BLEEDING EYES – “Gammy”
(Go Down Records) Lo stoner è davvero una brutta bestia. Se ti prende ti porta in mondi lontani, deserti artici e paesaggi boreali. Poi, finito il disco, ti risvegli come da un viaggio durato un’eternità e ti vien subito voglia di chiudere gli occhi, accendere lo stereo e ripartire. I nostrani Bleeding Eyes sono bravissimi nel (altro…)
(UDR Music/ADA) C’è una cosa per la quale Tommy Bolin non dovrebbe mai essere dimenticato: avere suonato la chitarra in “Spectrum” di Billy Cobham. Era il 1973 e aveva 22 anni. Jimi Hendrix era morto da tre anni e la sensazione che qualcuno potesse prendere il suo posto non l’aveva nessuno. All’epoca
(Buil2Kill Records) Ricordo ancora quando recensii “The Gate of Nothing”, l’esordio dei lombardi Betoken: un heavy/power abbastanza complesso, vario e a tratti molto coinvolgente. Ammetto di non aver seguito troppo la band in questi dieci anni (!): la ritrovo ora,
(Pure Prog Records) La Pure Prog Records, subetichetta della più nota Pure Steel, si muove poco sul mercato, ma lo fa decisamente bene: ecco entrare a far parte del suo rooster gli amburghesi Bleeding, che esordiscono sulla lunga distanza, dopo un ep tre anni fa, con questo “Behind transparent Walls”.
(Qua’ Rock Rec.) Lorenzo Meoni ha creato qualcosa che fonde il concetto di musica strumentale, le atmosfere tra il futuristico cinematic metal, il techno thrash, il prog metal e qualche altra sfumatura più o meno evidente.
(SixSixSixMusic) Quarto album per gli Inglesi Baalberith, band inizialmente orientata verso un death/black metal, per poi orientarsi verso sonorità prettamente black oriented, con chiari riferimenti ad acts come Emperor, e primi Behemoth. L’opener “Quest For Satan” ha un andamento lineare, con ritmiche dalla velocità piuttosto elevata e un buon riffing, mentre la voce è maligna, uno screaming che sconfina
(Qua’ Rock Records) Musicista, compositore, insegnante, arrangiatore, ovvero Gabriele Bellini. Chitarrista toscano, padre della Qua’ Rock Records attraverso la quale presenta diciotto pezzi* realizzatui nell’arco di trent’anni. Il funambolo della sei corde tocca
(Nucelar Blast) Un hard rock pulsante da parte della band di Los Angeles formata da ex membri di Thin Lizzy e Megadeth, la quale giunge così al secondo album. E’ innegabile che l’act continua la storia hard rock di Thin Lizzy, visto che la line up è rappresentata da Scott Gorham, Ricky Warwick, Damon Johnson e Marco
(GhostRecordLabel/Crashsound Distribution) Particolarmente sfuggente il sound dei Beergasm. La comunione d’intenti dei singoli musicisti e le loro idee e derivazioni musicali, prendono forma in questo demo con quattro canzoni nelle quali il thrash si affianca al rock, allo speed metal e all’heavy. Molte idee, diverse
(Mighty Music/Target) Ventotto Luglio 2014. Sette dannatissimi mesi fa. E dove diavolo era questo album? Nel mucchio. Sotto gli altri. Diavolo, noi ne recensiamo troppi, ed ogni giorno ne arrivano di più. Davvero, non mi frega davvero se leggerete queste parole (ammesso lo facciate) mezzo anno dopo la release: quello che mi disturba è che IO mi ascolto
(Indie Recordings) Un black metal diretto, viscerale, troneggiato da un growl possente, essenziale, che a volte ricorda grandi nomi della scena norvegese, terra di origine di questa one man band che è stata recentemente in tour con … i Mayhem. Blodhemn è forse l’ideale congiunzione tra un riffing thrash ed un concetto black metal: dal primo attinge un riffing
(Target Records) Da Copenaghen, i Bite the Bullet ci fanno immergere appieno nella psichedelia anni ’70. La prima traccia “Desire” sicuramente farà venire in mente a molti i primi King Crimson, quelli più tranquilli e atmosferici. Già nel secondo brano però qualcosa cambia: la componente più tipicamente rock emerge con energia e vien quasi da pensare ai Beatles imbastarditi con i The
(Steel Gallery) La Grecia è ancora il santuario di certo heavy metal vintage, rimasto ai suoni e alle atmosfere degli eighties: che sia un bene o un male, signori, è così. I Bandemonic (
(Sixsixsix Music) Ti fan salire la cattiveria ed il pessimismo questi Born Undead. Certo che con questo nome non ci si aspetta di sicuro di trovare del Glam, quindi via di batteria schiacciasassi, zero melodia e avanti con testi truculenti e malsani.
(Iron Bonehead) Ci sono giornate in cui maledici il mondo e vorresti vederlo bruciare. Giorni in cui tutti si fanno i maledetti fattacci propri e tu invece te ne vai a lavorare, ingabbiato nel meccanismo dei turni festivi… In questo tipo di giornate ti senti nero, incazzato e vorresti qualcuno al tuo fianco, ma
(Iron Bonhead) Sono mille gli esemplari di questo 7” che racconta di una band del Texas che suona un death metal sepolcrale e torbido. Chitarre dalle distorsioni zanzarose, voce fatta di un growl profondo e torvo, gutturale. Variazioni melodiche e strutturali piuttosto classiche.
(Nuclear Blast) Dove eravamo rimasti? Ah si, “At the Edge of Time”, cinque anni or sono. I Blind Guardian non lasciano mai niente al caso, e state pur certi che se tanto è passato dall’ultima fatica in studio dei tedeschi non si tratta certo di pigrizia. Siamo forse di fronte al platter con la gestazione più lunga
(Suspiria Records) Che sorpresa questi spagnoli! Secondo EP dopo una prima buona prova nel 2012, ora questa release che racchiude 4 brani i quali vi faranno tornare alla mente i tempi d’oro del thrash della Bay Area. Ma non solo, visto che il combo galiziano incide su disco una cattiveria di testi ed una velocità di esecuzione che mi ricordano molto da vicino i sottovalutatissimi Nocturnal Breed (anche
(Nuclear Blast Records) Per ben due volte, in occasione dei precedenti full-“length” (
(Unique Leader) Primo full length per i Perugini Bloodtruth, nati nel 2009 come side project di Paolo Rossi e Francesco Paoli dei Fleshgod Apocalypse, ai quali si è unito il chitarrista Stefano Rossi Ciucci, unico membro superstite di quella line up. Fin dall’inizio, il gruppo si allontana dalle sonorità della band
(Cold Raw Records) St. John’s è in Canada ed è la capitale di Newfoundland e Labrador, la città è ubicata nella penisola di Avalon e guarda verso l’atlantico e l’Europa. È il primo pezzo di Canada che si trova venendo da oriente. Avamposto. St. John’s non
(Terror Noise Records) Ultimamente stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di bands thrash metal, molte delle quali provengono dal Bel Paese. Sono in molti a bollare questo rinnovato interesse come l’ennesima moda passeggera alla quale accodarsi. Chiacchiere da bar, dove tutti sono esperti, un po’ come nel calcio, in cui sono tutti quanti sono
(Saturnal Records) Crudele brutalità dalla Finlandia. Il black metal dei Blood Red Fog, oltre ad essere violento e privo di modernismi, ha una caratteristica marcatamente instabile, uno stato di pazzia che aleggia durante tutti questi trentasei minuti, uno stato folle evidenziato da una produzione sporca, asfissiante e da un
(Grindhead Records) L’Australia e l’Oceania in genere sono sempre state a margine della scena metal, se si escludono alcuni casi isoati, come i mitici AC/DC o i power metallers Pegazus. Ultimamente, però, sembra che qualcosa si stia muovendo, visto che ultimamente si stanno moltiplicando le uscite dalla terra dei canguri, come i thrashers Harlott, i grinders
(Pure Steel) Apparsi sulla scena alla fine degli anni ’90, gli statunitensi Born of Fire (di Phoenix, Arizona) si ripresentano all’appello dopo una assenza piuttosto lunga: il loro secondo full-“length” è un concentrato di us power metal molto tosto e quadrato. I membri della formazione hanno un grande
(Breaking Records) Le note promozionali li presentano come dei veterani dell’heavy metal, e effettivamente il primo embrione degli austriaci Blind Petition risale addirittura al 1974: però nella loro musica c’è poco (se non niente) di metal con la M maiuscola. Il settimo full-“length” della band,
(Argonauta Records) Torna la one man band slovena con il suo carico di decadenza, sofferenza, malinconia. Agonia. Ancora una volta, come per il precedente lavoro, oltre un’ora di malvagità e toni cupi, oscuri, privi di speranza. “Helen” è perversa. Contiene un respiro malvagio, un alito putrefatto che
(SPV) I Battleaxe sono tornati da qualche anno in attività (
(Punishment 18 Records) Interessantissima uscita da parte della sempre attiva Punishment 18 Records, label Italiana dedita principalmente al thrash metal. I Baresi Burning Nitrum propongono, per l’appunto un thrash metal in pieno Bay Area style, ricco di accelerazioni devastanti, stop & go, riffs grattati e grandi assoli. Gli amanti di Vio-Lence, Exodus
(Nuclear Blast) La lunga attesa è finita: in attesa di “Beyond the red Mirror”, che sarà pubblicato il 30 Gennaio 2015, i Blind Guardian danno finalmente alle stampe il singolo apripista, “Twilight of the Gods”. Si tratta di un brano di circa cinque minuti dallo spiccato carattere progressivo, con le solite
(Nordvis) Sono nuovi, in uno scenario di blacksters tradizionali che si muovono attraverso una storia ultra ventennale. Sono svedesi, in uno scenario originale dominato dalla Norvegia. E fanno black metal a Göteborg, città fulcro di altri filoni nella vasta galassia del metal. Ma sono speciali. Intelligenti. Intensi. Integrano ispirazioni che trovano radice in un black che divaga su folk ed ambient, senza dimenticare la
(Minus Head Rec.) Qualsiasi cosa suonino i Black Map sembrano essere la sintesi degli ultimi vent’anni di musica. Mi spiego: avete presente il grunge e le sue ultime fiammate? Vi ricordate dei primordi dell’alternative rock degli anni 2000? E quel modo di fare nu metal alla System Of A Down oppure dell’alternative metal di oggi?
(Blood Harvest) Della sana e spietata brutalità dal Belgio con questo EP 10” empiamente concepito dai Bones, bands formatasi nel 2011. Le fondamenta della band trovano origine in un crudele old school death metal, genere al quale rimangono morbosamente fedeli. Fedeli anche nei principi: qui non ci sono
(AFM Records) Carriera assai singolare, quella degli svedesi Bloodbound: band che seguo dagli inizi con un misto di amore e odio. I nostri partirono benissimo con “Nosferatu” (2006), un misto di NWOBHM e power scandinavo che convinceva al primo ascolto; ma da quel momento, hanno praticamente
(Revalve Records) “Symptoms of a Common Sickness” è stata la testimonianza palese delle buone capacità dei Black Therapy, quartetto romano dedito al melodic death metal più classico e ripreso anche in questo nuovo EP. Una piccola pubblicazione ma di grande valore “The Final Outcome”, registrato al 16th Cellar Studio insieme a Stefano Morabito (Eyeconoclast e Fleshgod Apocalypse. Sono quattro le canzoni; la title track mostra da subito una prevedibile cadenza