abbastanza lunga (il disco arriva alla fine a 65 minuti) anche brani che c’entrano ben poco con lo stile del disco. Il risultato è, devo dirlo, abbastanza incerto. Molto bella invece la copertina, che meriterebbe una edizione in vinile.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10