Dang(No Remorse Records) Non è stoner, non è doom, non è prog, non è heavy metal classico: è il sound sui generis dei Däng, che ci regalano con questo “Tartarus: the darkest Realm”, il loro debutto, un ottimo disco di metallo plumbeo e soffocante, incredibilmente capace di appagare il defender anni ’80 senza scontentare chi invece si sente più vicino alle sonorità della decade successiva. I sette brani, tutti di lunghezza considerevole (ci attestiamo in media sui sette minuti), sono legati a figure ed episodi ‘infernali’ della mitologica greca: a cominciare dalla martellante “Sisyphus”, con il suo riff pesante e la sua interpretazione vocale molto Kyuss (se non Queen of the Stone Age). “Titans” ha una prima parte relativamente veloce e tirata, ma il break è veramente mefistofelico e asfissiante; “Danaides” parte su epiche chitarre acustiche ma si trasforma in corso d’opera in uno spettacolo di distorsioni. Molto bella la conclusiva “Tantalus”, che si chiude in una confusione sonora (certamente ‘voluta’ e ‘provocata’) che sfiora la cacofonia. In rete scarseggiano le informazioni su questi debuttanti della North Carolina (forse la dieresi nel monicker crea problemi ai motori di ricerca), ma anche senza sapere molto della loro storia, alzo il mio pollice in favore di questo “Tartarus”. E complimenti per la copertina, sembra il solito mostraccio ma in realtà mi sembra molto evocativa.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10