PLANETHARD – “Now”
(Scarlet Records) Terzo album per gli Italiani Planethard, band che in poco più di un decennio ha evoluto sensibilmente il proprio sound, pur restando fedele alle proprie radici. Nati nel 2004 inizialmente come cover band, il gruppo inizia presto a scrivere brani propri, orientati verso un hard rock che prendeva ispirazione da (altro…)
(Pesanta Urfolk) Solitamente due tracce non sono mai sufficienti a giudicare un gruppo. Ma in questo caso si può fare un’eccezione. I Predatory Light infatti attraverso due contorte e lunghe canzoni confezionano un piccolo lavoro che ha una sua vita e un suo scopo: fondere sapientemente doom, death e black con musica d’atmosfera. I tempi sono dilatati e cadenzati, le chitarre distorte
(Iron Bonehead / Invictus) Il marciume e la tombale essenza che diffondono i belgi Possession non ha paragoni. Dopo l’EP “Anneliese” dell’anno scorso, due traccie di pura adorazione del male, di banchetti infernali a base di anime, sangue e dolore, arrivano con questo mini album. Proprio non sembrano interessati al full length, ma francamente pochi umani
(Chaos Records) Non ricordo dei russi suonare un death metal così dannatamente cattivo e incrociando la corrente svedese con quella olandese. I tappeti ritmici dei Pyre sono tosti e pesanti, opulenti e certe linee del riffing viaggiano cadenzando alla maniera degli Asphyx.
(Seance Records) Lande desolate, eremi decadenti, solitudine, un generale senso di depressione ed abbandono. Grazie a sublimi melodie incastrate in sviluppi sonori opprimenti, si rivela il quinto album degli australiani Pestilential Shadows, ormai in circolazione dal 2003, sempre attivi e persistenti grazie alla costante
(Svarga Music) Fieri difensori delle tradizioni e dell’orgoglio della propria terra, gli ucraini Paganland dedicano il proprio secondo album al coraggio dei connazionali in guerra con la Russia. Al di là della vostra fazione (sempre che ne abbiate una al riguardo), si tratta di un intento ammirevole e
(Emanations/Les Acteurs Del’ombre) Di sicuro il black metal francese non è conosciuto per la sua morbidezza, ma per le velocità medie folli che usano i gruppi di questo ormai consolidato fronte musicale. I francesi che qui andiamo a recensire invece vogliono andare controcorrente e se ne escono con un album ben
(M.A.P./VideoMapNetwork) Un rock colto, ammesso che sia il caso di usare un termine che spesso è piaciuto a critica e fan e chissà quante volte impropriamente (vero, Sig. Battiato?). Un rock i cui testi sono costruiti su livelli diversi dalla comune linea di creazione di parole per un testo musicale.
(Gain Music/Sony) Ecco una di quelle band che per qualche motivo non ho mai seguito. E riconosco di aver sbagliato! Il quartetto svedese, ormai al decimo anno sulla scena, vanta molta esperienza, stile, abilità, gusto e questo sesto disco è un piccolo capolavoro di heavy metal melodico, capace però di toccare vari
(Hells Headbangers) Le mie preghiere sono state ascoltate da qualche blasfema entità, perché quanto mostrato dai Perdition Temple nell’EP “Sovereign of The Desolate” (
(Steamhammer/SPV) “Doomsday” degli eterni Discharge viene riproposta con velocità rispettosa nei confronti dell’originale. Il clima di odio, rabbia e nichilismo resta, anche se non eguaglia l’originale. Chi ha mai eguagliato i Discharge? Si saltella di gioia con “Vision Thing”
(Beyond…Prod.) I profondi cambiamenti di una vita, condensati in un’ora e dieci di sublime esperienza sonora. Che poi non conta l’ispirazione ad un romanzo mai scritto o la partecipazione -come guest- di Efthimis Karadimas dei Nightfall. Non conta ci sia del doom o del death. Non contano le altre ispirazioni, o il fatto che questo sia solo un
(Woodcut Records/Inverse Records) Dalla Finlandia arrivano questi Perdition Winds con un black metal senza fronzoli e orpelli. Sei tracce nere come una foresta d’ebano in una notte di eclissi lunare. Potenza nefasta di strumenti suonati il meno professionalmente possibile ma con assoluta devozione ai recessi più oscuri e
(Peaceville) Quale migliore release di un doppio dvd che contiene l’identità di una delle band più prossime alla filosofia dei Black Sabbath? I Pentagram non sono dei cloni o figli di Ozzy: nascono nei primi anni dei ’70: lo spirito di Bobby Liebling e dei suoi infernali compagni è una diretta conseguenza di quei tempi. L’epoca segnata proprio dai primi massicci, lugubri e oscuri suoni dei Sabbath. Oltrepassando la solita e doverosa citazione dei quattro del ‘sabba nero’ e non da meno l’atmosfera cimiteriale degli anni settanta
(Qua’ Rock Records) Cosa accomuna la figura di un avvocato penalista e quella di una scrittrice? Una Gibson Les Paul! Paola Pellegrini è ambedue le cose, ma all’occorrenza imbraccia anche la suddetta chitarra per esibire la propria anima musicale, confinata tra l’hard rock, il rock puro e il punk. “Dreams Come True” è
(Apathia Records) Gli autori di “Hyperblast Super Collider” (
(Discouraged Records) Arrivo in ritardo con il mio pezzo su questa band svedese. “In the Shadow of the Colossus” è stato pubblicato nel marzo dello scorso anno dalla Discorurged Records. Seconda release per questa band che mishia post metal, post hardcore, mathcore
(Hellprod Records) Un buon split, non c’è che dire. Questo è il mio giudizio dopo un solo ascolto. Tanto è bastato, visto che almeno uno dei lati ospita roba grossa. Si perché se di parla degli Hellbastard, e sai che hai di fronte un gruppo che ha fondato
(Autoproduzione) I Phantasmal vogliono riuscire nel delicato compito di fondere Black Metal e Heavy Metal anni ’80. E tutto sommato ci riescono. In questo demo del 2014 (il duo americano è attivo dal 2012) i nostri cercano di plasmare su disco il loro intento, forgiando tre tracce piuttosto
(Hells Headbangers) Se si parla dei Perdition Temple bisogna parlare di quella macchina frantumaossa che risponde al nome di Angelcorpse. Perché qui siamo di fronte a una delle tante creature musicali sfornate da Gene Palubicki (qui solo in veste di chitarrista) dopo lo split con il resto della band nel 2009.
(Autoprodotto) Mi piacciono le autoproduzioni. Pur non essendo una prerogativa sufficiente, risulta spesso necessaria per chi vuole dire la sua senza bisogno di accontentare nessuno oltre a se stessi. Niente ore e ore di mixaggi, tracce su tracce, prove e controprove. No, in questo caso di solito si affitta uno studio
(Beyond… Prod.) I Plateau Sigma avevano già incrociato la strada della nostra webzine (
(New Model Label/U.d.U. Ululati Records) Emozioni ed atmosfere della vita di Ivan Perugini, leader di questa band Italiana. Nove tracce ricche di energia, di sfogo, di canalizzazione di stati mentali, siano essi piacevoli o meno, nostalgici o semplicemente emozionali. Dopotutto questa è un po’ la ragione per la quale esiste rock, quella valvola di sfogo attraverso la quale passa di tutto,
(Nuclear Blast) Il trio Panzer, che mette insieme Schmier dei Destruction, e Herman Frank e Stephan Schwarzmann degli Accept, sarebbe stato fondato per iniziativa del proprietario dello Z7, il famoso club svizzero per cui passano i tour di tutti gli artisti metal che contano. Se notando i nomi coinvolti, la copertina,
(Dr.Music Rec) Otto pezzi che grondano copiosamente di groove. Chitarre, basso e forse anche la batteria, sono ovattate da una coltre granulosa, gonfia. La voce è roca, suprema nel divagare con strofe brucianti. Tutto fa pensare a dello stoner sardo! Sono appunto sardi i Pinkemical Sunset e la loro anima sembra persa nelle lande arse di quell’isola eterna; il bruciare del sole, l’afa
(Autoproduzione) Una copertina singolare e indovinata incornicia l’ep di debutto dei londinesi Pineal: loro si definiscono post metal, ma forse tanto post non sono, dato che nel loro sound si colgono (almeno a mio parere) diverse influenze dei generi canonici, soprattutto in ambito stoner e groove metal.
(W.T.C. Productions) Debutto per i Greci Principality Of Hell, band capitanata dal veterano The Magus, conosciuto già negli anni ’90 per la sua militanza in acts quali Necromantia e Thou Art Lord. La copertina in pieno stile Venom e l’urlo “Black Fuckin’ Metal”
(Debemur Morti Prod.) Vindsval, il signore di Blut Aus Nord coabita in questa release con il collega, anche lui francese, Frederic Sacri di P.H.O.B.O.S., un progetto che alla nascita era un trio. Blut Aus Nord si concede una cavalcata di tre pezzi per oltre 20’ totali, di black metal oscuro e a tratti dai connotati post. Sound ipnotico, soprattutto per le cadenze e per come il riffing si intreccia e produce melodie che sembrano ripetersi come
(Indie Recordings) Purezza dell’oscurità. I Posthum non sono semplicemente un’altra band norvegese composta da ex membri di altre band norvegesi. I Posthum nascono dal nulla nel 2004 arrivando al debutto solo nel 2009, calcando poi i palchi internazionali con bands quali Satyricon, Vreid e Shining. Con “The Black Northern Ritual” giungono al terzo
(Blastasfuk Grindcore) Non potevano trovare un titolo migliore per descrivere la loro proposta, gli statunitensi Pretty Little Flower, band votata alla devastazione sonora totale. Il loro sound unisce il grind core di Terrorizer, Filthy Christians e Lock Up al thrash di matrice slayeriana, risultando molto
(UDR Music) Tutti sappiamo chi è Dave Lombrardo e quanto valga. Dopo Slayer, progetti e collaborazioni con Patton, Zorn e altri, Dave ha messo all’opera la sua mirabile tecnica per realizzare un album (il secondo, il primo era “Harmonic”) assolutamente fantasioso, insieme a Gerry Paul Lester, chitarrista
(Svart Records) Oscurità assoluta! Nessuna concessione alla speranza, alla positività nella musica dei Profetus, band Finlandese dedita ad un doom catacombale con voce death metal, un growling profondissimo, gelido come gli
(Pavement Music / Soulfood Entertainment) Quarta uscita discografica per Pulvis Et Umbra, band nata a Cremona nel 2002 dopo lo scioglimento dei deathsters Phoneutria. Dopo vari cambi di formazione, due EP e un full length, questo ritorno sulle scene vede la presenza del solo fondatore Damy Mojitodka ad occuparsi di tutte le
(Ektro) Album strano e complesso. I finlandesi Plain Ride provengono da quattro album di folk rock ed improvvisamente decidono di deviare -leggermente- rotta. “Skeleton Kites” è oscuro, profondo. Un disco che unisce sensazioni dark con un folk -costantemente presente nel sound dei Plain Ride- ed un’anima sostanzialmente