coprapeonmind(Autoproduzione) Si chiama Jacek Brzozowski, ma il suo tono vocale ricorda un po’ quello di Max Cavalera. Con un cantante così i Rape On Mind non putevano non darsi ad un sound che potesse essere imparentato con le tante personificazioni musicali dell’illustre Max, oltre al groove metal, elettronica, il noise metal e cose come i Neurosis, The Dillinger Escape Plan e così via. Un sound però non derivativo. Direi che le strutture dei pezzi così nervose, mutevoli, sature di pesantezza, groove, distorsioni grasse e cupe, alla fine si collochino nel puro e semplice modo di fare di questi folli sperimentatori provenienti dalla Polonia. “Downwards” è un labirinto, un universo, una serie di dimensioni parallele le quali però si incontrano e polverizzano ogni cosa. Suoni duri e carichi di rabbia come una bestia incattivita, si sviluppano con una cerebralità senza pari. Si, “Downwards” è qualcosa che ha a che fare con la mente. Ha la stessa tortuosità del pensiero umano. Certo, è soltanto musica. E’ soltanto metal in una delle sue tante forme, eppure sembra avere dentro un messaggio ed una carica emotiva che va oltre. Forse i Rape On Mind non sono quel genere di band che cogli subito nelle tue preferenze, ma di certo non è una delle tante. Loro suonano e da subito si capisce che non vanno presi sottogamba, non si possono trascurare con un ascolto approssimativo. Bisogna dargli il cervello ai ROM, ma fatelo con cautela.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10