MATERDEA – “Pyaneta”
(Rockshots Records) Nel 2014 recensii l’ottimo “A Rose for Egeria” e ora, dopo un disco acustico che purtroppo mi è sfuggito, mi ritrovo in redazione il quarto album di inediti dei piemontesi MaterDea, i quali propongono (altro…)
(Arkeyn Steel) I texani High Risk pubblicarono alla fine degli anni ’80 due demo di power metal grezzo e istintivo: oggi vengono editi in un unico cd, e sarò controcorrente ma, al di là di quanto dice la nota stampa, io ci sento anche molte influenze europee.
(Underground Symphony) Dopo un passato come cover band e una prima incarnazione poco fortunata, i bresciani Chronosfear esordiscono con un album di symphonic power metal che rispetta il canone Underground Symphony:
(Cruz del Sur) Sono passati ben quattro anni da “
(Massacre Records) Il secondo album degli svizzeri Headless Crown presenta pressappoco le stesse caratteristiche del primo, “Time for Revolution”: heavy/power metal dal taglio molto classico, mediamente cupo,
(Fighter Records) Gli spagnoli Evil Hunter sono solo al debutto, ma si presentano come una band di musicisti di grande esperienza: godibile, ma nulla di più, il loro esordio di heavy metal abbastanza tradizionale. “Surf the Waves”
(Autoproduzione) Immagine glam, ma tutt’altre sonorità per i losangelini Salems Lott, che dopo due ep debuttano con questo variegato “Mask of Morality”. Il torrenziale power/thrash di “Gestapo (Enigma)”, che ha anche qualche velocissimo passaggio alla Dragonforce,
(Battlegod Productions) Reissue della metal opera che Andreas Nergård, batterista norvegese, aveva pubblicato originariamente nel 2013: i brani sono stati ri-registrati ed è stato aggiunto un ulteriore pezzo alla scaletta.
(Pure Steel) Gli storici us metallers Thrust sono autori del classico “Fist held high”, del 1984 (onestamente chi scrive lo ritiene un tantino sopravvalutato, ma questo è un altro discorso); tre anni fa, il disco è stato ripubblicato in una ‘anniversary edition’
(Pure Steel Publishing) La formazione svizzera Evolucia, rilocata però in Serbia e aperta al mercato dell’Europa orientale, pubblica il suo terzo album, classificato come gothic o symphonic metal. In apertura troviamo proprio la titletrack,
(Autoproduzione) Con l’allargarsi del mercato, arrivano in redazione anche dischi provenienti da paesi della cui scena sappiamo pochissimo: i Metalwings, ad esempio, esordiscono dalla Bulgaria con questo interessante “For all beyond”,
(Mighty Music) Esordiscono da Foggia i gothic/symphonic metallers Asphodelia: “Welcome Apocalypse” è un disco fondato su mid-tempo d’atmosfera e momenti sinfonici avvolgenti, forse un tantino monolitico nell’insieme ma non certo malriuscito.
(Steel Gallery Records) I greci RageNHeart (si intenda il monicker come ‘Rage in Heart’) riappaiono sul mercato dopo uno iato discograficamente lunghissimo, dato che il debut, che non ho avuto modo di ascoltare, risale addirittura al 2010.
(Mighty Music) Dopo il 7’’ “
(Hellbones Records) L’esordio discografico dei marchigiani Haegen lascia sicuramente il segno, in positivo o in negativo che sia: il pagan/folk degli anconetani alterna epicità, goliardia e qualche caduta di stile un po’ triviale che potrà soddisfare, credo, soltanto i sostenitori ad oltranza delle sonorità ‘festaiole’.
(Pure Steel) Power/prog metal nel quarto album degli inglesi ShadowKeep, che non si facevano vedere sul mercato da ben dieci anni; per questa nuova prova, gli albionici hanno reclutato come singer nientemeno che James Rivera.
(Cruz del Sur) Dopo una pletora di prodotti minori, i canadesi Gatekeeper giungono al sospirato debut per la prestigiosa Cruz del Sur, vero orgoglio italiano dell’heavy metal: e lo fanno con un disco di epic/heavy metal stimolante e riuscito,
(Fastball Music) Dei power metallers greci Emerald Sun possiedo il discreto “Escape from Twilight”, del 2007: li ritrovo oggi a un decennio di distanza con il quinto platter. I nostri, devo dire, non sembrano aver fatto particolari progressi da allora,
(Autoproduzione) Esordio assoluto per i North Hammer, ovvero il polistrumentista canadese Andrew James, che con l’aiuto di alcuni turnisti mette su i 37 minuti di questo “Stormcaller”, melodic folk/death evidentemente influenzato da Wintersun, Ensiferum e Amon Amarth.
(Shadow Kingdom Records) Nell’epoca d’oro della NWOBHM, i Robespierre non arrivarono mai alla pubblicazione di un full-length, fermandosi a due demo… “Garden of Hell” è dunque il debut ufficiale di questi misconosciuti heavy metallers di Liverpool,
(Mighty Music) Ho stroncato senza pietà il
(Dying Victims Productions) A tre anni da “Might and magic”, gli Iron Kobra scaldano i motori con un 7’’ cantato in tedesco e dedicato nientemeno che a “Dungeons & Dragons”, il celebre roleplaying fantasy.
(Shadow Kingdom Records) Secondo EP per i croati Speedclaw, giovanissimi speeders devoti, naturalmente, alle sonorità più istintive di inizio anni ’80. Dopo il “Prelude” acustico, la titletrack ci offre un bel riff pimpante: inusuale (per il genere)
(Massacre Records) Ero stato benevolo con “
(Gates of Hell Records) La riedizione in vinile dell’ep d’esordio dei Chevalier, uscito originariamente nel 2017, è certamente dedicata ai sostenitori dello speed metal più oscuro e d’atmosfera.
(Iron Shield Records) Dalla Svezia arriva il terzo disco dei Cult of the Fox: ‘complimenti’ per il nome e per la copertina! Le coordinate sonore sono quelle di un godibile heavy metal vintage, ovviamente underground. Immancabile e inevitabile l’urlo che apre “Siege from the Sky”,
(Sliptrick Records) Per quanto le nostre strade si incrocino soltanto ora, i giapponesi Saber Tiger hanno una storia lunghissima, che inizia addirittura nel 1981: questo loro 14° album è uscito nel Sol Levante nel 2015,
(My Kingdom Music) Smuovono un po’ il mercato i simpatici power metallers Drakkar, presenti in archivio sia con “
(Revalve Records) Un gothic metal potente e sfaccettato è quanto offrono i veneti Afterlife Symphony nel loro terzo disco, “Lympha”. Lo dimostra subito la opener “Artemisia”, che si muove fra tastiere potenti, un mood vagamente mediorientale e la potente voce di Anna Giusto.
(Scarlet Records) “
(Scarlet Records) Sono e resterò un fan dei Temperance (per rendersene conto, basterà rimandare alla mia ultima recensione, quella del dvd live “
(Trollzorn Records) Pescando come di consueto dalla mitologia irlandese, dopo aver descritto
(Autoproduzione) Fin dal monicker e dalla copertina, è facile immaginare come i Children of the Reptile si dedichino a un classic metal a tinte fosche e saldamente ancorato negli eighties: e il loro secondo full-length “The End”
(Trollzorn Records) Nel mio personale rapporto con i Cruachan ero rimasto a “
(Nuclear Blast) Il sedicesimo album dei Riot, o se preferite il secondo album dei Riot V, si presenta con un sound molto più europeo del solito: io non ho nulla da obiettare (anzi…), ma qualche fan storico potrebbe trovarsi inizialmente un po’ spaesato.