fotofilthinmygLa neonata Memorial Records pubblica il nuovo EP dei milanesi Filth In My Garage. Intitolato “12.21.12” e con all’interno tre canzoni, cioè “Future, “Past” e “Present”, la band realizza un personale messaggio sulla nostra attuale esistenza; Stefano, il cantante, lo approfondisce con noi.

Grazie mille per questa intervista e complimenti per il nome! Quando l’ho letto ho pensato ad una persona incasinata, ma consapevole che deve mettere in ordine la sua vita. Un’immagine lontana dal significato del nome?
Direi che è una delle interpretazioni più riuscite, addirittura hai espresso il concetto probabilmente meglio di come avremmo potuto esporlo noi, quindi grazie innanzitutto!

Prima di parlare della vostra recente uscita, “12.21.12”, vorrei che presentassi la band e il vostro passato ai lettori. Siete nati nel 2007, giusto?
Sì, sono passati all’incirca sei anni. Abbiamo cominciato in tre dopo aver trovato un fratello nel primo bassista che poi si è dovuto allontanare, ci siamo riformati e rigenerati con l’arrivo di due nuovi Filth. Fin dai primi mesi di vita abbiamo suonato parecchio nella nostra zona (Milano e dintorni), incontrando gruppi e persone veramente in gamba… E speriamo di continuare a farlo. Fondamentalmente siamo un gruppo di persone che mette soprattutto la passione in quello che fa, lo dimostriamo nei live e ovunque si suoni, dimostrandolo a noi stessi attraverso questi anni di sforzi fatti assieme. Credo che questa sia la vera spinta che ci fa andare avanti.

Il 21 dicembre avete tenuto un release party a Lodi. Come è stata la serata? Era la prima volta che avete presenziato ad un evento del genere?
A Lodi ci sono dei nostri cari amici, tanta gente che suona, altri che organizzano e portano avanti svariati progetti, per cui è stato un onore e un piacere presentare il disco in quell’occasione. Inutile quindi dire che la serata è stata da paura, altro evento simile fu quando presentammo il primo disco “Crawling Through the Animals” a Melzo, anche in quel caso la cosa fondamentale fu suonare in mezzo a gente ottima, amici e fratelli che ci supportano e ci fanno sentire a casa ogni singola volta.

Dunque, tre pezzi di durate diverse e dedicate alle tre entità temporali principali, futuro, passato e presente. Questo è l’ordine scelto da voi. Potrei avere un chiarimento sul perché di questa sequenza, ovviamente anche in relazione ai testi? Poi ci sarebbe da chiarire anche il titolo…
Il tempo è stato stravolto per disorientare dall’inizio chi si appresta ad ascoltare i nostri pezzi, il senso di questo sconvolgimento è da ricercare appunto dentro ai testi: senza dilungarmi troppo (lascio a chi ascolta il compito di addentrarsi nel significato dei tre brani) diciamo che il futuro e il passato sono componenti fondamentali per comporre il quadro dell’esistenza di qualsiasi individuo. Ma il punto fermo che rimane è il presente, ciò che facciamo nel momento in cui lo viviamo è la realtà, quindi attraverso l’ascolto del futuro e del passato, arriviamo a “scontrarci” con l’attualità, con il presente. Inoltre (cosa fortemente intrinseca anche nel primo lavoro) l’idea generale è di una razza umana alquanto negativa, ma leggendo attentamente i testi risulterà chiaro nel finale che un barlume di speranza – per così dire – c’è… Certo non aspettatevi un “happy ending”, ma piuttosto una sorta di illuminazione che giunge da una dolorosa analisi di sé stessi, dove il concetto di singolo si fonde a tratti col concetto di gruppo. Quello che volevamo comunicare era quindi una riscoperta di cosa vuole dire esistere, meno egoistico e patinato e più organico, sporco e scomodo, ma sostanzialmente vero… Direi che questo è il concetto insito nel nostro EP, senza tralasciare che questa consapevolezza è anche a livello personale, di gruppo, dato che vogliamo riscoprirci e quindi rigenerarci: una fine e una rinascita – da cui il titolo – la data che secondo molti poteva rappresentare la fine del mondo o l’inizio di una nuova era… Detto ciò, abbiamo pensato di trasmettere le trasformazioni che stavano e stanno avvenendo all’interno del gruppo in modo da rendere partecipe chi si affaccia a questo lavoro.

 Avete un bagaglio hardcore, alcuni di voi provengono proprio da quel mondo. Secondo te al giorno d’oggi è un genere attuale e che può ancora essere fonte d’ispirazione e, soprattutto, di espressione?
Il discorso hardcore è talmente ampio che potrei scrivere per ore… Dico che hardcore inteso come modo di affrontare le cose e viverle, è ampio e al suo interno ci sono realtà come la musica ma anche uno svariato numero di altre discipline e forme di espressione. Sicuramente è l’attitudine e il modo genuino di farle che le rende hardcore, e noi sicuramente veniamo da quello e continuiamo a portarlo avanti. Per quanto riguarda il discorso musicale e di suono, i nostri gusti sono talmente diversi che il risultato sarà sempre in evoluzione, pur mantenendo la nostra impronta e il nostro stile che si impregna di tutto quello che viviamo e ascoltiamo… Per il prossimo disco quindi, ci saranno novità.

Meorial Records, nuova etichetta e con alle spalle un team preparato. Vorrei capire è cosa pensa una band che vuole emergere e che ha accanto queste due entità.
Questa collaborazione ci ha dato nuovi spunti e stimoli, nuovi obiettivi e la possibilità di confrontarci con realtà sempre nuove e interessanti. Siamo pieni di energia e non vediamo l’ora di buttarla fuori e condividerla con più gente possibile, quindi per ora siamo lanciati e davvero soddisfatti.

E’ da un anno che ho contatti con alcuni francesi che mi sottopongono musica realizzata da band francesi e svizzere, tutte con derive post hardcore, math rock e cose del genere. In Italia c’è un filone che sta andando in quella direzione?
Siamo felici di aver incontrato anche noi gruppi francesi che rappresentano una scena in fermento. Anche in Italia ci sono molte realtà che scalpitano e speriamo di poter prima di tutto incontrare altre band suonando in giro, condividendo il palco e le idee.

Grazie ancora, prima di salutare i nostri lettori raccontaci se c’è qualcosa che farete nell’immediato.
Suoniamo più che possiamo, stiamo scrivendo nuovi pezzi, abbiamo intenzione di pubblicare un video con montaggi live della serata di presentazione a Lodi, stiamo pensando a nuove tematiche e concept per un’eventuale nuovo disco… Insomma le idee sono tante, la passione e la voglia pure. Speriamo di averlo trasmesso e di trasmetterlo sempre. Grazie Alberto e Metalhead per lo spazio e a chi leggerà queste parole, grazie del tempo concessoci.
A presto.

 

(Alberto Vitale)

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