Adesso salta fuori anche questo METAL QUIZ, oggi, alle 16:00, condotto da Alan Nemtheanga dei Primordial. Confesso io avrei preferito un Abbath travestito da Mike Bongiorno! Poi nel tendone adiacente al Grieghallen ci sono mercatini di ogni genere e pure Erik Danielsson dei Watain che mette su musica. Oggi si inaugura pure la mostra fotografica “De Mysteriis Dom. Sathanas” curata da Finn Håkon Rødland.

Per fortuna ogni evento non inizia prima del primo pomeriggio. Perché la notte di Bergen inizia ad essere impegnativa: gli eventi pomeridiani, i concerti nel pomeriggio, poi dalle 18:30 i concerti principali, fino a mezzanotte ed oltre… e poi altri concerti… o i pub nei quali ritrovi seduto al banco con a fianco quelli che solitamente vedi in foto… o sul palcoscenico, tizi come Hoest, Gaahl o Abbath, oltre che i vari musicisti presenti in città per le esibizioni.

Con ieri sera (o la notte scorsa, come preferite), è finita la serie di concerti allo storico USF Verftet, una ex fabbrica di sardine in riva al mare, ora enorme polo culturale ed artistico munito di una sala concerti favolosa. Da questa sera ci si sposta tutti al Grieghallen, con Enslaved, Emperor e Mayhem… tre band iconiche che registrarono i loro primi album, “Vikingligr Veldi”, “In the Nightside Eclipse” e “De Mysteriis Dom Sathanas” rispettivamente, proprio qui… dischi che stasera riecheggeranno nell’etere, suonati dal vivo, in una suprema celebrazione di questo genere musicale. Una celebrazione che va oltre ogni limite, visto che Eirik ‘Pytten’ Hundvin, il produttore di questi album (ma anche di moltissimi altri di Immortal, Gorgoroth, Burzum, ecc), conduce delle visite guidate alla struttura, svelando segreti, enigmi… oscuri aneddoti.

Il black metal è un genere musicale che gioca costantemente con la dimensione occulta della vita: dal satanismo alla magia, dal mistero all’oscurità. Ma non è solo il black il portavoce di questa espressività artistica, come conferma il secondo giorno del festival il quale ha visto avvicendarsi sul palco quella dimensione meno violenta e più suggestiva delle tenebre.

Foto: Monica Furiani Photography

Prima di tutto i suggestivi occult rockers svedesi Year Of The Goat apripista di una serata veramente eccitante. Quasi ironicamente fanno seguito gli storici inglesi Satan e gli svedesi Lucifer, i primi con il loro ultra classico NWOBHM, i secondi con la sensuale Johanna Platow Andersson e quel rock pregno di un sulfureo odore che riporta agli anni ’60 e ’70. Immensi e ipnotici i Sólstafir, con il loro post metal ricco di una divagazione etnica che collega i caldi deserti del Texas alle selvagge brughiere del circolo polare artico, una band che -come ha dichiarato Aðalbjörn “Addi” Tryggvason- in origine era norvegese, però circa mille anni fa. Dopo il loro immenso spettacolo degli islandesi, sono gli svedesi Opeth con il loro prog trasversale che abbraccia il death metal a far chiudere il sipario del secondo giorno del Beyond the Gates 2022.

Foto: Monica Furiani Photography

L’indomani è piovoso, solo alla sera ci sarà un’ipotesi di sole e la vista di qualcosa simile ad un tramonto, sera che vede il ritorno alle tenebre del black metal… e delle sue vere origini.

L’oscurità opprimente degli islandesi Misþyrming e l’aggressività dei Whoredom Rife anticipano la finlandese satanica irriverenza degli Archgoat, i quali offrono un mostruoso e favoloso spettacolo destabilizzante: davanti ad un USF strapieno, loro quasi ignorano il pubblico con un atteggiamento più consono alla sala prove che al palcoscenico, mentre orde di fans completamente fuori di testa si massacrano con un mosh violento ed un costante crowd surfing tanto che dalla mia posizione elevata potevo osservare più piedi che mani alzate al cielo!

Foto: Monica Furiani Photography

In chiusura la glaciale suprema performance dei polacchi Mgła e il superlativo concerto dei Sodom, band che sta per iniziare la celebrazione del 40° anniversario di attività! I Sodom appaiono in eccellente forma, Tom Angelripper e Frank Blackfire assieme sono letali, mentre la setlist che include chicche di prim’ordine, tra queste “Agent Orange”, “Tired and Red”, “Christ Passion”, “Sodomy and Lust” e “Outbreak of Evil”, oltre a una “Over the Top” dei Motörhead con ospite Tore Bratseth (Bömbers) al microfono, l’irriverente violenza della versione dei Sodom di “Surfin’ Bird” (The Trashmen) e l’immancabile “Bombenhagel” posta in chiusura. Il tutto con un pubblico mostruosamente scatenato! Unico problema? Quello evidenziato da Tom, il quale si è dichiarato palesemente contrariato dall’ora ed un quarto di slot: “di solito noi suoniamo almeno due ore in un fest!”.

Foto: Monica Furiani Photography

Impossibile non ricordare che il giorno seguente, quello celebrativo al Grieghallen, non esisterebbe se nel 1982 questo quasi sessantenne non si fosse rotto i coglioni di lavorare in una fottuta miniera di carbone, decidendo di formare una band violenta ed incazzata, dichiaratamente contro tutto e contro tutti! I Sodom all’epoca erano il male, il peccato, la cosa che mamma ti proibiva, in costante guerra contro un mondo che li odiava, alimentando come benzina sul fuoco quella motivazione ad andare sempre avanti.

È innegabile che bands come i Sodom hanno creato le fondamenta del black metal della seconda ondata, genere senza il quale questa sera non andremo al Grieghallen, genere senza il quale -forse- io non sarei qui a Bergen a raccontarvi queste storie.

(Luca Zakk)

PS: ore 4:00am, a poche decine di metri dal mio hotel incontro un amico, il boss della Dark Essence Records. “Bella maglietta!”, mi dice. “Certo! Devi ascoltare questa band! Sono una figata!”. “Ok! Lo farò!”, mi risponde. Si trattava della maglietta dei Soft Ffog (recensione qui), un suo regalo dell’altro giorno. La band è nel roster della Is it Jazz? Records, etichetta dell’ecosistema della Dark Essence. Ci salutiamo e ci incamminiamo verso il meritato riposo.

PS: Piove anche oggi. Anzi no, ora è uscito il sole. Durerà?

I report delle 5 giornate: Giorno 1Giorni 2 e 3Giorno 4Giorno 5