LUCID DREAMING – “The Chronicles pt. I”
(Limb/Audioglobe) Per chi frequenta l’underground heavy/power tedesco, Till Oberboßel non è un nome sconosciuto: i suoi Elvenpath sono, per quel che mi riguarda, l’ultima band all’universo (magari potremmo affiancargli giusto i Crystallion) a suonare un power metal europeo assolutamente primordiale, da fine anni ’80-inizio anni ’90, come quello dei Chroming Rose, degli Avalanche o (soprattutto) (altro…)
(Napalm/Audioglobe) I Lonewolf mi piacciono (l’ho già detto chiaramente
(Pesanta Urfolk) Emozioni. Ci sono solo emozioni. Non ho idea di come descrivere questo album. Forse è impossibile. Forse le emozioni che provo sono troppo forti, e mi bloccano la mente, me la imprigionano in una dimensione strana, dove regna la calma, la pace, un’atmosfera quasi divina. La musica sembra scolpita,
(Deadlight Ent.) Anche i musicisti francesi lasciano la propria patria per cercare fortuna all’estero. Lo hanno fatto i Loading Data verso il 2002 per accasarsi a Los Angeles e cercare i canali giusti. Il nuovo album vede l’assistenza alla consolle di Alain Johannes (Eleven, Queens of the Stone Age, Chris Cornell band,
(Infernö Records) Cosa c’è di più cult di un ep uscito inizialmente soltanto su vinile, che dopo qualche tempo una piccola etichetta francese ristampa su cd e (è vero, giuro!) su musicassetta? I Lady Beast della Pennsylvania, guidati dalla graffiante Deborah Levine, vi propongono quindi poco più di mezzora di heavy metal così old school da fare invidia ai Riot! I brani sono tutti veloci e istintivi, così classici che trasudano passione: il riff genuinamente speed della titletrack, il groove
(Punishment18 Records) Complesso. Intelligente. Elaborato. E’ questa la descrizione di questo terzo album degli Italiani Lunarsea. Esperti, capaci, navigati: hanno suonato ovunque, fatto decine di concerti, fino al trionfo che li ha portati a guadagnarsi l’apertura per i grandi Dark Tranquillity in Italia. C’è molto death metal
(Deadlight Entertainment) Linee di basso che si snodano attraverso questi tre quarti d’ora grezzi, pesanti, ruvidi. Linee di basso che supportano una chitarra sporca, essenziale, feroce, con una voce che si pone in equilibrio tra un timbro melodico ed un tono rauco, tirato, graffiante. Sono francesi, di Strasburgo.
(Napalm Records) I tedeschi Lacrimas Profundere sono un esempio di gothic commerciale, cioè fruibile, di consumo. “Antiadore” risponde canonicamente a questo modo di essere ed è indubbiamente un lavoro ben confezionato. Una produzione quasi eccellente e che rispetta un canovaccio stilistico
(Collectors Dream Records) Non ci capisco mai un accidenti con gli L.A. Guns. Una delle bands più incasinate del mondo. Una band creata da un tizio (Tracii Guns) che la molla e ne riforma un’altra con lo stesso nome (per poi sopprimerla). Sdoppiamento di personalità del monicker. E che dire dei membri? Oltre 40 persone
(Dominus Records) Gli australiani Lord sono la nuova incarnazione dei Dungeon, una band che conosco molto bene perché, nello scorso decennio, pubblicò diversi dischi di power energico e melodico (stile Gamma Ray, per capirci) presso la Limb Records. Questo ultimo progetto, che si raccoglie ancora presso il cantante
(The Grind-House) Per i dieci anni di attività i Lair Of The Minotaur tirano fuori questo 7’’ in versione limitata a 300 copie, oppure in digital download nei vari store online, contenente “Godslayer” e “The Black Heart of the Stygian Drakonas”. La prima canzone sembra qualcosa dei Bolt Thrower, ma portati su terreni più veloci
(Acid Cosmonaut Records) Dove il doom sconfina nello stoner, dove gli anni ’70 si fondono nei ’90, lì siedono i belgi Lothorian: una formazione giovane e interessante, che non ha ancora pubblicato un album ma è al secondo ep. Un basso iper-distorto, chitarre tenebrose e un drumming che dà molto risalto ai piatti
(Massacre Records) Ascolto con piacere questo album. Un ottimo black metal di stampo moderno, sicuramente non grezzo, ma nemmeno prettamente sinfonico, uno stile che probabilmente si colloca a metà strada tra il death ed il black. E’ un album piacevole ,godibile, tecnico e potente.
(Autoproduzione) Direttamente da Vienna ecco il primo full “length” degli Austriaci Lowbau. Uno di quei dischi che, data la sua ricchezza e poliedricità di stili, risulta difficile da commentare in maniera completa al 100%. Già dall’introduzione comunque si avverte subito il tocco southern che la band
(Nuclear Blast) Nati a Jyväskylä, in Finlandia, osannati per la loro abilità nella material thrash metal, ma anche speed, e ancor di più per l’età dei singoli (tra i 17 e i 19 anni), finiti nella mani di Nino Laurenne (Amorphis, Ensiferum, Lordi) nei Sonic Pump Studios
(Unique Leader Records) I Lecherous Nocturne non sono gli ultimi arrivati nella scena death metal americana. La band del South Carolina è attiva dal finire degli anni ’90, ma il primo album è del 2006, mentre questo “Behold Almighty Doctrine” è il terzo.
(All Hard Rock) Miscela esplosiva: follia inglese e hard rock californiano. Roba da maneggiare con estrema cura. Una cassa di nitroglicerina lanciata in aria… sbagli la presa e tutto si vaporizza! Sono pazzi. Sono i Motley Crure inglesi. Anzi, ci sono delle somiglianze
(AFM) Lordi, i Lordi. Cosa sono i Lordi? Perché esistono? Aspetto orrido, look creato dall’ispirazione e ammirazione verso l’horror, ma anche per far parlare di se? Capirai, nell’era della globalizzazione multimediale, dell’inflazione delle informazioni qualcosa bisogna
(Calofror Records) I ginevrini Liliul Sova hanno dato il proprio massimo per questo secondo lavoro che, francamente, definire instrumental metal sarebbe alquanto riduttivo, oltre che a catalogare impropriamente questo sound. Nati come trio, nel 2008 tirano fuori “Tripartite Chaos”
(Forbidden Records) C’è un pianoforte elettrico che suona in solitaria in questo lavoro di Goatcraft. È come una nenia che monta e si plasma in melodie successive, tutte gravi, inquiete e inquietanti, fredde e oscure. Il texano Lonegoat ha concepito questi pezzi nel 2012,
(Autoproduzione) “Golem” era il primo album, “Revelations” questo secondo full length. I lombardi Loud Nine hanno qualcosa di magico nella loro genetica musicale. La band nacque con istinti stoner (la canzone “Carson” lo lascia capire), oggi la delfinerei sull’alternative rock, anche se molto spesso
(My Graveyard Productions) Con alle spalle una garanzia di qualità, la My Graveyard Productions di Giuliano Mazzardi, i marchigiani Last Rebels si presentano sul mercato con il loro debut “Bite Tonight”: trentanove minuti di heavy’n’roll diretto e spontaneo, perfetto per il party che finisce con tutti gli invitati
(Total Metal Records) MetalHead continua la sua conquista del mercato est-europeo: questo è il primo disco che mi trovo a recensire con titolo e monicker scritti in cirillico sulla copertina! Gli ucraini Lethargia sono qui al secondo album e presentano un dark/gothic metal piacevolmente retrò,
(Avantgarde Music) Melodie che toccano l’anima, che guidano attraverso quel labirinto interiore, viaggio introspettivo verso il centro dell’io. Atmosfere malinconiche, un’aura depressiva, che guarda lontano, al futuro, con una lieve sensazione di speranza data dalla comprensione, dalla scoperta
(Autoproduzione) I Le Jardin Des Mémoires sono una band avantgarde metal italiana composta da Gianluca alla chitarra, basso e campionamenti elettronici e Christian alla voce, batterie e campionamenti. Lo scopo del progetto è quello di coniugare musica metal ed emozioni. La tecnica è elevata e si percepiscono subito le influenze nel sound
(Massacre Records) Sono un tantino stupito dal fatto che la Massacre abbia deciso di licenziare questo nuovo lavoro dei loro connazionali Led Astray, perché negli ultimi tempi le produzioni Massacre sono state nitide oppure in alcuni casi supportate da una produzione fantascientifica. Suoni sempre puliti e tirati a lucido, invece i Led Astray non sono proprio così. La produzione è stata comunque lodevole e ha permesso ai suoni di avere spessore, ma non è quel genere di lavoro dove la batteria suona pulita e precisa
(Autoproduzione) Devo dire che i vercellesi Legion Warcry, che ci propongono oggi il proprio debut, hanno fatto davvero un ottimo lavoro, registrando un album di heavy/power metal esente da tutti i maggiori difetti delle produzioni di genere. Senza aver paura di osare, la band ha infatti inserito diversi elementi di novità nella struttura dei brani e nei suoni (penso alle concessioni alla batteria elettronica) che hanno l’effetto di ravvivare il sound e renderlo particolarmente dinamico e mai standardizzato.
(My Kingdom Music) Lord Agheros è una one man band siciliana creata da Evangelou Gerassimos. Il precedente lavoro “Of Beuty and Sadness” aveva messo in mostra un sound onirico e fatto di influenze musicali del Mediterraneo e su tutto dominava un’atmosfera di malinconia, all’interno di uno scenario di black metal.
(Church Within Records) Morte. Unico epilogo che unisce ogni essere di questo marcio pianeta. Presto o tardi, indipendentemente da cosa uno faccia nella vita terrena, la fine arriva puntuale. La trasformazione in una sostanza marcia. E poi polvere. E se questa morte potessimo osservarla come improbabili spettatori da una dimensione eterna, se questa morte fosse una sorta di cortometraggio assurdo
(Massacre Records) Melodia spinta ai massimi livelli. Musicisti di alto livello, compositori intelligenti e precisi. Un cantante estremamente potente, con un range vocale decisamente ampio. L’aggiunta di un tastierista. Ricetta totale, che rende davvero grandi i LOVE.MIGHT.KILL, e, con assoluta certezza, li tiene molto lontani da un fallimento. Secondo capitolo per questo progetto recente. Quasi un’ora di metal
(Art Gates Records) La seconda prova della band spagnola L’Endeví conferma la mancanza di una evoluta capacità compositiva che vada oltre la meravigliosa voce di Mamen. Tuttavia per onestà nei confronti di tante band che hanno bussato alla porta di Metalhead per una recensione e che si autoproducono e dietro non hanno etichette o distributori, devo riconoscere che la Mamen pecca anche lei in fatto di pronuncia inglese
(Headxplode Records) Nome suggestivo per questa band deathcore russa formatasi nel 2008 e che sta pian piano sommando diverse esperienze professionali: un secondo Ep, un debut album, “Zodiac” del 2001, ed esibizioni live con Norma Jean, Caliban, Napalm Death, Arsonists Get All The Girls, Sonic Syndicate ed altre. “Time of Solution” propone solo tre pezzi fatti di metal pesantissimo e melodie da manicomio.
(This Is Core Music) Il ritorno dei Locked In significa andare a sbattere contro un muro e farsi molto male. I perugini hanno ipertrofizzato il proprio sound portandolo sempre più nei terreni del metal e rivelando comunque il proprio retroterra hardcore, in particolare di quello della Grande Mela. Il risultato è un sound potentissimo, un metalcore dalle dimensioni enormi e che non lascia in pace l’ascoltatore,
(Bakerteam Records) La musica dei nostri connazionali Lykaion è in equilibrio, sospesa tra il rock e il metal melodico. Ne viene fuori un lavoro moderno, dunque influenzato da più stili, con suoni decisi e netti, una produzione curatissima. La musica, vera sostanza poi delle cose, è diretta, senza troppe evoluzioni e madre di canzoni che hanno una buona linearità. Se la title track che apre l’album ha un sound più rock, la seguente “A Cold Summer Day” ne presenta uno più carico e più metal, dai toni thrash.
(Dusktone) Cinque anni per avere un nuovo album dei Lotus Circle. Era il 2007 quando uscì “Bottomless Vales and Boundless Floods”, dopo di allora solo due split per i greci. “Caves” è un universo sperimentale, dove si concentrano esoteric doom, drone black metal, noise e psichedelia in cinque lunghi pezzi. “…to Witness Under the Stars” apre l’album con i suoi oltre nove minuti espressi attraverso una melodia catatonica e una seguente ambientazione orrida e malata. “Dawn of a Dead Sun” propone un basso malinconico, denso, cupo, vibrante e con gelidi sussurri umani che rendono l’atmosfera tetra e pericolosa.