Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
METALIAN – “Vortex”
(High Roller Records) I canadesi Metalian si sono fatti un buon nome nella scena heavy/speed internazionale, e il loro terzo, rapidissimo disco, credo non a caso chiamato “Vortex”, (altro…)
(Dying Victims Productions) Solo due brani, ma molto evocativi, per l’EP d’esordio dei siciliani Temptress, che etichettano la propria musica come ‘dream metal’; due dei membri del terzetto
(Shadow Kingdom Records) Dopo il debut “
(Hellbones Records) Leggo la cartella stampa, dopo aver sfogliato un booklet ben fatto, e mi rendo conto che forse sono io a non capire più nulla. Emerge quel male incurabile chiamato ‘definizione del genere musicale’, infezione virale che qui riporta laconica,emente una fila di 
(Black Lodge Records) È incredibile quante band svedesi di heavy metal classico siano entrate sul mercato negli ultimi cinque anni: alla lista vanno certamente aggiunti anche i Devil’s Gun,
(Aesthetic Death) Provenienti dalla Solitude Productions e dalla sua sottoetichetta Slow Burn, con le quali hanno pubblicato già due album, i
(MetalGate Records) Questo progetto vanta un’esperienza di quarto di secolo nell’ambiente discografico, pur contando anche un buco nella produzione dal 2008 al 2017. La musica proposta si basa essenzialmente sui
(Dying Victims Productions) Tedeschi, all’esordio con un EP 12’’, i The Night eternal colpiscono già con l’evocativa copertina. Tre brani originali in scaletta, più una cover di “(Take these) Chains” dei Priest,
(Goatowarex) In questo split quaranta minuti circa di musica malsana allieteranno le orecchie dei blackster più esigenti. Gli americani Grógaldr si fanno promotori di un black violento dal suono davvero poco comprensibile, più adatto ad una cassetta analogica che
(Immortal Souls Productions) Questo gruppo multiculturale è formato da elementi derivati da realtà più o meno conosciute. Dai Conviction sono arrivati voce e chitarra, il basso ha maturato esperienza negli Any Face, mentre il batterista ha
(autoproduzione) Gradevole proposta dei torinesi
(Dying Victims Productions) Premessa. Quando recensisco un disco, ho l’abitudine di andare un po’ a vedere cosa ne hanno detto gli altri: raramente mi lascio poi influenzare,
(Dusktone) Black metal freddo, diretto, forse scontato, ma sicuramente efficace. Con i debuttanti Hovmod, i quali tuonano dalla Norvegia, succede un po’ quel che succede in ambito hard rock: puoi essere contorto, virtuoso, ipertecnico, metterci dentro di tutto nella tua
(autoproduzione) Quattro canzoni arrembanti ed arrabbiate anche nel cantato, unico aspetto poco convincente di questo lavoro d’esordio. Dalla provincia di Campobasso i
(Heathen Tribes) Strana creatura, questi Culloden: orgogliosamente inglesi, all’esordio su EP (uscito autoprodotto nel 2018, ora riproposto dalla Heathen Tribes),
(New Era Productions) Sono oltre vent’anni che gli Israthoum sono attivi, prima in Portogallo e poi in Olanda, senza contare gli anni precedenti vissuti sotto altri moniker. Vent’anni di perfezionamento che vedono la band veramente produttiva solo nell’ultimo decennio, periodo
(Century Media Records) Per la formazione thrash metal di Washington “Sickness Divine” è il terzo full length e allo stesso tempo la promozione alla Century Media. Il passaggio a un’etichetta di prestigio
(Eisenwald) Il singolo “
(Club Inferno Entertaiment) Dalla copertina e dall’etichetta tutto mi aspettavo, tranne che venti minuti di puro heavy metal: loro solo gli Half Life, vengono da Roma
(Shadow Kingdom Records) 29 rapidissimi minuti di speed metal dallo stato di New York: i Fatal Curse si presentano così ai fan più accaniti degli anni ottanta. Di formazioni così ormai è pieno l’universo,
(Earth and Sky Productions) Ero rimasto fulminato da “
(autoproduzione) Un interessante e personale black che tuona dalla Bulgaria. Dettagli melodici di remota ispirazione risalente al death svedese, una voce in linea con bands quali Mgła, rocambolesche stoccate ritmiche che ricordano nomi quali
(High Roller Records) Con due brani e un breve intermezzo, i finlandesi Chalice si affacciano sul mercato attraverso un 7’’ targato High Roller. Già dalle foto promozionali
(Hells Headbangers Records) Nuovo capitolo, stavolta un EP, della creatura heavy/speed di Ryan Waste dei Municipal Waste: una scheggia inarrestabile di eighties sound!
(Autoproduzione) Dal Brasile ci giunge l’EP d’esordio, contenente tre brani, dei Lilium Vitae, band symphonic metal di ispirazione cristiana. La produzione di “Soberano”
(Edged Circle Productions) Questo EP è solo un’uscita per scaldare gli strumenti, i membri di questo combo non devono dimostrare nulla proprio a nessuno. È gente che ha masticato death metal da un bel po’ di anni e qui si presenta solo per l’ennesimo, ma quanto mai gradito, tributo
(Blood Harvest Records/I Voidhanger) I cliché per fare dei Sartegos un gruppo black underground ci sono tutti: una sola mente dietro strumenti e voce, registrazione disastrosamente amatoriale, un logo indecifrabile,
(Heathen Tribes) Certi dischi possono essere ancora prodotti solo in Grecia: i Braveride, qui al terzo album, propongono un epic/power metal dai tratti che oserei definire arcaici!
(Gates of Hell Records) Nelle proprie recensioni, coloro che si dedicano ai generi più classici parlano spesso di ‘attitudine’, un concetto poco chiaro e variamente interpretato,
(Mighty Music) Melodic metal: una definizione in cui stanno bene molte espressioni musicali, ma che io trovo abbastanza confusa e generalista… in ogni caso, se tale (sotto)genere esiste, 
(De Tenebrarum Principio / ATMF) Il black che striscia subdolo dal gelo del freddo Canada porta sempre con se un’aura maligna intensa, travolgente, soffocante. Questo vale anche per i Blosse, i quali hanno pubblicato questo “Nocturne” l’anno scorso,
(SPV-Steamhammer) Come si fa a capire quando è finita la benzina? I Running wild hanno scritto pagine fondamentali della storia del power metal, ma poi si sono oggettivamente afflosciati per strada,
(Punishment 18 Records) Ci sono voluti ben sei anni per giungere al nuovo lavoro, dopo l’ottimo precedente “Hundred Light Years” (recensione qui), per gli italiani Lunarsea. Ma l’attesa è sempre stimolante quando si è davanti