RAW POWER – “Inferno”
(Indiebox Music) Poche bands meritano davvero di essere definite leggendarie. Tra queste, sicuramente i Raw Power meritano una menzione speciale. Colpevolmente snobbati (altro…)
(Indiebox Music) Poche bands meritano davvero di essere definite leggendarie. Tra queste, sicuramente i Raw Power meritano una menzione speciale. Colpevolmente snobbati (altro…)
(No Colours Rec.) Quinto album per gli ucraini Kladovest, al giorno d’oggi con un sound più pulito rispetto agli inizi. Tuttavia non c’è la patina, la lacca di un’asettica produzione che smalta all’eccesso. (altro…)
(autoproduzione) Un concept sulla guerra ha per forza di cose una certa profondità nel messaggio e non da meno nelle atmosfere. Silvio Spina, titolare del progetto My Silent Land, riesce (altro…)
(Steamhammer / SPV) Axel Rudi Pell non sbaglia un colpo. Non è da tutti, in carriera, arrivare alla QUINTA compilation di ballads tratte dalla sua vasta discografia! Poi, diciamocelo, questi chitarristi heavy quando c’è da rallentare ed essere tra il romantico e l’emozionale, ci sanno fare (altro…)
(Listenable Records) Ho seguito solo a intermittenza la carriera degli Skyclad, ma solo felice di rivederli sul mercato dopo ben otto anni dall’ultimo “In the… Alltogheter”; il folk metal degli inglesi non mi sembra aver subito particolari variazioni durante questo lungo silenzio. (altro…)
(Autoproduzione) Devo ammettere che per una volta sono rimasto spiazzato ancor prima di ascoltare l’album. Se il nome Hot Cherry può far pensare ad una glam band, la copertina di “Wrong Turn” (altro…)
(Autoproduzione) Secondo album per Charlie’s Frontier Fun Town, formazione proveniente da Grenoble dedita ad uno stoner/heavy rock ben bilanciato tra tradizione ed un approccio più moderno (altro…)
(DarkTunes Music Group) Moniker e titolo mi hanno lasciato un po’… disinteressato. Il primo è quasi insignificante, mentre per quanto riguarda il secondo… sinceramente fatico a leggerlo completamente. Ma una volta premuto il tastino play, le cose (altro…)
(autoproduzione) Tra le migliori realtà del sottobosco musicale degli ultimi anni. Certo, è un opinione personale, ma lo si scrive con la consapevolezza del fatto che alcuni addetti ai lavori a (altro…)
(Graviton Music Services) Terzo album per Magnacult, formazione olandese dedita ad un death metal moderno, con forti influenze thrash/groove e stacchi monolitici vicini allo djent. L’abilità principale della band è quella di (altro…)
(Pure Steel) C’è stato un vero terremoto in casa Emerald per il settimo full-“length”: cambia metà della lineup e abbandona il progetto anche George Call, storico cantante degli Omen, che su “Reckoning Day” è presente in tre brani, (altro…)
(Dissonance) Per coloro che si ritengono amanti dello sleaze/glam il nome Hanoi Rocks non ha certo bisogno di presentazioni. Era il 1981, quando la band finlandese ha pubblicato “Bangkok Shocks, Saigon (altro…)
(Fantai’Zic) Un lungo, lunghissimo, pure troppo lungo grido straziato apre le danze del quarto album degli Akroma. Nonostante si nomini il black nel genere proposto, (altro…)
(Primitive Reaction) Ci hanno messo sedici anni per creare questo lavoro, i Diablerie, impegnati in un death/groove metal mostruosamente elettronico con pesanti influenze industriali. Il precedente album “Seraphyde” fu interessante e ben (altro…)
(Eisenwald) Non mi piacciono i giri di parole, quindi sarò chiaro e diretto: a stento ricordo un esordio di tale spessore nel black moderno. I Pillorian sono americani, ma vi assicuro che con le basi del black a stelle e strisce non hanno nulla, assolutamente nulla, (altro…)

(Selfmadegod) Tecnica e death metal quando sono messi insieme rappresentano un’arma di sterminio. È qualcosa che con matematica e allucinante efficienza devasta e distrugge ogni cosa. I Deivos (altro…)
(Diamonds Prod.) Si chiama “Chapter IV” anche se il “Chapter II” non lo abbiamo mai sentito: nella discografia dei genovesi Athlantis, infatti, il presente disco è il terzo ad essere effettivamente edito, anche se i nostri hanno un altro platter nel cassetto, (altro…)
(Century Media) Album stranissimo questi degli svedesi Horisont. Deliziosamente legato ad altre epoche, ma pieno di dettagli anche recenti che lo rendono di difficile classificazione. Retro-rock forse è una (altro…)
(Cherry Red Rec.) A un anno da “The Machine Stops” Dave Brock e la ciurma della navicella interstellare Hawkwind pubblicano un nuovo album in studio. Per la band britannica l’uscita di due album intervallati da (altro…)
(Time To Kill Records) “Metallo, fratellanza e distruzione!” ecco, già che una band si presenti così mi fa ben sperare. E in effetti gli Insanehead non sono mica (altro…)
(STF Records) Primo live album officiale per i thrashers Irreverance, in occasione del ventesimo anno di carriera della formazione lombarda, all’indomani dall’uscita del devastante (altro…)
(Non Serviam Records) Tutto dei Wormwood rimanda al folk, a cominciare dall’evocativa copertina che ritrae strane presenze fatue nei boschi. Pure la produzione musicale non si discosta dal filone, solo che qui viene riletta in chiave leggermente più (altro…)
(Hammerheart Records) Nella eterna caccia verso il disco di platino, soglia che continua a venire abbassata (quindi prima o poi ci arriveranno, forse), gli olandesi The Monolith Deathcult (ma non possono chiamarsi ‘Monolith (altro…)
(Werewolf Records) Chi di voi ha presente la Divina Commedia? Ecco, prendete la stessa ambientazione, ma scordatevi il paradiso. Perché con i finlandesi qui recensiti se siete fortunati passerete per il purgatorio, ma (altro…)
(Prosthetic Records) Quarto album per Exmortus, formazione californiana nata nel 2005, in grado di mescolare svariate influenze. La base di partenza è un thrash metal piuttosto efferato, che spesso sconfina in territori death, unito (altro…)
(Prophecy) Alcuni anni fa (credo nel 2009 o nel 2010) acquistai per puro caso “Ősforrás”, il terzo album del duo folk ungherese The Moon and the Nightspirit, e rimasi affascinato dalla loro miscela sonora, che univa suggestioni dell’est europeo a una matrice folk (altro…)
(Clavis Secretorvm) Tuonano dalla foresta nera, si uniscono dopo varie esperienze giungono ad un debutto pregno di sano stile satanico, oltraggioso, offensivo creando un black con radici (altro…)
(autoprodotto) I Blackbird Hill sono un duo francese. Un duo blues o, per meglio dire, power-blues. Debuttano con queste sei tracce che sono dannatamente malinconiche, blues appunto, ma anche potenti, (altro…)
(Scarlet Records) Sono sempre contento quando vedo riapparire sul mercato qualche band power attiva quando ero ragazzo: i Cryonic Temple fecero un esordio ingenuo quanto splendido con Underground Symphony nel 2002, (altro…)
(Blood Fire Death) Ritornano dopo sette anni dal debut album “That Killing Silence” i catalani Sickroom, con un EP della durata di mezz’ora che non faticherà a riscuotere consensi tra gli amanti del death metal melodico. La (altro…)
(autoproduzione) “A New Branch of Physics” entra sommesa, educata, fornisce un crescendo di suoni, dimensioni e atmosfere lontane e superiori. L’opener cede poi il passo alla maestosità e l’epica (altro…)
(Season of Mist) Terzo imponente lavoro per i francesi The Great Old Ones, sempre impegnati con il loro personale black metal orientato sui temi che emergono dalle fantasie di H. P. Lovecraft. Infatti anche questo disco richiama il famoso scrittore, (altro…)
(UNFD) “Beers” è una canzone di metal duro e puro, con quelle andature che ricordano System Of A Down e prima ancora Sepultura. Tuttavia si nota da subito la canzone “Thunderdome” e il suo indugiare nella (altro…)
(Mighty Music ) Trentasette anni di carriera, senza mai il vero successo ed essere ancora qui, ancora in attività, pubblicando un nuovo album. Non è cosa ovvia, tanto meno da tutti. Questa è perseveranza e fede nell’heavy metal classico, (altro…)
(Indie Recordings) Che legnata! Questi norvegesi sono una mazzata sulla schiena, un pugno sui denti, un calcio ben assestato alle parti basse. Fanno male. Tanto male, cazzo! E sono “solo” al debutto! Sono giovanissimi, hanno (altro…)