ANTIGAMA – “Whiteout”
(Selfmadegod Records) Hanno pubblicato otto album in ventidue anni gli Antigama, affiancandoli però da una sterminata serie di split e qualche EP. I polacchi sono tra i principali estremisti del continente ma a loro modo anche sperimentatori dell’universo death-grind del continente europeo. Un manipolo di estremisti, loro infatti sono quattro (altro…)
(Everlasting Spew Records) L’evoluzione avuta dal death metal negli ultimi anni ha portato il genere ad alcune derive che poco o nulla hanno a che vedere con il death stesso.
(Napalm Records) La parabola degli scozzesi Alestorm si può riconoscere dal contenuto delle copertine dei loro sette album: inizialmente piuttosto serie e cupe, poi con il tempo si sono ridimensionate nelle tematiche, fino a culminare nella cover della loro ultima fatica “Seventh Rum of a Seventh Rum”.
(Cruz Del Sur Music) Luci ma anche qualche zona grigia in questo nuovo capitolo degli statunitensi Adamantis. La band del Massachusetts pubblica il suo secondo EP a
(Eclipse Records) La musica degli American Anymen è nervosa e contorta, specchio di una realtà urbana claustrofobica e schizzata, in grado di far rabbrividire e fremere allo stesso tempo.
(AFM Records) Ecco un paio di dati dei canadesi Anvil, giusto per farvi rendere conto di chi ci troviamo di fronte… più di 4 decadi di attività, 19 album in studio, nessuna pomposa separazione con conseguenti piagnistei e reunion.
(Nuclear Blast Records) Sono passati quindici anni dall’ultimo album degli olandesi After Forever, l’ultimo album in tutti i sensi, visto che il gruppo di Floor Jansen (successivamente voce dei Nightwish) si è poi sciolto due anni dopo. 
(Sentient Ruin Laboratories) L’oscurità, la morte, le visioni esoteriche e le dimensioni tenebrose degli Assumption prendono forma in maniera completa nel loro secondo album. A quattro anni dal primo album
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) L’etichetta francese è sempre molto attenta al suo crescente underground.
(darkTunes Music Group) Nati come una valente band di metal sinfonico, gli Aevum si sono aperti sempre più all’uso dell’elettronica, nonché a concetti di stile sempre diversi. Un’operazione che
(Shaytan Productions) Giunge allo stato della perfezione la band saudita Al-Namrood con “Worship the Degenerate”. Le chitarre articolano riff e fraseggi che tirano in ballo le tipiche melodie del Medio Oriente attraverso un piglio black/blackened. Chitarre
(Heavy Psych Sounds) Beh, iniziamo con il dire che già leggendo il nome dell’etichetta che ha prodotto il dico qui recensito si intuisce il genere proposto… rock psichedelico all’ennesima potenza, con riff che strizzano l’occhio ai Black Crowes e atmosfere da deserto anni settanta.
(Osmose Productions/Hells Headbangers Productions) Della serie ‘genialata o pattume’, ma con la differenza che le due cose qui coincidono. Album numero tre per questa grezzissima realtà che fa della quasi-cacofonia un biglietto da visita, fatto di suoni sgraziati e al limite del ridicolo, strutture canzoni da terza elementare, copertine minimali, assenza totale di qualsiasi cosa che possa ricordare una sorta di armonia.
(Purity Through Fire) Il black metal di matrice finlandese viene sprigionato nella sua essenza in questo esordio del trio Aesthus. Sound distruttivo, arrembante ma percorso
(Debemur Morti Productions) Sono maestri della blasfemia, virtuosi dell’anticristianità, nonché feroci satanisti gli Archgoat. Nella realtà forse non sono tutto ciò, ma nel loro mondo cioè quello del black-death metal, gli Archgoat sono effettivamente questo, un sacrilegio 

(Fastball Music) Un album dopo sei anni per gli Askara di Basilea che esibiscono alla voce, nonché pianoforte e tastiere, la notevole Miril Schmidt. Alla voce della Schmidt si aggiunge anche quella maschile 
(Helter Skelter Productions / Regain Records) Un semplice duo, metà greco e metà inglese, ha cominciato questo progetto quasi per scherzo, ma ora le cose si son fatte via via più serie.
(The Sinister Flame) I finlandesi Aethyrick non sembrano essere stati scalfiti dalla pandemia, in fatto di vena compositiva… Siamo infatti al quarto disco in appena cinque anni; un percorso che ci ha portato fin dentro l’oscuro mondo del black metal. 
(WormHoleDeath *) Un album dopo dieci anni per gli Asgaard, formazione polacca dedita a quello che si potrebbe definire come dark metal. Dark dal retaggio rock con elementi gothic, tutti immessi in
(Orbscure Recordings / Cooking Vinyl) Dall’etichetta di Alex Paterson dei The Orb una brillante interazione tra i ritmi dell’Uganda e il blues nonché le’eltrtronica di Roland & Albert. Questo EP, di quattro pezzi, è una sorta di ponte tra l’Europa
(Massacre Records) Un album di ottima fattura che rischiava l’anonimato… concepito da una band che a loro volta meriterebbe molta più notorietà. Per fortuna la Massacre riprende in mano questo “They Never Come Back” del 2020, il quale vanta un titolo decisamente enigmatico se consideriamo che si tratta del terzo album della band svedese… dopo un silenzio durato ben venticinque anni! 





(Red Cat Records) La band nasce tra i banchi di scuola con Alice Taddei alla voce, Elia Giorgi e Gabriele Coppola alle chitarre, Alessia Lodde al basso e Filippo Di Martino alla batteria. «’AGAPE’ è nato dalla combinazione delle iniziali dei nomi dei membri della band e in inglese significa ‘rimanere a bocca aperta’». Avviano così 
