(Metal Nation) Gli irlandesi Stormzone pubblicano con questo “Lucifer’s Factory” il loro sesto album: sono passati tre anni dal buon “Seven Sins”, la cui recensione vi condurrà anche ai platter precedenti. Seguendo quindi la carriera di questa band dagli inizi, mi sento di poter dire che siamo di fronte a uno dei loro prodotti più deboli… e ve lo illustro analizzando la scaletta. Al riff priestiano della titletrack si contrappone l’andamento folkeggiante di “Cushy Glen”, dedicata a un celebre bandito ottocentesco; l’arrembante “Albhartach” è invece intitolata al vampiro che, sembra, ha ispirato la figura di Dracula, ma è meno convincente il chorus troppo già sentito di “We are strong”. Un tocco di oscurità in “Hallow’s Eve”, mentre ha un atteggiamento hard rock “Your Hell falls down”; ma la scaletta non riesce sempre a mantenersi su livelli alti (si pensi agli spudorati richiami maideniani di “In for the Kill”). La ballad acustica “Time to go” sugella un platter che mostra luci ed ombre e, pur non demeritando troppo, non convince neanche appieno. Certamente uno intoppo momentaneo per gli Stormzone, artigiani di buone capacità e capaci di creare musica longeva.

(René Urkus) Voto: 6,5/10