ANTIVERSUM – “Total Vacuum”
(Invictus Productions) Un demo di quattro tracce per questi ombrosi svizzeri. Registrato chissà dove (sperando sia realmente in presa diretta), il dischetto ti porta fin da subito in territori pieni di ombre e dubbi, dove la possibilità non è benaccetta. I nostri fanno un black dalle tinte e dai toni fortemente doom. (altro…)
(Schwarzdorn Production) Einar “Eldur” Thorberg Guðmundsson (
(Self Mutilation Services) Struggente debutto per questa band italiana. Etichettata come Depressive Post-Black Metal, regala un album che va molto oltre questa definizione, in quanto gli oltre settanta minuti di queste sette tracce sono la sintesi dell’armoniosa bellezza della depressione, dell’oscurità, della decadenza umana. Pezzi
(Nuclear War Now! Productions) Terzo album per Doomed And Disgusting, progetto parallelo di Dave Slave bassista degli Australiani Sadistik Exekution. Rispetto al black metal feroce e grezzo suonato con la band madre, la direzione musicale di questo progetto verte su
(AFM Records) Attenzione: questo album vi mette davanti ad un altare pieno di divinità del rock e del metal! Un album con undici ottime tracce, piene di metal, rock, folk, sinfonico, power arrivando fino al prog. Ma questo è normale. Forse. Poi ci sono le due menti dietro il sipario, ovvero Mark Sweeney (ex Crystal Ball) e Michael Voss (ex
(Underground Symphony) I metalheads italiani nutrono di norma un odio feroce nei confronti degli Skylark: la formazione milanese, che ha mietuto successi soprattutto in Giappone, è infatti spesso accusata di dilettantismo musicale e di eccessive concessioni a sonorità pop e commerciali. Ho seguito Eddy Antonini & compagni in modo troppo saltuario in questi anni per poter dare un giudizio equilibrato: ma ricordo certamente che agli esordi symphonic power seguì una fase di ‘allegerimento’ che mi fece perdere interesse nei confronti della band.
(AFM) Per festeggiare l’ingresso in formazione di Nitte Valo, ex cantante dei Battle Beast, i finlandesi Burning Point pubblicano un prodotto a metà fra la compilation e il full-“length” di inediti: accanto a sei canzoni ri-registrate (compreso l’hit “Heart of Gold”)
(Nightbreaker Production) Esordio discografico per i Torinesi Orgiastic Pleasures, band formata da musicisti che vantano una certa esperienza in ambito estremo. Il genere proposto è un death metal old style di matrice Svedese, aggressivo ma non eccessivamente
(Svart Records) Dopo l’EP arriva l’album. Regola di base che questi 4 finlandesi hanno rispettato, creando uno spazio dove scatenarsi senza controllo. Vantano membri di Forced Kill e Speedtrap e con quell’EP a base di puro rock’n’roll sparato a volumi pazzeschi, sporco, brutto, cattivo avevano detto la loro. Ora e tutto sempre più punk, rock ed
(Punishment 18 Records) Fautori di un black metal che implementasse un carico melodico ben superiore alla media, i Borknagar hanno poi sviluppato ampiamente tematiche testuali e musicali legate al viking. Già questo secondo album del 1997 e ripubblicato dalla Punishment 18 Records, offre
(This Is Core) “Slow Sun” è una sorta di crossover. I Mooth nascono come noise band, ma al giorno d’oggi stoner, hardcore, appunto il noise e un lieve atteggiamento math-core albergano in questo sound piuttosto robusto e che ha tratti si dimostra oscuro per il suo possente groove.
(Dead Center Production) Questi thrashers nostrani richiedono più di un ascolto per essere assimilati. Nonostante infatti il flyer etichetti la band come un combo thrash, dopo un’intro strumentale fatta di sirene e presagi di distruzione la prima traccia vera e propria non è solo thrash. E’ anche un po’ death e un po’ svedese. La produzione non all’altezza
(Signal Rex) Ecco un gruppo da tenere d’occhio. Secondo album per questi portoghesi che hanno deciso di ripercorrere le tracce del pluriosannato Burzum. Quattro tracce che si muovono tra il black e l’ambient, tra l’epico e la cacofonia. Il risultato, pur essendo molto simile nel contorno al progezzo di mr Vikernes,
(Iron Bonehead ) Oscuro vinile 7 pollici, 45 giri. Oscura anche la confezione inondata di nero. Oscuro il sound di queste tracce esclusive che i due act hanno proposto per lo split. Gli svedesi Grá sul lato A: hanno all’attivo un full length ed un paio di EP; sanno lacerare con ritmi
(Massacre) Estraggo dai recessi della mia memoria il nome dei tedeschi Stormhammer, autori, nell’ormai lontano 2009, di un “Signs of Revolution” che acquistai a un loro concerto a München. La band bavarese torna all’attacco con il quinto disco dopo un silenzio che dura da allora:
(Metal Scrap Records) A distanza di quattro anni tornano i deathsters ucraini D.HATE con un album poderoso, spietato, ricco di precisione ma anche di violenza. Ci lasciarono con il validissimo “Game with Ghosts” ed ora questo “L.I.F.E.” dimostra una importante crescita, una maturazione artistica sia compositiva che esecutiva. Il
(Comatose Music) Finalmente un album brutal death con le palle! Gli Statunitensi Dysentery danno alle stampe un album brutale, senza fronzoli e lontano da tante contaminazioni tipiche del death metal odierno. La formula è semplice: riffs pesantissimi come macigni, chitarre droppate di un paio di toni, un basso
(Nordavind Records) Gli italiani Riti Occulti fanno un black metal diverso. Intenso. Incrociato con doom, sinfonico, atmosferico e rituale, questo sound dà origine ad un qualcosa che ha un forte richiamo italiano (il nostro doom, il nostro metal, il nostro horror) senza però perdere
(Metal Revelation) Una tempesta di groove ed energia nel debut dei francesi Parallel Minds, che stupiscono con una proposta attuale e potente. Ce ne accorgiamo subito dall’opener “I am”, che unisce la potenza power/thrash degli Iced Earth alla modernità del groove dei Nevermore,
(Pavement Enterteinment) Quinto album per i Resistance, band Belga attiva dal 2004. Il genere proposto è definibile come deathcore, anche se i Resistance si mantengono lontani dallo stile moderno di gruppi come All Shall Perish o Suicide Silence, preferendo un approccio più brutale e old school. La continua alternanza tra accelerazioni brutali
(Autoproduzione) Io proprio non so cosa si mangiano i nativi di quest’ isola, ma evidentemente dentro c’è roba forte… Il quarto disco dei Dawn Of Azazel è di un tirato da far impressione. Probabilmente han composto le tracce mentre stavano scappando da un diavolo della Tasmania, altrimenti non mi spiego tutta questa velocità. I tempi rallentati sono
(Comatose Music) “Uncertain Process” rievoca il death metal della Florida, ma trascinato verso velocità attuali (che ricordano i Decapitated) e con una tecnica che tende a rendere i pezzi degli scomparti che si incastrano tra loro. I Prion suonano in modo robusto, solido, contornato da un lavoro
(Moribund Records) Quanto male e quanta decadenza può essere catturata e canalizzata in musica? Vardan, la one man black metal band italiana ha passato la ventesima release. Tra usciti ed in previsione siamo già a cinque pubblicazioni nel solo 2015. Una produttività immensa,
(Mighty Music) Nono album per i Francesi No Return, band in circolazione già da venticinque anni che ha sfiorato il successo mondiale nel 2002 col bellissimo “Machinery”. Il gruppo Transalpino propone da sempre una commistione tra death melodico vicino a quanto fatto dagli
(Nuclear War Now! Productions) Quando devi catalogare e inscatolare tutto dentro determinate categorie ci sono sempre degli elementi che restano fuori, che non sai dove mettere perché sfuggono ad ogni tentativo di etichettamento. I Chaos Echoes sono ciò che resta sempre fuori dalla scatola, ciò che viene
(Autoproduzione) Ep di debutto per i folk metallers Isenmor, dal Maryland, che hanno la particolarità di avere in formazione addirittura due violinisti! E i cinque pezzi qui presentati (la versione fisica ne contiene altri quattro, due cover e due versioni acustiche)
(Indie Recordings) Ci sono realtà che se non vengono collocate in un preciso ambito geografico e culturale non potranno mai essere comprese. E’ il caso dei Seigmen, gruppo famosissimo nella patria Norvegia e sconosciuto nel resto del mondo. Certo se si decide di usare la propria lingua madre al posto
(Renverse Productions) Non so… Sarà per la produzione realmente approssimativa, sarà per la mancanza assoluta di idee; ma proprio non trovo alcun appiglio per salvare un gruppo come questo. Il tentativo di usare il francese come lingua del cantato è sicuramente da applausi, ma non basta a far
(Autoproduzione) Dalla fredda Norvegia, questi Iumenta arrivano al traguardo del debutto. Sei tracce sono pochine rispetto lo standard attuale, ma tanto basta al combo per far sentire la propria voce. L’inizio è già una scommessa: “Blood” e “Clone”, prime due prove del platter, vogliono infatti misurarsi
(Indelirium Records) L’Aquila e Termoli, cioè My Distance e The Memory, in coabitazione in questo “Bridges”. Le due band hardcore spartiscono equamente la release con cinque pezzi a testa. I My Distance si fanno promotori di un hardcore non troppo cattivo, ma sicuramente arrabbiato
(Moribund Records) A meno di due anni dall’ottimo “Virgin Sails” tornano i leggendari Satan’s Host con un doppio album che scarica tonnellate di metallo sopra la vostra tomba, occultando per sempre i vostri miseri resti. Ovviamente senza dimenticare di dannare per sempre la vostra anima al dio oscuro, al tiranno
(Mighty Music) Giungono al debutto gli Svedesi Unfaithful, band dedita ad un metal potente e cadenzato ricco di groove e con una spiccata attitudine hardcore, come si può evincere anche dalle tematiche affrontate, improntate nel sociale, in particolare la lotta al bullismo, al punto di devolvere una parte degli introiti
(Blood Fire Death) Devo ammettere di trovarmi in difficoltà. “Kharon” è il classico album che mi fa impazzire come ascoltatore, ma che mi mette in crisi come recensore, perché è davvero un’impresa ardua descrivere il genere suonato dagli Spagnoli Chaos Before Gea. Nelle note biografiche, la band descrive il proprio
(Autoproduzione) Francesi al secondo full-“length”, The long Escape hanno le carte in regola per attirare i consumatori più giovani e smaliziati di progressive metal. Non inventano niente i transalpini, ma non si perdono in lungaggini e hanno un appeal che a tratti è proprio radiofonico.
(Massacre) Dal Brasile debuttano gli interessanti Hevilan, che si avvalgono del guest drumming di Aquiles Priester (Primal Fear) e della partecipazione, su un brano, di Warrel Dane; è la Massacre Records a prendere in consegna quest’album per il mercato europeo (in Brasile è già uscito nel 2013).