(Xtreem Music) Il 2022 è al suo quinto mese e Rogga Johansson è già al suo ennesimo album pubblicato o annunciato per l’uscita. Il chitarrista svedese di Paganizer, Revolting, Necrogod e così via, da anni si compiace nell’inflazionare sia se stesso che il mercato discografico. Un’inflazione fatta certamente anche di buone cose, come la collaborazione nell’album solista di Paul Speckmann – pubblicato come Speckmann Project e recensito QUI – , per il quale ha scritto il materiale e ovviamente suonato la chitarra ritmica. I Ribspreader sono uno dei suoi progetti più interessanti, almeno per chi scrive. “Crypt World” è il nono album con questa band che vede ora oltre a Rogga anche Taylor Nordberg, chitarrista che entra a fare parte dei Deicide ma nei Ribspreader ci è da qualche anno, e Jeramie Kling, batterista anche lui in formazione dal 2016 proprio come Nordberg, noto tra gli altri per le sue rullate con Inhuman Condition. Johansson per “Crypt World” si è occupato anche del basso e, come sempre, è al microfono. A grandi linee “Crypt World” è piuttosto incline al thrash metal, pur con un suono fresco ma feroce, con momenti possenti eppure non tinteggiati di un death metal canonico. Anzi, si avverte qualche influsso hardcore punk, come nella sezione centrale di “Slasher’s Night Out” ad esempio. Le stilettate del riffing sono variegate, nei pezzi ma nella sostanza seguono andature ordinate, pulite, tutto sembra ben in sequenza e senza mostrare sbavature di sorta. Il lavoro alle pelli di Jeramie Kling è un sostegno ritmico preciso al riffing delle sei corde e con pochi e brevi contrappunti. “Crypt World” con la sua vena thrash/death metal e i suoni marcati e chiari, non offre sostanziali novità e questo non è neppure una notizia vista la serialità di album che Rogga produce ogni anno. A conti fatti però tutto viene suonato in maniera impeccabile, forse solo la voce lascia qualche dubbio: quel growl estremamente profondo alla lunga appare piatto e forse viene anche sommerso dal resto. Un album suonato nei toni di un death metal stemperato dal thrash e con una dose sostenuta ma non esagerata di stile svedese. Anzi, forse questo album a suo modo è meno ‘swedish’ di altre cose fatte dai tre e dallo stesso Johansson.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10