Foto, pensieri liberi, esperienze, storie, filosofie del metallo, retroscena della nostra passione e del nostro lavoro: concerti, musica, esperienze e non ultimi i libri.
ARCTURUS + VULTURE INDUSTRIES + KRAKOW @ Locomotiv. Un altro pianeta. (3.5.2015)
Intensa serata al Locomotiv di Bologna. I gruppi sul palco sono senza definizione. Unici. Speciali. Non è metal in senso puro. Ma lo è in senso esteso. Non è black metal, ma forse le origini sono quelle. Non è prog, ma ne integrano tanto. È pura espressione artistica. Ed il Locomotiv è risultato essere la location perfetta per un simile evento.

Pur non avendo mai seguito con attenzione la loro carriera, ho sempre ritenuto gli Evergrey come una delle realtà più interessanti d’Europa in ambito power/progressive metal. Da quando, nel 1999 ho ascoltato il loro 
(Tsunami Ed.) La prefazione di questo testo della Tsunami Edizioni è praticamente universale: è la storia di tanti di noi e di come ci siamo avvicinati metal. L’approccio è passato attraverso situazioni a volte casuali oppure strambe, ad esempio su come ci si procurava la musica, oppure sul tipo di supporto per l’ascolto e degli amici che ce lo fornivano.
“Ti farò conoscere Serj”. Così aveva detto e, siccome la sua determinazione nel fare le cose è spaventosamente grande, prima o poi doveva accadere.
(Tsunami Edizioni) Vorrei definire questo libro il “manuale definitivo per l’uso e la comprensione degli Scorpions”. Anzi, credo che questo è stato il titolo ufficiale fino alle ovvie firme con le case editrici! Martin Popoff è il perfetto signor nessuno: ha poco più di 50 anni, faceva un lavoro
“Necrosi.”: s. f. [dal lat. tardo necrōsis, gr. νέκρωσις, der. di νεκρός «morto»]. – In patologia, complesso di alterazioni strutturali irreversibili, dovute a cause di diversissima natura, che comportano la perdita di ogni vitalità, ossia la morte, di gruppi cellulari, zone di tessuto, porzioni di organo in un organismo vivente. (treccani.it)
Venerdì 27 Marzo. Primo giorno delle due date in Italia dei Monolith Deathcult, che tornano nel nostro paese per rimediare ai problemi tecnici sofferti al
Sinceramente non ne capisco un cazzo di locali, associazioni, circoli, tessere. A me basta ci sia un palco dove suona quello che mi piace. Ed un bar con dell’alcol e molta caffeina. Poi questi posti cambiano nome, aprono, chiudono, oggi sono un night, domani una venue (o viceversa). E’ -per me- un casino. Ma in qualche modo, mesi fa, intuisco che i francesi Nocturnal Depression, geni del DSBM, vengono da queste parti. In Italia!
“Un Gran Bel Putiferio” è la frase espressa dal gestore del Colony di Brescia, con fare profetico, 4-5 giorni prima dell’evento, quando già doveva fare i conti con l’organizzazione e si prevedeva un afflusso sul tosto pesante.
L’abbiamo vista scatenarsi sul
Tra la valanga di concerti che i Susy Likes Nutella stanno facendo, era prevista una data al mitico Grind House di Padova. L’evento è tosto: solo la band, nessun supporter… e Martyna Smith sul palco, l’estrema performer dei Death SS (JJ, il leader della band ed il batterista Carranza suonano con Steve Sylverster nei WOGUE, e JJ è anche songwriter per i Death SS stessi). Arrivo sul presto.
Buon anno!!!!
Ancora un estratto dall’ultimo numero della fanzine “Nessuno Schema”. Metalhead ringrazia Claudio Canclini, il papà della fanzine, per la concessione dei testi e per la sua divertente e capace narrativa!
Ore 1600. Ore 1:30. Nove ore e mezza di randellate sulla schiena. Mazzate sui denti. Colpi di accetta sul cranio. Nove dannatissime ore di devastante metallo. Nove fottutissime ore di musichette leggere che spaziavano tranquillamente dal thrash vecchia scuola al death metal più feroce, sia esso brutale o ultra tecnico.
E’ veloce, spontanea, dura poco… un battito di ciglia, lo scatto di un otturatore. E’ la mostra “Monsters Of Rock” che si tiene a Vicenza, palazzo Valmarana Braga. Dura solo due settimane e mezzo, quando vorresti durasse per sempre, diventasse rotativa, offrisse una costante finestra verso il mondo devastato del rock’n’roll, una finestra ubicata nel bellissimo centro storico di questa città.
C’era grande attesa per la calata Italica dei capiscuola del brutal death metal. Arrivo al New Age con un certo ritardo rispetto all’apertura dei concerti a causa di un precedente impegno e già trovo il locale discretamente assiepato di gente con un’età compresa
(Feral House) Dayal Patterson, nonostante sia anche un collega, non è uno qualsiasi nel mezzo dell’infinita marea di writers, veri o finti, che la stampa musicale vanta. Dayal è un fotografo. Poi scrive (anche) per Metal Hammer, ma sopratutto ha una passione estrema per il Black Metal. Una passione che definirei enciclopedica, vista la sua eccellente capacità di mettere in ordine le informazioni ricevute in vari anni di interviste con i più svariati artisti della scena, un lavoro
Dopo una giornata intensa, mortale, mi avvio verso il
Quel matto di Terence. Ricordo ancora un mesetto addietro quando mi manda un messaggio chiedendomi se fossi felice del fatto che veniva a suonare vicino a casa mia (ok, 60km). NO CAZZO. Felice un cazzo! Quella data no! Avrei dovuto essere a 500km. Gli chiedo se sposta, cambia, annulla. Ma niente.
A detta di alcuni, di qualcuno in particolare, “All You Can Eat” è un gran bell’album. Quel tizio lo racconta
Serata particolare quella che vede coinvolti i Testament, band leggendaria del thrash metal. Il contesto in cui si sono esibiti è la festa di Radio Onda D’Urto, una sorta di fiera all’insegna della musica, con svariate bancarelle, punti ristoro ed esibizioni live delle più svariate estrazioni. Bastava spostarsi di qualche metro e si passava dal metal sul palco principale alla musica afro, con tanto di suonatori di bongo e danze africane. Chiaramente, visti gli ospiti d’eccezione, gran parte del pubblico era li per vedere la band del gigantesco Chuck Billy, tanto che già ben prima dell’inizio del concerto, la folla era già assiepata sotto il palco.
Sei anni. Sei lunghissimi anni. Tanto è trascorso dall’ultima apparizione in Italia dei Mago de Oz, band ispanica leggendaria nei paesi di lingua spagnola, ma praticamente sconosciuta in tutti gli altri, se si eccettuano un manipolo di pochi, ma fedelissimi appassionati. Personalmente, mi permetto di annoverarmi tra questi ultimi, ascoltando la band sin dall’uscita del primo meraviglioso concept album “Gaia”, nel 2003. Da allora non ho mai smesso di seguire appassionatamente le vicende del combo spagnolo, sperando sempre di poterli vedere un giorno qui da noi in Italia. Ricorderò sempre quel giorno in cui quel mio sogno si tramutò in realtà: quella prima, storica data italiana dei Mago de Oz presso l’Idroscalo di Milano il 27 luglio 2008.
I Wolfmother sono probabilmente la rock band che più di tutte, al giorno d’oggi, incarna lo spirito musicale degli anni ’70 più ruvidi, quelli in cui il rock ‘n’ roll si stava trasformando in hard rock e l’hard rock stesso stava virando verso ciò che poi sarebbe diventato l’heavy metal. La band non fa mistero di questa predilezione per gli albori dell’heavy rock, anzi: il loro mix tra Led Zeppelin e Black Sabbath è ormai diventato un vero e proprio marchio di fabbrica.
Serata all’insegna del grande thrash metal all’Estragon, con due tra le più importanti bands della storia del genere. Personalmente ero molto curioso di vedere gli Anthrax, mai visti prima d’ora, mentre gli Slayer ho avuto modo di vederli a Milano all’indomani dell’uscita del loro ultimo album “World Painted Blood”, con ancora il compianto Jeff Hanneman alla chitarra.
“…gli Opeth provano ancora una volta a distinguersi dalla massa che mercanteggia metal policromo”