Già autori di un album e prima ancora di un EP, i veneti Amantyde pubblicheranno a metà dicembre “Mädchen”, il secondo album. L’alternative metal carico di groove e di schemi liberi, al minimo delle influenze altrui, si evidenzia maggiormente in questa prova. La singer Nicky Genovese traccia per noi un breve resoconto di questi 4 anni di attività e dell’imminente futuro per gli Amantyde.

Partiamo dal vostro primo album. Come si è comportata, in sintesi, la vostra prima opera di rilievo?
“Bleeding Miles” ci piace considerarlo più come una sperimentazione, che come il nostro primo vero e proprio album, in quanto nella composizione e nelle fasi di mix e mastering ci siamo affidati alle proposte ed alle scelte del produttore, per vedere come sarebbe stato accolto un album con un imprinting prettamente mainstream, quindi con suoni piu patinati e un approccio compositivo abbastanza vendibile e melodico. In parole povere, dopo “Leavit All Behind” che pur essendo un semplice EP autoprodotto, per le soddisfazioni che ci ha dato ci piace considerarlo il nostro primo vero album, registrare “Bleeding Miles” è stato il nostro tentativo commerciale.

Quali traguardi importanti vi ha permesso di raggiungere quell’album?
Nessuno! Eheheh…Scherzi a parte, è stato un album che non è stato sufficientemente promosso nei canali giusti, ed è stato accolto dalla stampa senza gloria ne infamia. In sostanza è stato un disco in cui noi, per inesperienza, non abbiamo preso posizione, e il pubblico se n’è accorto.

“Mädchen” esce dopo due anni. Quanto tempo effettivamente vi ha impegnato per scriverlo e registrarlo?
“Mädchen” E’ stato composto in tempi veramente brevi, neanche sei mesi. Abbiamo iniziato la composizione verso la fine del 2010 e siamo entrati in studio i primi di giugno del 2011. La registrazione, mix e mastering ci hanno preso circa due mesi. In questi due anni di silenzio siamo stati impegnati per tutto il 2009 nel tour promozionale di Bleeding Miles, e durante il 2010 abbiamo avuto un cambio di line up sostanziale, in quanto abbiamo sostituito chitarra e batteria, il 50% della band, e quindi ci siamo presi un po’ di tempo per rodare la nuova formazione.

Perché questo titolo, che vuol dire “ragazza” in tedesco? E la copertina? Cosa esprime?
Grazie per questa domanda! :D è un concetto a cui tengo molto, e mi fa piacere poterci spendere qualche parola. Ho scelto di chiamare l’album “Mädchen” in primis perché è una parola molto bella, che fa parte di una lingua che personalmente amo moltissimo. In tedesco la parola ragazza non è considerato un termine femminile, come in italiano, bensì un termine neutro e questo concetto mi ha affascinata, perché anch’io, pur essendo una ragazza, mi sento un essere abbastanza neutro, in quanto ho scelto uno stile musicale e vocale non prettamente femminile e conduco uno stile di vita e di pensiero che il più delle volte non mi fa sentire una donna, per come la intendiamo nella nostra cultura. La copertina, come tutto l’artwork del disco, vuole rappresentare la mercificazione della donna nell’epoca attuale. Non vuole essere un messaggio femminista,  io non credo nel femminismo e nelle catalogazioni, ma vedo intorno a me un mondo fatto di compravendita compulsiva delle emozioni; in cui la donna il più delle volte viene considerata un oggetto, e deve passare la propria vita a rendersi comprabile per potersi conquistare una posizione che le garantisca la sopravvivenza. E per fare questo il più delle volte si vede costretta a tacere, a fingere di essere una semplice bambola senza opinioni, per non ferire l’ego di chi muove i fili del potere. Ho deciso di mettere la mia faccia in copertina e di non usare una modella, perché voglio prendermi completamente la responsabilità di quello che dico in quest’album. Dopo “Bleeding Miles” in “ Mädchen” ho scritto finalmente quello che penso.

Devo lamentarmi con la responsabile grafica, Nicky Genovese, per aver si strutturato un ottimo insieme, ma inserito i caratteri dei testi davvero troppo piccoli da leggere? C con quei colori è anche più arduo!
Ahahah, ahimè! Lo so e chiedo venia. Ma ci sono state delle incomprensioni con la stamperia, e quando mi sono resa conto dell’errore ormai era troppo tardi per rimandare indietro le copie. Ma ci sono tutti i testi on line, sui vari siti di lyrics, per cui basta cercare artista e brano sui motori di ricerca!

Nei testi ricorre spesso la parola “cry”…
Beh, pensa che nell’album precedente ho ripetuto per almeno venti volte la parola “Die”. Quindi almeno adesso c’è stato un passo avanti con l’ottimismo. Eheheh, scherzi a parte, sono una persona molto emotiva, e questo si riflette totalmente nei testi degli Amantyde.

Nella vostra bio si legge che il vostro sound “strizza l’occhio a capisaldi del passato come Ozzy Osbourne, Sepultura, Pantera, Metallica e con la stessa disinvoltura si apre alle moderne soluzioni di Black Label Society, Rammstein, In Flames, Katatonia ed Exilia” non entro nel merito di questi modelli, ma con tutta sincerità mi sembrate decisamente voi s tessi. Nel senso che se influenze ci sono, si trovano nello sfondo della vostra musica e che emergete prima voi e dopo quei modelli.
Ti ringrazio, mi fa molto piacere sentirtelo dire! I modelli sono necessari quando devi descrivere quello che fai a chi non ti conosce e queste band le abbiamo prese come riferimento, perché facenti parte del nostro background di ascolti. Ma, ripeto, mi fa molto piacere sapere che è la nostra personalità ad emergere, e non quella di qualcun altro.

Una band del veneto dalla storia breve, ma protagonista di passi ragguardevoli, dopo aver inciso il secondo album cosa fa?
Adesso vogliamo promuovere questo disco il più possibile, anche grazie al supporto della nostra agenzia, che sta lavorando benissimo. Il 13 gennaio abbiamo programmato il release party, al New Age di Treviso, per dare inizio alla promozione live e contemporaneamente inizieremo a lavorare alla composizione del nuovo album. Sperando di poter mantenere il ritmo di un album ogni due anni. In previsione abbiamo anche le riprese del nostro primo videoclip ufficiale. Tanta carne al fuoco insomma, con l’obiettivo di migliorarci costantemente.

Grazie mille per l’intervista. Ti lascio la sua conclusione.
Grazie a te, Alberto, per lo spazio. Speriamo di aver incuriosito a sufficienza i lettori che non ci conoscono, e che quindi possano ascoltare ed apprezzare il nostro nuovo album. “ Mädchen” è un lavoro in cui crediamo fermamente e che ci rende molto orgogliosi, e speriamo che questa opinione sia condivisa anche dal pubblico!

(Alberto Vitale)