(High Roller Records) Di solito mi capita di ascoltare band che sono britanniche, ma suonano americane; di rado avviene il contrario… i Legendry, di Pittsburgh, Pennsylvania, sono la felice eccezione. Questo trio riesce a dare una sua ottima interpretazione dell’epic metal anni ’80! L’acustica “The Bard’s Tale”, magica e antica, serve a creare la giusta atmosfera per entrare nel disco; la svelta “Vindicator” ci delizia con un assolo che sa di Wishbone Ash degli inizi. La titletrack è meravigliosa: passa da un flauto che sa tantissimo di King Crimson (sento proprio delle assonanze con le melodie del brano “In the Court of the Crimson King”) a un lungo assolo per il quale direi addirittura Kansas! “The Lost Road” arriva ai livelli di psichedelia dei primi Cirith Ungol, quelli di “Frost and Fire”; “Sorcery’s Bane” si lancia invece in un epic metal molto Pagan Altar, e nel brano emerge anche un violino distante e arcaico. “Behind the Summoner’s Seal” mescola prog, epic e speed, tanto che – ma i suoni, sia chiaro, sono diversi – un paragone potrebbero addirittura essere i nostri Dark Quarterer; organo hammond, suoni radicalmente settantiani, passaggi epicamente stentorei alla Manilla Road sono la miscela vincente di “Earthwarrior”, epos di undici minuti che chiude degnamente questo disco fuori dal tempo. I testi sono peraltro ispirati a un racconto scritto dal singer Vidarr. Album assolutamente vincente!

(René Urkus) Voto: 8/10