EVIL-LŸN – “Disciple of Steel”
(No Remorse Records) Ricordavo di aver recensito l’ep d’esordio dei finlandesi Evil-Lyn: a ben sei anni di distanza e con una formazione rinnovata (ora il singer è un uomo, tale Lasse Heinonen) gli scandinavi danno finalmente alle stampe il debut. (altro…)
(Mighty Music) Stavolta ammetto di esserci rimasto male! Gli Highland Glory erano (dato che si sono sciolti nel 2011) una ottima band power metal danese, autori di un disco, “Forever Endeavour” (2005), prezioso quanto sottostimato.
(Pitch Black) Heavy/power grezzo e sferragliante per l’esordio dei norvegesi Sinsid, che vantano come cantante l’ex wrestler Terje Singh Sidhu, magari non dotatissimo sotto il profilo vocale… ma certamente di grande presenza scenica!
(Revalve Records) I marchigiani Walls of Babylon si fanno vivi sul mercato con un ottimo secondo disco di modern prog/power metal: la loro musica è contemporaneamente solida e coinvolgente. “Starving Soul”,
(Fighter Records) Ho sempre ritenuto i torinesi Airborn una delle band più dotate e sottovalutate della scena power italiana: i loro primi due dischi, per quanto ‘ingenui’, sono davvero delle gemmine di happy metal,
(Iron Shield) I brasiliani Krull sono attivi da vent’anni, ma sotto questo monicker pubblicano solo ora il full-length di debutto, dedicato a Robert E. Howard e tematiche heroic fantasy. La sgangheratissima opener “The Witch”
(Autoproduzione) Quattro ragazzi che dal North Carolina vogliono far rivivere lo spirito dell’heavy metal: storia sentita mille volte, ma i Knightmare portano certamente un buon voto a casa per il loro secondo album,
(Gates of Hell) Da Aschaffenburg, in Baviera, i Pulver esordiscono con un 7’’ davvero interessante, che mescola più influenze in ambito classic heavy metal per un risultato che fa venire voglia di ascoltare di più. Sfaccettati i tre brani in scaletta: se “Howl”
(High Roller Records) Come credo tutti sappiano, la carismatica Leather Leone è la singer dei Chastain e una delle voci più rappresentative dell’us metal: questa sua seconda prova solista, con una band composta da vecchi amici e collaboratori, esce a ben 29 anni dalla prima (!),
(Mighty Music) La storia la sapete: c’è una band che pubblica un disco o due a metà anni ’80, quindi svanisce nel nulla nei nineties. Il montante interesse per l’heavy metal classico li porta poi alla reunion negli anni 2000,
(No Remorse Records) L’infinita storia si ripete: i britannici Traitors Gate fanno uscire un EP nel 1985, quindi scompaiono. Il loro unico prodotto discografico diventa un pezzo ricercato; poi il mercato esplode, i comeback sono all’ordine del giorno,
(Wormhole Death) Con una storia lunga vent’anni, i britannici Apparition danno oggi alle stampe il proprio terzo album: un gothic/symphonic metal che evita i percorsi più triti per un approccio vagamente vintage. Ecco allora una analisi dei principali brani in scaletta.
(M-Theory Audio) Se il debut “
(Iron Shield) Piccolo split di una mezz’ora per omaggiare i danesi Randy, misconosciuta cult band che non è mai arrivata al full-length: se lo dividono i tedeschi Blackslash (
(Eat Metal) L’etichetta greca Eat Metal Records è andata a pescare gli esordienti Falcun nientemeno che in India: la band regala in cambio dell’attenzione un disco di ruvido e nervoso heavy/speed metal, naturalmente con entrambi i piedi negli anni ’80.
(Via Nocturna) Nascosto dietro una copertina da b-movie o da videogioco scadente arriva in redazione il primo full-length (comunque brevissimo: cinque brani e un intermezzo per 32’ di musica) degli US metallers del New Jersey High Council, finora autori di quattro EP.
(Pure Steel) Gli inossidabili crucchi Wolfen tornano alla carica a quattro anni dal precedente “
(Rockshots Records) Estremamente interessante il debut dei baresi Kormak, guidati dalla carismatica singer Zaira De Candia: il disco mette assieme diversi generi (il folk, il celtic/death, in alcuni casi addirittura il gothic puro) per un risultato che,
(Iron Shield) Era dai tempi di “
(Transcending Obscurity) Il debut dei simpatici indiani Against Evil, dediti a un heavy metal classico e ortodosso, sarà per me occasione per un piccolo sfogo sul modo di recensire certi dischi in internet. “All hail the King” si costituisce di otto brani più intro:
(Sliptrick Records) Nati come tribute band dei Def Leppard, ma presto dediti alla realizzazione di materiale originale, gli slovacchi Eufory pubblicano il loro secondo album affidandosi a Roland Grapow per il missaggio. “Dragon Hearts”
(Infernö Records) Questo godibile 7’’ di speed metal arriva nientemeno che dal Giappone: ne sono autori i Significant Point, quartetto di Tokyo che ha iniziato le proprie pubblicazioni con… un live album!
(Rock of Angels Records) Appena iniziati l’ascolto di “Resilience”, il debut dei francesi Öbliviön, ho avuto l’immediata percezione di aver già sentito la band da qualche parte…
(AFM) Dopo “
(Steel Gallery) Da Tessalonica i Forbidden Seed propongono il loro secondo album di… US power metal! Ma ormai nel mercato globale non c’è certo da stupirsi di tali contaminazioni geografiche, e se gli ellenici vogliono ispirarsi ad Iced Earth,
(Dissonance Productions) Del debutto degli inglesi Toledo Steel si può capire tutto da monicker, copertina e foto promozionali: siamo in presenza di una band che guarda nostalgicamente agli eighties e presenta il proprio tributo alle sonorità classiche.
(Fighter Records) No, non siamo già di fronte al nuovo album dei Vhäldemar, essendo recentissimo “
(Dissonance Productions) Il secondo disco degli inglesi Seven Sisters è un buon compromesso fra ‘vecchio’ e ‘nuovo’: il piglio e l’ispirazione dei nostri vengono certamente dagli eighties, dalla NWOBHM dei primordi per essere precisi,
(Pure Steel Publishing) Dal Portogallo ci arrivano i monumentali 71 minuti di “The last Dream”, secondo album dei portoghesi Fantasy Opus: un power/prog strabordante e carichissimo, per undici brani dedicati al mare in tutti i suoi aspetti.
(Rockshots Records) Ottimo esordio in ambito folk per gli Shadygrove, che mettono assieme membri di Elenoire ed Elvenking per un disco dai toni garbati e sognanti. “Scarlet Wood”, il primo brano in scaletta, è un celtic folk
(Pure Steel) Dopo un silenzio discografico di 26 anni tornano in pista i St. Elmo’s Fire, californiani autori di quattro album fra il 1986 e il 1992. Comincio con il dire che “Evil never sleeps”, il quinto full-length della loro carriera,
(Ulterium Records) Travis Wills è il nuovo cantante dei Millennial Reign, che dopo l’ottimo “Carry the Fire” tornano con un terzo album che vira decisamente verso il power/prog. Il progetto dell’ex-Aska Dave Harvey, che si inserisce dichiaratamente
(MASD Records) Esordiscono con un EP convincente i bolognesi Silent Scream, dedito a quella forma di heavy metal classico nelle strutture ma moderno nei suoni, nella produzione e oserei dire nell’approccio. Dopo la intro, “Born in the Storm”
(MASD Records) Sono nati come una cover band dei Judas Priest, e la cosa si sente moltissimo (nel bene, s’intende!): ma i piemontesi Evilizers hanno deciso di dedicarsi anche a un progetto che componga e suoni musica originale,
(Dissonance Productions) Dopo “