JOHN DALLAS – “Wild Life”
(Street Symphonies) Inconsueto trovare una one-man band nello scenario hard rock, di solito popolato da bands -piccole gangs- composte da personaggi sconvolti, emblematici, esplosivi. (altro…)
(Street Symphonies) Inconsueto trovare una one-man band nello scenario hard rock, di solito popolato da bands -piccole gangs- composte da personaggi sconvolti, emblematici, esplosivi. (altro…)
(Massacre) Per il suo primo album solista, Jonne Jarvela dei Korpiklaani fa una scelta intelligente: pur restando nell’ambito del folk metal, si allontana con decisione dalle atmosfere festaiole del suo progetto principale, e offre una manciata di canzoni dedicate al lato più sciamanico e rituale delle sonorità che lo hanno reso famoso. (altro…)
(Massacre Records GmbH) Forse Michale Jessen non vi dice nulla. Probabile, visto che è al debutto, è giovanissimo e arriva diretto dalla Danimarca. Jessen è un chitarrista, ed il suo album è un sincero rock/hard rock, con ottime divagazioni metal. Ma in qualche maniera (altro…)
(Frontiers Record) Il corvo nero è tornato. Jorn Lande. Uomo senza riposo, senza limite. Jorn si è imposto sulla scena dagli inizi anni 90 grazie ad una voce fantastica ed un atteggiamento dannatamente e purissimamente metal e da allora è rimasto ad altissimi livelli. Ma Jorn è multiforme: Jorn è Ark, è Masterplan, Jorn è solista, un progetto che ormai ha (altro…)
(Autoproduzione) Tre brani per l’ep d’esordio dei brasiliani Jupiterian, il cui death/doom si rifà fedelmente alla scena inglese di una ventina d’anni fa. I quattro componenti si nascondono dietro le iniziali dei propri nomi, e devo dire che la copertina mi sembra molto intrigante; colpisce però, purtroppo in negativo, la produzione estremamente low-fi. (altro…)
(Crash Music) Album di debutto per gli Italiani Jano’s Head, band nata nel 2010 che incontrerà i favori dei metallari più open minded. Il genere proposto è, infatti un crossover in cui parti rap e hip hop incontrano il metal moderno dei Machine Head. Rime secche e letali si fondono con parti cantate ed aggressive che ricordano una (altro…)
(Shadow Kingdom Records) Capita anche alle buone etichette di prendere degli abbagli: in questo caso, la meritevole Shadow Kingdom Records, che per quel che mi riguarda è l’esatto equivalente americano della tedesca Pure Steel, ci offre l’esordio su lunga distanza dei Johnny Touch, band australiana di heavy metal classico (altro…)
(autoprodotto) Questi ragazzi mi fanno impazzire. Sono l’assurdità dell’assurdità. Siamo in pieno territorio underground, ma -diavolo- questo CD è troppo ben confezionato… contiene pure gli adesivi. Poi siamo in piena era di comunicazione e le loro mail per contattarci hanno molto di (altro…)
(AFM/Audioglobe) In Germania, i fun metallers J.B.O. sono una vera e propria istituzione: suonano regolarmente al Wacken e, almeno in Baviera (provengono da Erlangen, nei pressi di Norimberga) sono delle celebrità riconosciute per strada. Per festeggiare i venticinque anni di attività, i nostri danno alle stampe (altro…)
(Napalm Records) Cosa sarebbero gli AC/DC geneticamente modificati con DNA di Beastie Boys? Risposta: Jackson Firebird. Che poi, diciamocelo, è un risultato genetico mutilato in quanto sono solo in due (chitarra+batteria), e non sono normali. Ma è una deviazione genetica efficiente, perché “Cock Rockin’” è assalto (altro…)
(Epic) Attendevo con ansia questa nuova uscita targata Judas Priest. Dopo che, nel 2011 K.K. Downing ha deciso di abbandonare la band, sostituito dall’ex ascia dei Dirty Deeds Richie Faulkner, sembrava che la fine del gruppo fosse vicina, ipotesi rafforzata dalla voce che avevano reclutato il giovane axe man per (altro…)
(Ektro/Full Contact) I Jester Of Destiny arrivano a noi dagli anni ’80. Erano americani e lavoravano ad un album per una sussidiaria della Metal Blade, poi però tutto sfumò e solo nel 1986 alcuni di quei pezzi andarono a formare questo album ripubblicato in vinile. “Fun at the Funeral” è un insieme (altro…)
(Limb/Audioglobe) “Out of the Darkness” è il primo disco che Jack Starr pubblicò appena uscito dai Virgin Steele, un anno prima (era il 1985) che i ‘rivali’ pubblicassero quel capolavoro che risponde al nome di “Noble Savage”. Non starò certo qui a rifare la storia di questo split, che ha visto Starr e DeFeis riappacificarsi soltanto in tempi recenti; né mi sembra il caso di ripercorrere (altro…)
(Ahdistuksen Aihio Productions) La drammatica svolta stilistica dei black metallers finlandesi Jumalhämärä è qualcosa di sconvolgente. Non ero preparato a questo e all’ascolto di queste quattro tracce che riempiono questo limitato LP. Musica minimalistica armoniosa. Questa è la definizione. La realtà è in questa linea di pensiero, e rappresenta un concetto che prende la definizione (altro…)
(Pure Undergound/Audioglobe) Il primo embrione dei Javelin risale addirittura al 1983, ma solo oggi questi meritevoli tedeschi arrivano al debut: quest’epoca di revival sta insomma permettendo a tutti di realizzare i propri sogni nel cassetto! Va comunque detto che in questi 30 anni (!) la band ha pubblicato due ep e un demo. Ben dodici brani più intro per questo “Fragments of the Inner (altro…)
(Pure Underground) Non a caso questo cd/lp esce per la Pure Underground Records: siamo davvero di fronte a un prodotto di nicchia! Gli olandesi Jackal, da non confondere con gli omonimi tedeschi, pubblicarono un solo, breve full “length” nel 1989, per poi sciogliersi nel 1992. Dal 2007 la band è di nuovo in attività e naturalmente prepara l’uscita di un nuovo full-“length”. Oggi viene quindi ristampato (altro…)
(Frontiers Records) Non riposa mai Jorn. Canta. Fa concerti. Fa album. Instancabile corvo nero, non passa anno senza una o due delle sue release, una o più partecipazioni al altri progetti, una o più tourné. “Traveller” è il primo vero album di inediti dopo il bello “Bring Heavy Rock To The Land” -in quanto la parentesi di (altro…)
(I Hate) Arriva colpevolmente in forte ritardo la recensione dell’ultimo lavoro di questa band statunitense. Il motivo? Bah, solamente perché ogni volta che ho ascoltato “Blood Moon Rise” mi sono perso. Smarrito in un bosco di suoni, in una fitta vegetazione di splendide note dai riflessi sensuali, (altro…)
(Metal Mind Records) Suoni pesanti, pesantissimi, che vomitano riffs e urla selvagge. Un’orda di vichinghi incazzati lanciati all’assalto. Sono Polacchi, ma sono estremamente stoner/southern. Pagano certamente un tributo ai Black Label Society (per i quali hanno anche aperto nel 2011), ma suonano sinceri, feroci e (altro…)
(Vic Records) Addirittura un album che unisce Rogga Johansson alle chitarre e basso e Paul Speckmann alla voce: una sciccheria! Rogga “10 album all’anno” Johansson è un’autorità nello swedish death metal vecchia maniera che propone, appunto, di continuo con diversi progetti (Paganizer, The Grotesquery (altro…)
(Dead Bees Records) Questi francesi Junkyard Birds, aiutati nella produzione da Stephane Buriez (Loudblast), fondono il rock ‘n roll, il blues e il punk e scatenano un rovente sound fatto di Stooges, Fu Manchu e altre cose vecchiotte ma sempre eccitanti. Un sound carico di groove, di noise, di stoner, (altro…)
(Sliptrick Records) Gli svedesi Jack’s Residence esordiscono con un quattro pezzi ben prodotto. “Limbo” propone e dispone di un lineare e sfumato riffing hard rock. “Mans Ruin” si presenta come una tigre, cioè quella dell’hard rock con striature grunge. L’andatura delle chitarre ricorda qualcosa tra Nirvana e, soprattutto, (altro…)
(Super Strong) Può capitare di ascoltare in loop un album da recensire, cioè di farlo partire e poi nuovamente ad ogni sua fine. Mi è capitato con questo lavoro dei transalpini Jizzlobber, il quale dopo questo ossessivo reiterare dell’ascolto mi ha trovato dubbioso sulla materia del quale esso (altro…)
(Nimbit Music) Joel Grind è un tizio che ha esperienze con band poco note, tipo Tiger Junkies, Colon Rupture, HellVomit, Kunt Killer e altre cose underground, però è anche un Toxic Holocaust, cioè tra le migliori band americane speed/thrash metal del nuovo millennio. “The YELLOWGOAT Sessions” (altro…)
(Autoproduzione) In casi come questi la parola musica dovrebbe essere convertita al maschile. Questo è rock maschio, rock virile, possente. Sono in quattro, e sono Sudafricani. Hanno all’attivo un paio di releases, ma ben oltre trecento esibizioni dal vivo. Rock maschio sbattuto in faccia alla gente, dal vivo, sudore ed amplificatori, un furgone (altro…)
(Autoproduzione) Le pulsazioni che arrivano dalla sessione ritmica di questo album sono micidiali. Roba da sfondare le casse dello stereo. Cinque canzoni, venti minuti, una breve ed intensa corsa pazza in nome dell’hard rock, del divertimento . Loro si definiscono irriverenti, rumorosi, alcolizzati ed arroganti. Ma anche divertenti e estremamente cool. Ironici, aggiungo io, a partire dal moniker totalmente sciroccato, un po’ come la band stessa. Hanno immagine, sono tutti fighi, tutti cattivi, (altro…)
(Autoproduzione) Sono tornati. E non si tratta di uno scherzo. Anzi, c’è poco da ridere. Si avvicina il giorno dell’apocalisse. Il giorno della pubblicazione di questo EP. La fine. Totale annientamento. Morte e distruzione. Il ritorno dei maestri del thrash italiano. Line up rinnovata. Ispirazione rinnovata. Idee fresche. Sound sempre più malato. Innovativi come lo furono nel lontano 1991 con il mitico “Poetical Freakscream”. (altro…)
(Joyless Jokers) Sono già autori di un EP i Joyless Jokers, ovvero “Arms of Darkness”, e a distanza di due anni maturano i tempi per incidere un full length vero e proprio. I vicentini hanno scelto nuovamente la risorsa dell’autoproduzione, realizzata con una grazia e un qualità davvero buone. Thomas Giardello è il bassista e cantante, il suo strumento sta alla struttura delle canzoni come il sangue sta ad un organismo vivente. Scorre e sorregge il lavoro ritmico del preciso e tecnico batterista Matteo Joverno. (altro…)
(Autoproduzione)I Jackstraw sono marchigiani e in questo demo sono in sei e pestano a dovere attraverso la loro musica. La prima canzone, title track del demo, denota immediatamente un riff vorace, un timbro della chitarra cupo e inoltre un doppio cantato, uno screaming rognoso, di Maria Elena (non più nella band dal 2011), e un growling infernale, di Ivan. Il brano si sviluppa attraverso un riffing thrash metal, ma “False Smile” sembra essere decisamente incline, nella sua sostanza totale, al crossover, quindi ad un un sound robusto, lineare, carico di rabbia e di hardcore. (altro…)
(Frontiers Records) Un’autentico libro sacro. Sacro a quella religione definita Heavy Metal, alla quale noi tutti siamo devoti. Questo è il riassunto di tutto ciò che ha prodotto Jørn Lande durante la sua ventennale carriera. Ed ora arriva un nuovo apocalittico capitolo di vero heavy metal, di riff tradizionali, di canzoni vecchia scuola, create ed arrangiate con il fine unico di supportare una delle migliori voci della scena presente, passata e futura. (altro…)
(Svart Records) Magnifica prova di questa band di Kuopio, Finlandia. Sette figli dell’occult rock, della magia, del misticismo e tutto raccontato attraverso la magnifica voce di Jess e ben tre chitarre. Attingendo dagli anni ’70 e dai primi vagiti dei Mercyful Fate nasce questo loro album omonimo che molto probabilmente non tarderà a riscuotere i dovuti consensi. (altro…)
(Murdered Music/Coroner Records) I Jotnar erano dei giganti nella mitologia nordica, ma questi Jotnar sono giovani ed emergenti e provengono dalle assolate Canarie e con il nord hanno in comune un death metal ampiamente melodico. L’iniziale “Perfect Lie” offre un primo scorcio dei cinque deathers che suonano alla svedese e riempiono di buone melodie le canzoni di questo EP di presentazione. (altro…)
(Grindpromotion) Sono italiani, di Modena, e hanno realizzato un album nel 2008. Quattro anni per ritornare a massacrare con il grindcore migliore possibile, cioè non fatto di sola velocità e caos. I Jesus Ain’t Poland evidenziano influenze dal thrash, dal death metal e dall’hardcore nel proprio sound, estremizzandone le coordinate e spostandosi verso un clima (altro…)
(Limb/Audiglobe) Quando si fa il nome di Jack Starr si cita sempre la sua “espulsione” dai Virgin Steele, che lo ha portato a intraprendere una carriera solista con pochi alti e molti bassi; da qualche anno sembra però che il suo progetto Burning Starr abbia raggiunto una certa stabilità e anche un certo successo fra i defenders. “Land of the Dead” segue a “Defiance”, del 2009, e vanta una line-up di tutto rispetto: al talentuoso singer Todd Michael Hall (altro…)