(earMUSIC) Li avevo dati per dispersi: sono passati sette lunghi anni dall’ultimo “Eternal” uscito nel 2015 (recensione qui)! No davvero, non mi sarei aspettato un altro disco dalla storica band finlandese, fino a quando agli inizi dell’estate non hanno iniziato a girare le voci sul ritorno di un quintetto nel quale militano musicisti completamente diversi da quelli degli albori (metà anni ’80), anche se ormai costanti da almeno un decennio. Davvero: cosa ci si può aspettare da un band come questa che ha segnato la storia? Per chi ha la nostalgia dei primi quattro dischi, allora i tempi sono cambiati e… da molto tempo! Epoca ormai andata anche per chi amava Tolkki alla chitarra… e album come “Episode” o “Visions” non si possono più fare, appartengono alle pagine indelebili della storia della musica. Rimane tuttavia il fatto che dietro questo moniker ci sono ancora elementi grandiosi, come un vocalist mostruoso come Timo Kotipelto, un tastierista leggendario come Jens Johansson, un talento della sei corde come Matias Kupiainen e una divisione ritmica possente come quella composta dal bassista Lauri Porra e dall’ultimo arrivato, il batterista Rolf Pilve, comunque in line up da un decennio. Dentro “Survive” non bisogna cercare la rivelazione, l’innovazione, il nuovo trend: se così fosse sarebbe un genere musicale diverso da quello per il quale gli Stratovarius sono famosi; dentro “Survive”, dentro questo lavoro di pregiato melodic power metal, bisogna ricercare dettagli e raffinatezze derivanti solo da un’esperienza mostruosa: canzoni tecnicamente perfette, con hook, riff e arrangiamenti favolosi, un senso melodico unico, ritmiche fulminee ma ricche di poesia, cori avvincenti, linee vocali poderose ed una tecnica che mette in mostra il virtuosismo di tutti i membri della band. Ed ecco le taglienti “Survive” e “Demand”, avvincenti arrangiamenti ed orchestrazioni di “Broken” o della grintosa e suggestiva “Firefly”, due dei brani che solo Timo può cantare con questa efficacia. Potente e ricca di richiami allo stile classico della band la favolosa “We Are Not Alone”, intensa e sognante “Frozen in Time”, uno dei pezzi più efficaci del disco. Apocalittica e ricca di significato “World on Fire”, avvincente “Glory Days”, intensa e ricca di musicalità la power ballad “Breakaway”, prima della chiusura rappresentata dal senso glorioso di “Before the Fall” e della lunghissima “Voice of Thunder”, una suite provocante di oltre undici minuti. Con una dettagliate e bellissima copertina che richiama molti dei temi trattati, specie quelli legati ai cambiamenti climatici e all’impatto dell’umanità sul pianeta, “Survive” è da ascoltare, da godere, da scoprire. I dettagli, poi, emergeranno lentamente, lasciando che sia l’ascoltatore ed il suo stato d’animo in quel preciso momento ad aprire la mente verso l’uno o l’altro particolare. Un album che non si sovrappone agli altri dischi della band, che non cambia direzione, che ribadisce piuttosto che aggiungere concetti alla storia artistica degli Stratovarius. Un disco maestoso, raffinato, capace di regalare ogni emozione che questi finlandesi sono sempre stati in grado di elargire in quasi quaranta anni di storia, ad oltre tre decenni da quel rivoluzionario “Fright Night”, capostipite -tra vicende e cambi di line up- di un impero composto da ben 17 album in studio!

(Luca Zakk) Voto: 8/10