(Abyss Records) I Radition Sickness iniziano la carriera alla fine degli anni ’80, nell’Indiana, ma si muovono prevalentemente su un piano underground, realizzando due demo e altrettanti EP e split. Esce solo ora il loro primo full length, dopo uno scioglimento consumatosi almeno venti anni fa. Il tempo per i Radiations si è fermato, “Reflections of a Psychotic Past” è in buona sostanza un death metal crudo e dozzinale, senza troppi fronzoli e produzioni laccate. Un album che è figlio di un death metal spietato e datato, ancora parzialmente contaminato dal thrash metal più estremo e brutale. Un drumming con un rullante uguale ad una latta di metallo, una doppia cassa triggerata da schifo! Il riffing è corposo, veloce come una saetta oppure è spesso cupo come un tuono. Questa band statunitense, dal nome che ricorda una famoso pezzo dei loro connazionali Repulsion, suona con forza ma anche attraverso una purezza, ovviamente datata, e una tecnica decisamente accattivanti. Ricordano i Cryptic Slaughter, i Master, ma anche i primi Obituary e quando manifestano progressioni thrash/hardcore riprendono schemi arcinoti e ancora più vecchi, ma sempre di sicuro effetto. A distanza di poche canzoni dall’inizio (già dalla terza “Tripping in the Seas of Madness”) si inquadra il loro stile, fatto di death metal oscuro ma lineare e scaglionato da parti quasi crossover. Del resto l’album include un remastering dell’EP “The Other Me”, del 1990, il quale mette in mostra un band decisamente in debito con l’hardcore, tanto da toccare punte alla Suicidal Tendencies., infatti basterebbe ascoltare i primi 15” di “Escape to Insanity”. Ai limiti del plagio! Tuttavia l’EP è davvero utile per capire come la band abbia saputo maturare ed esprimersi poi, anni dopo lo scioglimento, attraverso un death metal puro e cattivo. Probabilmente “Reflections of a Psychotic Past” è una release più per i nostalgici, ma un suo indiscutibile valore artistico è innegabile.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10