È sempre stato coinvolto in progetti musicali estremi, i Nidingr tra questi… anche se ha raggiunto la fama ed per essere uno dei chitarristi dei Mayhem. Come autore, ricco di idee e molto creativo, con questa inaspettata release elettronica sconvolge un po’ la scena: in molti troveranno il progetto geniale, altri rimarranno delusi e odieranno l’album nascondendosi dietro il motto ‘o metal o morte’. Sono punti di vista dopotutto. Mi sembrava dunque doveroso porre qualche domanda a Morten Bergeton Iversen, meglio noto come Teloch, cercando di scoprire il suo punto di vista… (read it in English HERE)

MH: Ciao Teloch, grazie per il tuo tempo e congratulazioni per “Miami Murder” (recensione qui ). Avrei qualche domanda per te…
T: Grazie! Dai, spara!

MH: Prima di tutto qualcosa di generico, visto che ho l’occasione di parlarti. Sei universalmente associato ai Mayhem ma, dopotutto, sei entrato nella band solo nel 2011, nella sua ultima incarnazione. Ma tu suoni anche con i Nidingr, oltre agli altri progetti quali i The Konsortium. Solo che ora pubblichi questo progetto alternativo chiamato Bergeton. Non dimentichiamo che hai suonato anche come session con, tra gli altri, 1349, Gorgoroth, forse gli Shining, poi i God Seed. Puoi parlarmi della tua carriera a questo punto, delle band nelle quali suoni, nelle quali hai suonato, dove stai ora e dove vuoi andare artisticamente?
T: Non ho mai suonato negli Shining, ma il resto delle band è giusto. La mia carriera è sostanzialmente iniziata quando Tormentor dei Gorgoroth mi ha chiamato come tecnico della chitarra per la band. Credo di aver fatto un paio di tour prima di finire a suonare per loro nel successivo. Ho suonato con loro per alcuni anni prima di prendere una pausa. Poi ho suonato dal vivo per i 1349, sono tornato nei ‘Gorgo’ che poi sono diventati God Seed. Poi ad un certo punto i Mayhem mi chiesero di unirmi a loro, quindi ovvio che accettai, mi sentii finalmente ‘a casa’. Negli anni ho poi suonato in numerose altre bands, come hai detto tu Nidingr e Konsortium, ma anche gli Orcustus. La scena in Norvegia è molto piccola, quindi è normale qui essere coinvolti in molteplici bands o progetti. Ho scritto musica per gli Igorrr e ho scritto musica anche per uno spettacolo teatrale per il teatro statale Norvegese, qui a Oslo. Ho scritto “Esoteric Warfare” dei Mayhem e il 70% di “Daemon” (recensione qui). Direi che questa è la versione breve della storia. Musicalmente in questi giorni sono in un limbo, non sono sicuro di quale direzione prendere o che cosa fare. Ci hanno interrotto nel bel mezzo di un tour di successo con i Mayhem. Pensa che il nostro piano era di portare in giro quel disco per un paio di anni. Quindi ora passo il mio tempo costruendo i miei canali YouTube e Discord, con video di chitarra dove mostro alla gente come compongo canzoni metal. Se sei mesi fa mi facevi una domanda relativa a questa attività ti avrei probabilmente riso in faccia. Ma ora siamo qui, ed io sono diventato un fottuto YouTuber!!! Dannato Corona!

MH: Hai suonato basso, chitarra e hai pure cantato (credo con gli ormai estinti Orcustus). Come artista, come ti definiresti? Hai altri progetti artistici al di fuori della musica?
T: Definirmi come artista? (ride, ndr) Davvero, non ne ho idea. Magari se devi spiegare a qualcuno quello che faccio, direi che sono ovunque e mi infilo in qualsiasi cosa mi interessi. Gestisco anche un webstore ubicato negli USA con il quale vendo ‘abbigliamento diabolico’ o roba del genere. È un qualcosa che ho sempre voluto fare. E siccome gestisco il merch dei Mayhem fin da quando sono entrato nella band, posso dire di aver un po’ di esperienza in materia. Il webstore è più uno sfogo creativo che una macchina per fare soldi. Ma è divertente ed è fico quanto i tizi con i quali lavoro riescono a non mandare a puttane qualcosa. (ride, ndr). Sto scherzando naturalmente. Oltre a queste cose non faccio molto altro, solo musica e crazione di merch figo, queste sono le mie principali attività. Oltre che essere un YOUTUBER in questo periodo.

MH: Approdiamo a “Miami Murder”. Naturalmente ho fatto i compiti a casa e ho letto tutte la cartella stampa prima di scrivere la recensione che hai letto. Ma: cos’è questa cosa che apparentemente hai registrato tutto due anni fa ma poi non hai avuto il tempo di pubblicare fino ad ora? So che sei molto impegnato (ti ho visto con i Mayhem un po’ di volte, anche in Norvegia, un paio di volte al Beyond the Gates), ma se questa musica era già pronta, perché non darla in mano ad una etichetta per la release? O volevi avere il controllo totale, il controllo di ogni singolo processo dal master fino alla pubblicazione?
T: Con il senno del poi sarebbe stata forse la cosa più intelligente da fare. Ma io non sono intelligente e c’è qualcosa di fico nel fare tutto da solo senza dover aver a che fare con alcuna etichetta. È un lavoro pazzesco, ma è un bel viaggio. Inoltre, visto che sono l’unico membro della band non devo rincorrere tutte le cose che stanno facendo gli altri membri, rendendo quindi l’intero processo molto più veloce e divertente.

MH: La copertina. Da malato dei motori come sono, non posso non gustarmi la Lamborghini Countach che vedo… senza parlare del brano intitolato “Lambo”. Hai qualche amore o interesse speciale per le auto, le auto sportive, i motori o la Lamborghini stessa?
T: Nessun interesse per auto o roba simile. Ma sembra che Lamborghini sia una cosa importante nella scena synth-wave. Inoltre volevo un prostituta morta dentro un’auto, quindi perché non una Lamborghini?

MH: La cartella stampa dichiara: ‘una corsa retro-futuristica attraverso panorami nostalgici fatti con le onde quadre del Commodore 64’. Ok, avendo più o meno la tua stessa età (argh!), essendo anche un esperto di informatica nella vita vera, oltre che collezionista di computer d’epoca, non mi sembra proprio che “Miami Murder” possa essere stato composto con una macchina a 8 bit. Anche se alcune parti potrebbero essere state re-digitalizzate da quei suoni. Cosa hai usato per creare questa musica, da un punto di vista strettamente tecnico?
T: Sto usando la Reason Suite 11, con vari synth software VST. Non ho alcun synth analogico e nemmeno lo voglio. Sto smanettando con un sacco di altre cose costose e non posso permettermi altri hobby (ride, ndr). Ma certo, sono d’accordo che questa roba non potrebbe essere stata fatta con una macchina a 8 bit. Ma credo ci puoi almeno sentire qualche ispirazione derivante da quelle vecchie console di videogiochi.

MH: Come ti è venuto il titolo “Miami Murder”? Cosa volevi dire, intendere o esprimere?
T: Non me lo ricordo proprio, ma credo fu qualcosa che devo aver scritto velocemente mentre tiravo fuori i titoli delle canzoni. Per me i titoli hanno tutti a che fare con la cocaina e come questa abbia distrutto un sacco di vite a Miami negli anni ’70 e ’80. Anche la copertina riflette questo con quella prostituta morta nell’auto, la quale ha dei residui di cocaina nelle narici. Se guardi da vicino noti il dettaglio(sul retro di copertina del vinile si vede bene, ndr).

MH: Ok, è un album strumentale, ma considerando che la musica può esprimere più di mille parole… cosa è l’argomento che sta dietro al disco… di cosa “suoni”?
T: Non c’era un vero concetto dietro al disco. L’intera cosa è iniziata con l’idea di creare un tipico synth drum beat con altri suoni dominanti. Si è poi evoluto fino a quello che senti nell’album.

MH: Anche il video di “Lambo” sembra essere una versione moderna di un videogioco degli anni ’80… sei restato totalmente in tema. Come è saltato fuori e come lo hai realizzato?
T: Ho mandato al tizio che lo ha fatto, Dhope Design, un’idea sui colori e alcune parole chiave ispiranti, tipo “Lamborghini”, “Rodeo Drive” e “synth-wave”. Lui poi se ne è uscito con il video senza che io gli dicessi molto altro. È venuto migliore di quel che pensavo, sono molto felice del risultato!

MH: Al contrario, il video per la title track è molto diverso, con quella ballerina sexy che -per fortuna- non è stata digitalizzata. Mi puoi parlare del processo che ha portato alla realizzazione diquesto bellissimo video?
T: Tieni, direttamente dal direttore, ovvero Costin (Chioreanu, ndr) della Twillight 13 Media: “una collezione di flash della storia: quando l’assassino incontra la ragazza in uno strip club, poi il flash dell’assassinata sotto l’influenza sconvolgente di varie droghe e alcol.”. Quindi ancora una volta questo riporta alla cocaina, in quanto la spogliarellista viene uccisa nella sua ricerca disperata di cocaina, un caccia che la uccide. Ops! Gli ho dato una completa libertà creativa; all’inizio volevo che mi facesse un’animazione, cosa che fa molto bene. Solo che lui voleva prendersi una pausa dalle animazioni, voleva fare un vero video. Sono molto felice abbia preso questa decisione in quanto il risultato è grandioso!

MH: Nel brano “Fort Apache Marina” ci hai infilato una chitarra speed metal. Totalmente fuori tema ma anche perfettamente compatibile e piacevole. Cosa mi puoi dire di questo brano?
T: Era un brano che non prevedevo mettere sul disco, in quanto originariamente non volevo avere alcuna chitarra. Poi ho tolto una canzone all’ultimo minuto e mi serviva qualcos’altro per riempire. Quindi ho usato “Fort Apache Marina”.

MH: La mia recensione cita i Windir con il brano “Journey To The End”. La parte elettronica di quel pezzo sembra connessa alla tua musica. Quel brano ti ha mai ispirato?
T: Non sono un fan dei Windir e non ho mai ascoltato i loro dischi, quindi non posso dire molto sull’argomento. Non so poi il perché, credo che una volta sentii una loro canzone, tanti anni fa, e decisi che non mi piaceva, senza aver poi più ascoltato altro da parte loro. Magari se li riascoltassi oggi mi piacerebbero. Chi lo sa.

MH: Anche se ascolto principalmente metal in tutte le sue forme, non posso negare il mio piacere nella divagazione verso altri territori: uno di questi è il rock progressivo, ma la musica elettronica è certamente un’altra cosa che mi piace molto, visto che adoro artisti quali Ulver, K-X-P, Televisio ed altre band strettamente ‘digitali’. Puoi rivelare qualcosa sul tuo interesse per questo genere il quale è molto lontano dai confini del metal dentro i quali suoni e sei famoso… confini dentro i quali io dovrei limitarmi a scrivere?
T: Yeah man, il mio interesse per la musica in generale è iniziato con il synth-pop. Quindi è un qualcosa che mi ha sempre seguito! Metal davanti e synth-pop dietro… come mi piace affermare. Inoltre penso sia bello sfidare te stesso uscendo un po’ dalla comfort-zone del metal. Personalmente penso che questo ti possa portare a creare del metal migliore.

MH: Ok! Grazie del tuo tempo. Per favore, un messaggio ai tuoi fans, siano essi di Teloch quello che suona metal o di Bergeton. Chiudi come vuoi, magari dicendo alla gente per quale ragione dovrebbero possedere quel vinile fucsia… uguale a quello che ho io!
T: Se non avete ancora sentito il mio disco, andate a sentirlo! Whoohoo! Oh, grazie per aver comprato il disco! E grazie per supportarmi con questa intervista!

(Luca Zakk)

Foto: Monica Furiani, Nima Taheri, Luca Zakk