(Nordvis Produktion) È una costante evoluzione artistica, oltre che spirituale, quella di Erik Gärdefors con il suo intenso e spettacolare progetto Grift, ormai giunto al quarto album, senza contare i vari EP, live e split. Fino al precedente “Budet” (recensione qui), Erik offriva quelle visioni introspettive dentro la natura e la tradizione della sua terra in chiave black metal… certo, un black metal diversificato, avvolto dentro dettagli folk, ma mai palesemente acustico come in occasione dell’EP “Vilsna Andars Utmark” (qui) dell’anno scorso, cosa che si ripete in questo immenso “Dolt Land”, un album che ancora una volta omaggia il monte Kinnekulle in Svezia, una sorta di altipiano, di fatto una mesa, ovvero una superficie rocciosa sopraelevata con la cima piatta formatasi 200 milioni di anni fa in era mesozoica. Erik ha sempre tratto grande ispirazione dal Kinnekulle, per la sua natura e per la tradizione fatta di leggende che ruotano attorno all’area, portando ad un grande senso di malinconia e mistero, come il canto del gufo che anticipa la opener “Silverne stig”. C’è sofferenza in “Nattens pilgrim”, si diffonde senso di gloria e di mestizia con “På vingar slumrande”, mentre porta ad una pace interiore la favolosa “Evas backe”. Sublime e in una dimensione narrativa “En hemskog”, malinconicamente sorridente la conclusiva “Gyllene sal”. Strumenti acustici, analogici, tradizionali, suoni della natura catturati elevando la proposta verso un concetto ambient incantevole. Dopotutto l’album è immersione nella natura, è un canale spirituale per lasciarsi andare, uscire dalla caotica essenza dell’umanità per ritornare alle origini, lasciando che l’immaginazione si scateni, liberandosi, materializzando dimensioni oniriche pregne di misticismo. “Dolt Land”: terra nascosta… osservando ciò che fiorisce e appassisce costantemente in quei luoghi nascosti, meno accessibili, un po’ segreti… celando la luminosa meraviglia di quel tesoro che si chiama natura. Dal black metal delle origini, in avanti, crescendo, attraverso un’evoluzione, dentro il folk, fino al neo folk: Grift va oltre lo status di creatura di Erik Gärdefors, va oltre l’essere solo un progetto artistico; Grift è ormai una entità indipendente, a sé stante, una dimensione sonora e spirituale avvolgente, travolgente… tanto delicata e tranquilla quanto tuonante e violentemente impattante.

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10