PORTA NIGRA – “Fin de Siècle”
(Debemur Morti Productions) I Porta Nigra sono i tedeschi Gilles de Rais, chitarra e basso, e O., batterista e voce. Il duo si esibisce attraverso una dimensione sonora oscura, derivata sicuramente dal black metal ma loro non sono creature feroci, sembrano essere dei sacerdoti di un culto che celebra le sfumature post e avantgarde del genere. (altro…)
(Graviton) Rieccoli, gli inglesi Pythia: una di quelle (poche) formazioni power/gothic che valga la pena ascoltare ancora alla fine del 2012! Tre anni dopo “Beneath the veiled Embrace” la band guidata dalla bella Emily Alice Ovenden è pronta a dare alle stampe il disco numero due, che supera sotto tutti gli aspetti il già riuscito predecessore. Ancora una volta, la cura per l’immagine e il dettaglio risulta maniacale, e la produzione è pulita
(Metalhit.com) Il vinile di questo lavoro ha avuto i natali in Svezia, presso la Blood Harvest Productions e adesso Metalhit lo ripropone in digipack. Parliamo del debut dei brasiliani Poisonous, seminale band death metal, caratteristica che si intuisce da quella copertina che per quanto possa essere un’accozzaglia di cose colpisce nel segno. Porta dentro di se un messaggio unico:
(Heart Of Steel Records /DEFOX Records) Credo esistano diverse dimensioni di valutazione. Ciascuna mostra le cose da un punto di vista completamente diverso, talvolta opposto alla precedente. Nella musica le dimensioni sono molteplici. Originalità. Abilità. Effetto. Alla fine, comunque, l’unica vera dimensione che conta è quella emozionale.
(Napalm/Audioglobe) Long live Paragon, long live heavy metal! Gli inossidabili tedeschi sono arrivati al decimo album e non una virgola del loro sound è cambiato rispetto agli esordi. E questo nonostante siano passati ben quattro anni dall’ultimo disco e lo storico chitarrista Martin Christian abbia abbandonato la formazione. Limitatezza di fantasia, dedizione al genere suonato, fedeltà ai defenders che dal lontano 1990 ne seguono le gesta?
(Discouraged Records) Due anni fa il debut album ed ora un nuovo album per i Plector, in modo da poter mettere in mostra il loro stile fatto di tanto thrash metal e di melodic death metal. La componente Bay Area è molto forte e ricopre per buona parte tutte le canzoni di “Punishment Day”, mentre il death metal sembra essere tra i due generi quello che spesso va ad aggiungersi al contesto.
(Dark Descent Records) Ecco un esempio di magistrale black/death metal che suona come un’ondata distruttiva e che raramente placa la propria violenza nei 37′ di musica che i Paroxsihzem infondono in questo debut album, enfasi delle tenebre e dell’esaltazione di una bestialità subdola. Ogni canzone possiede queste caratteristiche, oltre ad un drumming che sprigiona blast beat a raffica, mid-tempo a seguire e una doppia cassa
(Autoproduzione) La butto così, ma credo che al giorno d’oggi l’hardcore vero e proprio non esista più. Le poche cose rimaste sono confinate nel Do It Yourself, il resto che circola e che spesso è definito hardcore in realtà è un sound che è solo direttamente derivato o influenzato. Le band che si rifanno all’hc devono avere carattere ed esprimere la propria identità.
(Cruz del Sur/Audioglobe) “Judgment of the Dead” è il primo full-“length” dei Pagan Altar: ma nonostante risalga a esattamente trent’anni fa, questa è la prima volta che appare su cd e con la tracklist e la copertina volute dalla band. Per questo ‘evento’ dobbiamo ringraziare ancora una volta la Cruz del Sur, che dopo l’ep “The Time Lord” si è sobbarcata l’onere (e l’onore) di rendere disponibile sul mercato odierno anche questa perla
(Shadow Kingdom Records) Oscurità. Sensazioni depresse. Doom Metal allo stato puro. I Pale Divine arrivano al quarto capitolo, a oltre un decennio dalla prima release ufficiale. Lo fanno con un album imponente, completo, poderoso. Oltre un’ora di musica di qualità, estremamente ben suonata, molto ben registrata. Un album che conduce verso la giusta atmosfera con “Nocturne Dementia” una opener strumentale di ben sei minuti e mezzo,
(Pure Rock Records) Warrant. No, non quelli americani, quelli tedeschi. Speed Metal. Roba dura. E’ da questo passato che salta fuori Jörg Juraschek, voce e basso dei Warrant, voce e basso dei Punchline. U.D.O., mitica band tedesca. Altra roba dura, un pezzo di storia. E’ da questa storia che salta fuori Thomas Franke, batterista originale degli U.D.O., batterista dei Punchline.
(Sonic Attack) Ma quanto è meraviglioso il secondo disco dei polacchi Pathfinder? Non riesco a renderne conto quanto vorrei. Un album così pomposo, barocco, ingenuo (un concept sul metal come quinto elemento che costituisce l’universo!), altisonante e torrenziale di symphonic power metal non si vedeva, a mio giudizio, dai tempi di “Legendary Tales” dei Rhapsody o “Angels Cry” degli Angra. Non vi spaventino i paragoni,
(Autoproduzione) “.:Unique.Negligible.Forms:.” è un 7” che esce in versione limitata a 300 copie. Un breve atto e squisitamente concepito nel guazzabuglio di jazz-grind e avant-garde metal, ovvero una poltiglia funesta e confusionaria che da sempre caratterizza l’estetica dei novaresi Psychofagist. La band riversa tutto il proprio estro sui due lati di questo dischetto, con soli tre brani in totale.
(Bastardized Recordings) I romani Purification trovano il palcoscenico della Bastardized Recordings per questo nuovo lavoro. Era dal 2003, “Banging The Drums Of War”, che non se ne aveva uno nuovo. Andrea Campanelli, chitarrista, è l’ultimo rimasto del nucleo fondatore di questa band vegan straight edge, la quale ormai ha ben poco di quel sound appunto straight edge. La deriva stilistica è verso il thrash e il metal-hardcore, ma di quest’ultimo se ne sente poco.
(Eleven Seven Music/EMI) Credo che nemmeno questa volta i Papa Roach abbiano sbagliato in qualcosa. Sospetto che “The Connection” porterà di nuovo la band a vincere qualche disco di platino. Non è che l’album abbia poi in se qualche potenziale hit o canzoni memorabili e i ripetuti ascolti me lo hanno confermato, ma ha una linearità e quel suo di tenere tutto in ordine, senza sbavature e cali.
(Frontiers) Nono full “length” per i Primal Fear e nona bordata di inossidabile heavy/power metal tedesco: Scheepers, Sinner e compagni hanno ormai raggiunto da tempo uno standard invidiabile di qualità e professionalità sotto tutti i profili, per cui gli appassionati possono sempre acquistare a scatola chiusa. Certo, i nostri non volano più alto da tempo (a parere di chi scrive almeno da “Seven Seals”), ma fanno sempre il loro sporco lavoro di veterani del metallo tedesco. “Strike” è naturalmente ultraclassica – fino all’assolo, che fa stranamente pensare a suoni e ritmi di Luca Turilli!
(Pure Steel-Audioglobe) Molti dei defenders conoscono già Kevin Goocher, che ha avuto l’onore di cantare con gli Omen: i Phantom X, da Dallas, Texas, sono la sua nuova band, che con questo quarto album di onesto e potente US power metal si lancia all’attacco del mercato internazionale. I nostri, tra l’altro, hanno in programma fra meno di un mese un tour europeo che li porterà anche in Italia, per diverse date e in location peraltro inusuali (fra le quali Napoli e la Sardegna). Tre quarti del disco costituiscono un concept sul quale, purtroppo, noi recensori non abbiamo troppe informazioni!
(Autoproduzione) Dannatamente pesanti. Sporchi. Trascinanti. Sono in quattro, vengono dalla Danimarca (anche se hanno componenti sparsi per mezza Scandinavia, Islanda compresa). Suonano uno stoner iniettato di sludge. Gridano nel microfono, voce sporca, a tratti estrema o growl. Propongono una produzione essenziale, chiara, potente, dove ogni corda del basso, quando pizzicata, emana vibrazioni viscerali e devastanti. Dall’heavy metal puro attingono riff massicci, ed il loro EP, purtroppo limitato a soli quattro pezzi, vi fa volare dalla sedia, fa esplodere le casse dello stereo.
(Cruz del Sur/Audioglobe) I fanatici della scena doom conoscono già “The Time Lord”: si tratta del lungo ep che presenta i brani più ‘antichi’ della formazione inglese, registrati fra il 1978 e il 1979 e presentati in passato in edizioni limitatissime su cassetta e vinile. Oggi la sempre meritoria Cruz del Sur ristampa questo oggetto di culto su cd, e spero che l’audacia venga premiata:
(Klonosphere/Season of Mist) Figli della Bretagna (Britanny), terra arcaica e affascinante, ma anche figli del melodic death metal svedese I francesi Pictured. Nuovo album fatto di melodia ma anche di spiccata aggressività, formulata attraverso un thrash metal di fondo (su tutti ascoltare l’attacco iniziale di “metal”) che si infonde in ogni singola canzone.
(Ipecac Recordings) “Laborintus II” è un’opera di Luciano Berio, grandissimo compositore italiano, tra i grandi della musica. Berio compose la partitura nel 1965 per i 700 anni della nascita di Dante Alighieri, con annessa parte testuale ispirata su un poema di Edoardo Sanguineti. Nel 1972 il compositore eseguì in Olanda “Laborintus II”, in occasione dell’Holland Festival.
(Misantrof ANTIRecords) Un sorriso infernale, bestiale. Un ghigno malvagio, ironico, derisione per il mondo intero, per il genere umano intero. Un inferno che attende con pazienza, banchettando, la fine di una umanità dannata, condannata, perduta. E nel frattempo il rock’n’roll delle origini suona, scuote, smuove, fa tremare. Un Rock’n’roll iniettato di sangue, di rabbia, di disgusto e repulsione.
(Pagan Records) Erano cinque anni che non si vedeva un nuovo album dei Pandemonium. Arriva dunque il momento per “Misanthropy”, con l’ausilio di Androniki Skoula (Chaosstar e con collaborazioni per i Rotting Christ) per alcune (fantastiche) inserzioni vocali femminili e i samples di Khorzon (Arkona e Mussorgski).
(Cyclone Empire) Un album incentrato sui miti di Cthulhu, ideati da H.P.Lovecraft, da parte di una band di death metal svedese old style, nata nel 2008 grazie a componenti dei Nominon, Reclusion, Thorium e altri. Loro sono i Puteraeon e sono al secondo album. Il missaggio è di Andy La Roque, sinonimo di qualità e in effetti “Cult Cuthulhu” ha un sound fresco, nitido, aggressivo e dannatamente death metal.
(Pure Steel/Audioglobe) Se amate l’us power metal più sporco e cattivo, alla Metal Church o anche alla primi Iced Earth, i Power Theory meritano certamente la vostra attenzione. La band della Pennsylvania sembra aver passato indenne un notevole cambio di formazione (due membri su quattro) e si presenta sul mercato con un secondo album più potente e violento che mai.
(Bleak Recordings/Division Records) Dal Portogallo ritornano i Process Of Guilt, i quali realizzarono l’album “Erosion” nel 2009 e ancor prima “Renounce”. La musica dei Process Of Guilt è un insieme di sludge, stoner e doom, di Neurosis e di ossessioni, di suoni compatti e possenti, di melodie maestose e di distorsioni granitiche.
(Century Media) Mi odierete. Le parole che leggerete di seguito non faranno felici molti. Però credo, anzi, sono certo, di non essere l’unica mente distorta che ha adorato i Paradise Lost in ogni singolo passo della loro lunga carriera (siamo al tredicesimo album). Ho adorato il cupo death dei primi anni. Li ho seguiti nella mutazione, quando la stampa accusava Holmes di cantare come Hetfield.
(Idle Star Records) Mirk Star e Jimmy Idle sono due amici da tempo, almeno dai primi anni ’90, e hanno fatto musica insieme, poi artisticamente hanno percorso strade diverse. “Hardcore Rock n Roll” rappresenta un legame tra i due e, soprattutto, un ritorno alle canzoni redatte e suonate insieme. Lo hanno pensato nel 2009 e costruito tra Parigi e la Germania, con la supervisione di Mr. Andy Brings
(Long Branch Records) Prong, nuovo album. Un po’ come se il papà tornasse a casa e i bimbi saltano di gioia. Si, c’è da tornare bambini al pensiero di un nuovo album dei Prong. Loro sono tra quelli che hanno offerto qualcosa al metal, ma spesso passano sotto traccia. Mai sentito nominare il “crossover”? Ok, loro lo hanno modellato, forse non lo hanno inventato,
(Metal Scrap Records) Solo 20′ per debuttare su una release più impegnata, rispetto ai precedenti demo, da parte degli ucraini Perishing Humanity. 20′ devastanti, 20′ di deathcore massiccio, possente, con breakdown e blast beat tra il brutal death metal e un simil grindcore, il thrash metal, scrosci di sweep e un growling malato.
(Dunkelheit Producktionen) Split tedesco (per l’etichetta) che propone suoni dallo Sri Lanka (per le band). “Astral Mantras of Dyslexia” contiene i Funeral In Heaven, band che sfrutta in modo incerto lo spazio di questa release. De segnalare in formazione un batterista che è anche violinista e un percussionista.
(Nuclear Blast) Cinque album alle spalle, questo compreso, più un live. Numeri interessanti. Sotto contratto con la Nuclear Blast. Non possono essere male. Hanno suonato in America, Europa, Australia, Nuova Zelanda… ma anche in Indonesia, Cina e Mongolia. Ma chi diavolo suona in Mongolia? Eppure hanno condiviso lo stage con gente del calibro di Nile, Cannibal Corpse, Deicide e Behemoth. Una death metal band americana? Un’altra band tedesca? No.
(Cruz del Sur-Audioglobe) A breve distanza dall’ep “Ten Years”, il Faraone di Philadelphia torna ad esprimersi attraverso la potente voce di Tim Aymar: “Bury the Light” è il quarto album della band americana, la cui musica è sempre facilmente riconoscibile grazie a un sound davvero personale e direi unico (almeno fra le formazioni in attività), sempre ostico al primo ascolto ma capace di radicarsi profondamente nell’ascoltatore
(Autoproduzione) I parmigiani Pursuing the End, in attesa di pubblicare il debut, cominciano con il rilasciare questo singolo promozionale (due tracce più una intro) per ora riservato a webzine ed etichette, ma che presto sarà disponibile anche per il download digitale. La giovane band, fondata nel 2010 e con all’attivo un ep, si avvale in questa occasione di un coro operistico e della partecipazione di una soprano: il risultato finale, di alto livello 