(Earth and Sky Productions) Registrato addirittura nel 2009, ma pubblicato soltanto dieci anni dopo (a parte alcuni brani resi disponibili su vari EP in questo lasso di tempo), il quarto full-length dei rumeni GOD è pagan metal nella sua accezione originaria: un genere oggi quasi scomparso, a causa delle sue sempre più frequenti contaminazioni (soprattutto con il black), ma che talora si ripresenta ancora sul mercato, per la gioia di tutti coloro che lo ascoltavano nella (ormai lontanissima) seconda metà degli anni ’90. Gli est-europei sparano subito gli undici minuti di “Chemarea Strămosilor (The Call Of Ancestors)”: una lunga intro di synth cede il passo prima a una fase stentorea, cantata con enfasi da Constantin Lăpusneanu, quindi a una accelerazione fintrolliana densa di strumenti tradizionali; il coro è comunque marziale e impostato, il break acustico ha il flauto in bella evidenza. Ci si sposta in taverna con “Licoarea Zeilor (Ayle, Nectar Of The Gods)”, ed è una allegra ballata caciarona anche “Datina Mesagerului (The Messenger’s Rite)”; tribale, a tratti frenetica “Legea Pământului (The Code Of The Land)”, ma il top dell’epica pagana lo raggiungiamo con la più oscura, a tratti arcana e feroce “Triburile Infioratorilor Codrii (Tribes Of The Frightening Forests)”, per la quale – fatta salva la differenza del cantato – non è fuori luogo invocare gli Skyforger. Chiude la tracklist una buona cover di “Alma Mater” dei Moonspell. Disco interessante quanto arcano e fuori dal tempo.

(René Urkus) Voto: 7,5/10