(Pure Steel Records) “Doors of Perception” era un ottimo disco, per cui stento assai a riconoscere i Gallows Pole in questo “This is rock”, nono album della loro ricchissima discografia: le canzoni sono incredibilmente piatte e prive di ispirazione, gli elementi new wave delle precedenti uscite sono assenti, e si fatica davvero a trovare qualcosa che spicchi. “Summerdays” si risolve nel suo refrain: la novità è la presenza, accanto ad Alois Martin Binder, della singer Dina Höblinger. In “Midnight Gambler” l’interpretazione di Binder si fa sorniona, con abbondanza di parti parlate e un dialogo diretto con l’ascoltatore: l’effetto non è dei migliori. In “When I sleep” si fa maggiormente sentire Dina, ma il suo tono, per quanto adatto al sound, non è forse il più vispo e vibrante; “When you love” parte come una ballad ma si irrobustisce in corso d’opera, chiudendosi con un grintoso assolo… se vogliamo, possiamo salvarla come apice del disco, ma “This is rock” è stato davvero un passaggio a vuoto per questa band attiva da 45 (!) anni.

(René Urkus) Voto: 5/10