(Nuclear Blast Records) Nuovo album per gli statunitensi Ringworm, il nono di una carriera costruita su quella coerenza che ha permesso alla band di ottenere finalmente un contratto nientemeno che con la Nuclear Blast. Fautrice di un poderoso incrocio tra thrash e hardcore, la formazione proveniente dall’Ohio ci regala un lavoro decisamente convincente dal punto di vista dell’impatto grazie a riff veloci ed incalzanti, arricchiti da assoli brevi ma efficaci, buoni stacchi melodici ed una prova vocale feroce e rabbiosa da parte dell’inossidabile James ‘Human Furnace’ Bulloch, il quale a cinquant’anni dimostra un entusiasmo ed una grinta invidiabile anche tra artisti più giovani. La title track, posta in apertura, rappresenta perfettamente quanto descritto, tra riff potenti, non velocissimi ma efficaci. La velocità aumenta sensibilmente nella slayeriana “Carved In Stone”, autentica fucilata in pieno volto, stemperata nella parte centrale da un assolo melodico che dona un attimo di respiro prima di rituffarsi in mezzo a tanta cattiveria. “Power and Blood”, nella sua semplicità, è uno dei migliori brani composti dalla band in tutta la sua carriera, mentre “Playing God” è uno strumentale piuttosto inutile che lascia il tempo che trova. Un ottimo ritorno per una band che ha fatto della passione e della coerenza i propri punti di forza.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10