photoblisterbrigadeStavolta MetalHead, in collaborazione con la Sliptrick Records, si occupa degli svedesi Blister Brigade, una heavy metal rock band da poco sul mercato con il debut. Ecco la nostra chiacchierata con Gustav Lund, mastermind della band, buona lettura!

Salve Gustav, saluti dall’Italia e complimenti per “To serve and punish”! Credo che la band non sia ancora ben nota dalle mie parti, per cui spero tu possa raccontarmi la vostra storia…

Grazie a te, sono contento che l’album ti sia piaciuto! La band si è formata nell’inverno del 2010. Io e Jerker (batteria) avevamo suonato insieme in precedenza, in una band chiamata Psycho Derby. Quando ci separammo, io e Jerker volevamo proseguire e entrammo in contatto con Cristoffer e Simon. Abbiamo jammato un po’ su alcune canzoni che avevo inizialmente scritto per gli Psycho Derby e tutto ha funzionato. Abbiamo registrato due demo e poi abbiamo deciso di sviluppare un full-“length”. Dopo aver registrato queste undici canzoni abbiamo firmato un contratto con Sliptrick Records, e l’album è stato pubblicato il 3 Dicembre 2013.

Che cosa significa esattamente il nome della band?

Il nome è davvero venuto fuori dal nulla, è soltanto l’unione di due parole che pensavo funzionassero bene insieme. Mi sono sempre piaciuti i nomi di band che suonano come se fossero una istituzione. Quindi è venuto fuori il logo con il teschio e i manganelli, e subito ha cominciato a sembrarci il simbolo di una specie di unità di polizia…

Parliamo del disco adesso! Cosa mostra la cover e chi l’ha realizzata?

Volevamo svilupare il nostro logo in una specie di figura ispirata a “Vic Rattlehead”. Il talentuoso Fredik Aaro l’ha disegnata e ha aggiunto qualche altro personaggio. Credo che fondamentalmente mostri la ‘Blister Brigade’ in marcia. O forse dovrei dire una ‘Dead Street March’…

Immagina di dover recensire il tuo stesso album… quali formazioni nomineresti per descrivere la tua musica?

In soldoni, direi che è un mix di Motorhead, Metallica, Guns’n’Roses e Skid Row. Ma ci sono molte altre band che ispirano me come songwriter e tutti come band. Ma nominarle tutte prenderebbe troppo spazio in questa intervista!

Le mie canzoni preferite nel disco sono “The Punishment” e “Sad to the Bone”… ne parliamo più approfonditamente?

“The Punishment” è stata una delle prime canzoni che abbiamo scritto, è un pezzo veloce e diretto che puzza di Motorhead. Per quanto riguarda il testo, è una specie di riflessione su ‘quello che succede succede’. Abbiamo deciso di produrre il primo video per questa canzone perché cattura il sound della band e il tipo di musica che vogliamo suonare. “Sad to the Bone” è invece la prima ballad che ho scritto per questa band, ma non ero sicuro che sarebbe andata bene con gli altri pezzi del disco. Ma sono contento di averla scelta perché è venuta su davvero bene. Ha aggiunto un po’ di dinamismo al disco e penso che mostri che la band è capace di suonare qualcosa di più che ‘riffs-in-your-face’ per tutto il tempo.

Che potete dirmi della scena rock/metal svedese? Siete fieri di farne parte?

La Svezia ha così tante grandi band hard rock e metal e penso che questo paese tenga uno standard molto alto, che si tratti di grandi formazioni o di quelle underground. E sì, siamo molto fieri di far parte della sua scena hard rock!

Quali sono i vostri piani adesso? Concerti, video, nuovi album… credo che l’Italia sia davvero un po’ lontana per vedervi dal vivo, giusto?

Tutto quello che hai detto, al momento! Abbiamo girato un video per il brano “Goodbye Ragdoll” qualche tempo fa, e non dovrebbe passare molto prima che venga pubblicato. Inoltre, abbiamo pianificato un paio di concerti a Settembre nell’area di Stoccolma. Al momento stiamo mettendo insieme materiale nuovo per il prossimo album. Speriamo di entrare in studio e cominciare a registrare alla fine di quest’anno.

Grazie di tutto e a presto!

Grazie a te!

(Renato de Filippis)

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