NECROHOLOCAUST – “Holocaustic Goat Metal”
(Iron Bonehead) Debut album per i Necroholocaust, band che bazzica l’underground estremo Canadese da circa dodici anni. La proposta musicale del gruppo è un mix tra grind core e black metal, con brani dominati da tempi di batteria velocissimi, chitarre impazzite e un’attitudine anti cristiana (un titolo come (altro…)
(Genesi 57) Crocevia artistico che vede la convergenza di sonorità ambient, rock, post rock, shoegaze, metal ed elettroniche: la one man band italiana Noisekraft non riposa mai, dando vita ad un costante flusso di concetti musicali ed artistici sempre privi di luce, di felicità, di speranza… tendendo sempre ad
(Agoge Records) Come per i connazionali Aether Drop (anch’essi su Agoge Records), i New Disorder riprendono le sonorità degli In Flames di metà carriera per riarrangiarle in modo personale. Qui si è optato per delle strutture più lineari con il fine di valorizzare il cantato pulito. Per contro i riff sono più contorti e personali, creando così un mix
(Autoproduzione) Gli spagnoli Northland vantano certamente una lunga esperienza in ambito folk/death, ma il loro secondo disco non graffia come dovrebbe. Vediamo perché. “When Nature awakes” ci mette una forte componente folk, rappresentata soprattutto dai flauti,
(Nuclear War Now!) Violenza al limite della sopportazione! Odio e devastazione sono portate all’estremo Nuclearhammer, quartetto Canadese che unisce la brutalità del grind con passaggi tecnici del death metal moderno, il tutto riletto con un’attitudine affine al black metal per quanto riguarda le sonorità glaciali e
(Nuclear Blast) Il fatto che un nuovo album dei Nightwish sia un evento non è discutibile. Lo è per i fan, per il mercato, per l’industria che gira attorno a una band di quel calibro. Una band importante e che ha dato concretamente qualcosa al metal. Se siete fan
(Beyond Productions/Masterpiece Distribution) Una copertina sconvolgente, che continua a turbarmi nonostante il mio estremo interesse per tutto ciò che è morte, occulto ed estremo, mi svela questo lavoro impregnato di oscurità e decadenza, di musica profonda, introspettiva, ricca di malinconica e incontrollabile
(Nuclear Blast) Che siano i Nightwish quelli di “Élan” è innegabile. Il disorso musicale è quello di sempre e forse si avvicina abbondantemente alle cose dell’ultimo “Imaginaerum”. La canzone è uno scarto del precedente lotto? Non ha importanza, “Élan” è
(Pulverised Records) Musica estrema dalla Svezia. Un black metal brutalizzato da concetti death, ricco di potenza, furia, ma anche tanta melodia. Tornano in mente nomi come Watain, magari Marduk o Dark Funeral, e pure qualche accenno di Emperor. I Nidsang (in origine si chiamavano Lammoth) non sono produttivi: questo è il loro secondo full
(Death Worship Productions) Originale proposta, quella dei Nefandus. La band Svedese, giunta al terzo album, interpreta in maniera personale gli stilemi del black metal, talvolta stravolgendone gli schemi. Se da questo genere cercate tempi velocissimi e tremolo picking, qui non ne troverete praticamente
(Qua’ Rock Records) I fanatici dei sound massicci, tonici e ipertensivi delle scuole crossover, nu metal e groove metal, non dovrebbero astenersi dal ricercare questo album d’esordio dei nostri connazionali No One Cares. Guardando le foto dei quattro si scorge
(Schattenkult Produktionen e Totensange Produktionen) L’ascolto di “Blackera” è l’attraversare una sconfinata distesa innevata, dove si sente l’ostilità della natura, la durezza della vita, il rifiuto di Dio e i malumori del Demonio. ‘Ostilità’, è questa
(Dewar PR) Dopo la partecipazione al Bloodstock Open Air, resa possibile dalla vittoria a un festival, gli inglesi Nocturna danno alle stampe il loro primo ep: abbastanza lungo (quasi mezzora) e ben indicativo della loro musica, un power/prog lanciato ma con suoni genuini, quasi da heavy classico.
(Sun Hill Production/Cargo Records) Hard rock travolgente in perfetta linea con i mitici anni ’80! Anzi, sarà l’influenza, la medesima provenienza, il fatto che lo stesso Rick Savage ne ha parlato bene (e che scriverà dei pezzi per il disco successivo), ma ascoltando “NxN” mi sembra di tornare all’era d’oro dei Def Leppard, anche se con
(Bakerteam Records) Heavy, thrash e anche una buona dose di prog si rincorrono nel secondo full-“length” degli emiliani Nightglow: trovo una band molto diversa, e certamente più matura, rispetto a quella descritta dal collega Luca Zakk
(Revalve Records) Band campana forte di una lunga esperienza, dettata da album che hanno spesso fatto parlare bene la stampa musicale. I Nameless Crime ritornano sotto l’ala di un’etichetta italiana sempre molto attiva e con un album curato e ben rifinito, attraverso
(Century Media) Mostruoso. Un altro aggettivo per definire “Apex Predator – Easy Meat”? No, altro che aggettivi, sembra di assistere a un massacro. Sangue e violenza. Una versione stilizzata di un macello. Chi scrive è senza
(Spider Rock) Possiamo parlare di una scena prog/power metal a Roma? Dalla capitale provengono i Kaledon, i Dragonhammer, i Noveria, gli Embrace of Disharmony, i Mindcrime… e sto parlando soltanto delle band che ho recensito negli ultimi mesi! All’elenco possiamo certamente aggiungere anche i Nexus Opera,
(Einheit-Produktionen) Purezza della brutalità melodica, tuonante dalla Svezia. Un progetto che vede impegnati Isar e Fjalar, in un alter ego infernale dei black metallers melodici Istapp, altro progetto guidato dal duo. Ma nei Nivlhel ci sono altri musicisti, come Narstrand dei grandiosi Dråpsnatt, che collaborano per dare origine a queste undici
(Steamhammer/SPV) Da Ventura, California ecco il debut dei Night Demon, che un paio di anni fa ci inviarono il loro interessante EP (
(XTreem Music) Ancora un supergruppo death/doom metal: sono passati pochi giorni dal mio ascolto dei Mesmur e oggi arrivano i Nangilima, che mettono assieme Spagna, Svezia (dove vivono due componenti) e Bulgaria (dalla quale proviene il polistrumentista Nikolay Velev, coinvolto in decine di progetti).
(Hells Headbangers) Diciamocelo pure: gli americani Nunslaughter amano l’Italia. Noi sappiamo coccolarle, le band che meritano. Poi loro ci ripagano spesso e volentieri con calate puntuali nel nostro belpaese e/o con uscite discografiche ad hoc. E il gruppo in questione per fortuna usa entrambi gli
(Autoproduzione) Per iniziare bene il 2015, da Terni ci arriva l’ep di debutto dei Nightraid, che ci offrono quattro pezzi assai godibili e spontanei fra hard rock ed heavy metal. Si comincia con l’arrembante “Stanby”, non lontana da certe cose di Pino Scotto o della Strana Officina:
(Autoproduzione) Sviluppato su un tema diviso in quattro atti, cioè guerra, inverno, sogno e vendetta, “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis” raccoglie una sorta di viaggio psichico nella vita e le sue diverse fasi. Spesso quando si ha a che fare con l’argomento ‘vita’, i toni sono sempre
(Chabane’s Records) Esagitata band della Francia centro-meridionale che spara a mille un metal-hardcore, come si faceva tanti e tanti anni fa. I Nippercreep sono diretti discendenti dei SOD, dei D.R.I. del loro periodo crossover, oppure dei Black Flag, ma in una versione stravolta e sfinita: insomma una pura mazzata di metallo
(Graviton Music Services/Dry Heave Records)
(autoproduzione) Colui che ha curato gli effetti scenici per i Mayhem, l’artista visuale Nader Sadek, ha realizzato un album intitolato “In the Flesh” nel 2011 e la versione live, “Living Flesh”, dopo due anni. In quei due album oltre a Flo Mounier alla batteria (Cryptopsy) e Rune Eriksen (ex Mayhem) alle chitarre, faceva parte del progetto anche Steve Tucker (ex Morbid Angel). In “The Malefic: Chapter III” Flo e Rune, insieme
(Terror From Hell Rec.) Sound ruvido, se non propriamente lercio. Basso fangoso, adatto per qualsiasi contesto: black, noise, thrash. Stile che incrocia un old style fatto di thrash, death e black. Tre selvaggi del metal provenienti da Mantova, rintanati dietro una copertina truce e ben fatta: manifesto dell’estremo sound del quale si fanno portatori. Il germe dell’hardcore si annida in Deathblast, ma non solo lì, dove nnell’incipit del brano
(Sun & Moon Records) Avvolgente e oscura re-release di uno dei primi demo della band francese, per la precisione il secondo. Ed anche l’ultimo lavoro dove partecipa attivamente Herr Suizid, membro fondatore della band. Non una semplice re-release, ma tutto
(Autoproduzione) Il duo della Florida Northern Crown esordisce sul mercato discografico nel più puro segno del doom con questo ep di cinque tracce. Il mini è aperto dalla titlerack, pezzo breve, veloce e magico, con ogni evidenza di ispirazione Candlemass (poco oltre in scaletta abbiamo infatti la cover di “Crystal Ball”).
(Autoproduzione) Pubblicato grazie a una kickstarter campaign, il terzo album degli inglesi Northern Oak mescola suggestioni pagan, folk e medieval: quasi lo definirei viking, se il termine avesse ancora un significato nell’orizzonte musicale odierno. E molto british, non c’è dubbio: si sentono i Forefather, si sentono i Cruachan,
(Trollzorn Records) I Nothgard sono la prima band di Dom R. Crey, recentemente subentrato negli Ensiferum: probabilmente nasce da qui l’idea di un tour congiunto delle due formazioni, che partirà fra pochi giorni e toccherà anche l’Italia. “Age of Pandora” è il secondo disco di questi bavaresi, e la presenza
(Pesanta Urfolk) Oscurità assoluta. Oscurità che trafigge, avvolge, stringe fino alla morte. Pesanta Urfolk è una label che sorprende. Le sue release spaziano tra lontani confini, contrastanti generi: da musica estrema a concetti rilassanti ed introspettivi. Ma c’è sempre una componente comune, che trovo fantastica, deliziosa, attraente:
(Svart/Solina/Twisted Films) Tra vent’anni esatti la Karelia, in Finlandia, sarà un deserto arido, terribilmente caldo, spietatamente letale. Lotte tra esseri dalle sembianze umane, ma profondamente mutati psicologicamente (alla Mad Max) combatteranno con suoni e musica, sesso e insulti. Una team di
(Scarlet Records) I Noveria, che sorgono nel fertile ambiente power/prog romano, e vedono nelle proprie file membri di Astra e DGM, si accasano subito con la Scarlet Records e pubblicano un debut compatto e serrato. La titletrack ci investe subito dopo l’intro: il contrasto fra le chitarre tostissime