(Spikerot Records) È lungo il cammino verso gli inferi, specie se il percorso è sferzato da venti putrefatti, piogge acide e demoni assetati di sangue. Infatti, ci sono voluti ben cinque anni agli italiani Naga per dare un seguito a “Hēn” (recensione qui), un’attesa interrotta ormai già tre anni fa dall’EP “Inanimate” (recensione qui). Tanto tempo per percorrere quella discesa irreversibile, per andare verso il nulla, il vuoto materiale e spirituale assoluto, un vuoto il cui culto è l’unico trionfo. Disperazione e nichilismo espressi con sonorità opprimenti, linee vocali straziate e strazianti… raramente interrotte da oscuri momenti riflessivi (come succede nella title track), momenti comunque effimeri, volatili, infimi e presto ricoperti e riavvolti nel freddo mantello di una maledizione ancestrale che continua a spargere i suoi effetti su umanità, terra, vita e spiritualità. L’estremo dei Naga si lascia andare a teorie post metal più tecniche e suggestive su “Only a God Can’t Save Us”. Pesante e senza speranza “Melete”, un brano dalla progressione interessante, ricco di dettagli che emergono da una sublime e costante teoria apocalittica. Duale “Bedim the Sun”: una parte è lenta, è tetra, quasi uno stoner-blues convertito al male più assoluto, una parte invece è più incalzante, offrendo dissonanze dal crudele gusto industriale, qui comunque espresse con una organicità terrena empia e tagliente. Quasi una marcia per quella discesa nelle profondità degli abissi con “Thanatou”, mentre l’ottima “Pyre” inietta con discrezione divagazioni dal sapore gotico, prima della drammaticità vagamente psichedelica della title track. Con un’attività in piedi da sei anni, con vari concerti i quali trasmettono sempre e decisamente tutto il male contenuto delle pubblicazioni discografiche, con una line up assolutamente stabile e mai mutata, i Naga portano al pubblico un’ulteriore riflessione sulla morte: la morte che causa disperazione e la morte che pone, finalmente, fine ad ogni cosa. Quella morte che si protrae gelida e spietata, incontrastabile ed inconvertibile verso una oscura eternità.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10