ATHROX – “Through The Mirror”
(Revalve Records) Seconda prova in studio per il quintetto di Grosseto che con “Through The Mirror” riparte da quanto di buono aveva mostrato nel dedutto del 2016 “Are You Alive?”. Visti di spalla a formazioni (altro…)
(Revalve Records) Seconda prova in studio per il quintetto di Grosseto che con “Through The Mirror” riparte da quanto di buono aveva mostrato nel dedutto del 2016 “Are You Alive?”. Visti di spalla a formazioni (altro…)
(Fighter Records) Ancora Spagna, ancora Fighter Records, ancora metal in spagnolo: la lista delle band iberiche messe sotto contratto da questa etichetta si allunga ancora, e le proposte finiscono inevitabilmente per somigliarsi un po’ tutte… (altro…)
(Helldprod Records) Gruppi così possono far sorridere i non addetti ai lavori: non si sa nulla sui componenti del gruppo, non si sa nemmeno quanti sono i componenti, non si sa quando e dove hanno registrato e non si sa il loro fine (altro…)
(W.T.C.Productions) Questa atroce oscurità cala dalla Finlandia in occasione del quinto album in studio. Per Shatraug, chitarrista che regna negli Horna, e per tutti gli altri della band, “Unbound” è la prova (altro…)
(Rockshots Records) I Malacoda sono un gruppo alquanto particolare. Vagamente ancorato alla musica d’atmosfera e da film, possono essere descritti indicativamente come un ideale punto d’incontro tra i Novembre e i Dream Evil. (altro…)
(Nordvis Produktion) Quinta release in un anno per questo progetto dungeon synth / dark ambient svedese. Musica dolce, romantica, malinconica e sicuramente adatta al periodo invernale, musica in linea con le origini di Mortiis, (altro…)
(Alcyone Records) Si danno molto da fare, i Serpent Lord: questi ragazzi ellenici all’esordio curano molto immagine e sito, e il loro occult heavy metal si fa sufficientemente godere nella sua ricerca di un risultato innovativo che sia comunque ortodosso e rispettoso dei grandi nomi del passato. (altro…)
(Autoproduzione) Dopo un lungo silenzio, che monta addirittura al ’12, i francesi Fenrir pubblicano il loro secondo full-length: prima nota positiva è la bellissima copertina. “A red Sun rises” media bene fra le diverse influenze del sound, che si muove fra gli Ensiferum nei momenti più tosti (altro…)
(Indisciplinarian) Con il loro debutto, gli Alkymist entrano di prepotenza nel doom di classe. A più riprese ho ascoltato questo lavoro e devo dire che la commistione tra rock settantiano e doom moderno mi ha spesso ricordato i Moonspell di “The Antidote”, una (altro…)
(Paragon Records) Con due album e un demo, gli us heavy/speed metallers del Nebraska Ghost Tower sono stati attivi fra 2007 e 2012; arriva oggi la ristampa del loro secondo e ultimo disco, che in origine aveva avuto limitatissima circolazione. “Ninth Tooth of the Gravekeeper’s Grin” (altro…)
(Massacre) Dopo la parentesi piratesca/runningwildiana di “Ocean Blade”, e un terzo disco che ammetto di non aver sentito, “End of the Night”, i Gloryful tornano a classiche sonorità heavy/power metal, magari un po’ più cupe del solito: (altro…)
(Nordvis) Gli svedesi Saiva si sono affermati con il favoloso “Markerna Bortom” (recensione qui) dell’anno scorso, preceduto dal validissimo split con i Grift (“Skarprättaren & Sjiedvárre”, recensione qui). Ma agli inizi, nel momento del debutto, la band pubblicò “Finnmarkens Folk”, un EP pubblicato in serie limitata (altro…)
(Eihwaz Recordings) Anche dopo questo cd penso che non inquadrerò o comunque non riuscirò ad inquadrare questo gruppo/progetto. Ancora permane un sostrato di death melodico, complice la voce che rispetto alla pubblicazione (altro…)
(Rob Mules Records) Nuovo EP per Tonic Breed, formazione norvegese in circolazione dal 2006 e con due album all’attivo. La proposta musicale della band scandinava è un classico heavy metal piuttosto corposo, che spesso sfocia (altro…)
(Blood Harvest) Debut album per Witch king, formazione statunitense in circolazione dal 2008. La proposta musicale della band proveniente dal Rhode Island è un black/death violento ed efferato, sulla scia di acts come Arch Goat e Blasphemy. Non sembra esserci (altro…)
(AFM Records) Ho adorato “Hymns For The Broken” alla follia, una vera e propria resurrezione per un gruppo dato ormai già per morto e sepolto. Una rinnovata vena creativa continuata in buona parte con il successivo “The (altro…)
(Scarlet Records) Dopo “Songs from the Earth”, che data ormai al 2015, è ora per i Furor Gallico del terzo album in studio: la principale novità sta nei notevoli inserti di voce femminile, che (altro…)
(Comatose) I macellai romani sganciano il quinto album, attraverso un’etichetta che ama visceralmente il sangue! Una discografia di tutto rispetto, coronato adesso dalle attenzioni della maison americana particolarmente (altro…)
(Supreme Chaos Records) Ironico titolo per il secondo album degli italiani The Ossuary. Se il precedente album, “Post Mortem Blues”, aveva anch’esso una ironia tetra proprio già dal titolo, questo nuovo lavoro un po’ si ribella a quella corrente che vede, con fascino, tutto ciò che proviene dal nord: morte, gelo, demoni, (altro…)
(Fastball Music) Primo album per la crossover band tedesca che aveva aperto la propria carriera con un EP intitolato “Genoma”. Un full length interessante e forse inaspettato. “Show” presenta il sound autentico (altro…)
(Dying Victims) “Hell is for sale” è l’unico full-length dei Tedeschi Wardance: uscito originariamente nel 1990, dunque in un bruttissimo momento per il metal, viene oggi riproposto dalla Dying Victims Productions (altro…)
(Vicisolum Productions) Ritornano dopo quasi dodici anni dal precedente album “Testify My Victims” gli svedesi Carnal Forge, band scioltasi nel 2010 per l’insofferenza del chitarrista Jari Kuusisto verso il music business. Un (altro…)
(Iron Bonehead) Gli svizzeri Dakhma si sono evoluti parecchio dall’ultimo lavoro, aggiustando il tiro e raggiungendo una maturità compositiva che salta subito all’occhio per le sue peculiarità. Nello specifico, il suono si è fatto molto più rituale e la complessità (altro…)
(Century Media) Disco coinvolgente, emozionale, avvolgente. Il settimo album dei finlandesi Swallow the Sun è pura poesia, puro sogno. Quel cantato feroce, che assomiglia alla voce harsh degli italiani In Tormentata Quiete specie quando si affianca alla voce femminile, riesce ad (altro…)
(Century Media) Un album rock, un rock molto vintage. Un album strano. Se lo ascoltate con attenzione, nonostante l’apparenza, vi renderete conto che qui non c’è lo strumento rock per antonomasia… infatti non c’è nessuna chitarra! Synth, (altro…)
(High Roller) Da una terra tradizionalmente dedita al metal estremo, la Norvegia, arriva il buon esordio dei Black Viper, formazione votata invece al sound degli anni ’80. La titletrack dispiega (altro…)
(Black Lodge Records) Per quanto mi riguarda, gli svedesi A Canorous Quintet sono il perfetto esempio di band che ha raccolto molto meno di quanto seminato. Non riesco a capire come mai, la meritata buona accoglienza da (altro…)
(Nordvis) Erik Gärdefors si spinge oltre, oltre quel folk black espresso con il suo progetto Grift il quale l’anno scorso ci ha regalato il bellissimo “Arvet” (recensione qui); ora è tempo di abbracciare altri confini, andando (altro…)
(Autoproduzione) Con una copertina che definire naive è dire poco, ci arriva in redazione il secondo disco degli inglesi Osmium Guillotine: metallo classico sgangherato e fatto per divertirsi, ma per lunghi passaggi decisamente efficace. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Le cinque streghette svizzere hanno appena pubblicato l’ottimo “Hexenhammer” (recensione qui), il loro debutto alla corte della Nuclear Blast. Considerando che la band è in giro dal 2015, la carriera è stata piuttosto veloce… e, (altro…)
(Harvest Of Death) Dopo il buono split del primo semestre del 2018 (recensione qui) tornano i portoghesi, questa vota con un album completo. Vengono qui ribadite in pieno le sensazioni datemi nella recensione precedente, ossia malvagità (altro…)
(Sliptrick Records) Con una immagine ironica, a metà fra il true metal e il post-apocalittico, i milanesi Heavy Generation danno vita a un debut frizzante e coinvolgente, che rilegge con stile e buone capacità i cliché del metallo classico (altro…)
(Century Media Records) Inutile negarlo, gli Arch Enemy sono una bands controversa. C’è chi li odia. C’è chi li odia a partire dalla fuoriuscita di Johan Liiva e la conseguente decisione di avere una frontwoman. Poi c’è chi li odia dall’avvento (altro…)
(Prophecy Productions) Due black metal band che suonano il genere in maniera affatto canonica, si cimentano in questo split virtualmente collegato al dipinto di Arnold Böcklin “L’Isola dei Morti”. I Farsot si sono ispirati al dipinto del simbolista (altro…)