CORAXO – “Starlit Flame”
(autoprodotto) Impegnati e ricchi di fantasia narrativa i finlandesi Coraxo offrono una ricetta semplice, ma efficace: buon death metal, con riff catchy e coinvolgenti, iniettato con una massiccia dose di elettronica per creare quell’effetto sci-fi che risulta poi essere l’argomento principale della composizione e dei testi. “Startlit (altro…)
(Power Dungeon) La foto in copertina, insieme al gioco che il titolo dell’album fanno in riferimento al noto film di Stanley Kubrick, mi sembrano qualcosa di pacchiano e non da meno a quanto hanno fatto magari altri illustri, come ad esempio il Sebastian Bach con il suo recente lavoro. Per me i limiti
(Collectors Dream Records) Tom Kiefer è un personaggio di una tenacia e coerenza raramente riscontrabili nel music business: il cantante, chitarrista e leader dei Cinderella ha infatti conosciuto il successo ad inizio carriera, dopo che la sua band era stata notata
(Witches Brew) Dopo un periodo di stasi, gli olandesi Chain of Dogs ritornano in pista proponendo la riedizione dei loro due primi ep, cui si aggiungono varie bonustracks. Un sound molto energico allegro, che mescola folk, thrash (ma non quanto le note promozionali vorrebbero far credere)
(Cimmerian Shade Recordinga) Pura asfissia. Atmosfera inquietante. Morte ed estinzione. Arriva al secondo capitolo la one-man-band inglese Cold Crypt, e questi oltre cinquanta minuti sono la rappresentazione del freddo glaciale, del vuoto, dell’oscurità. Concetti appartenenti ad ambienti e mondi non ubicati sul pianeta
(Autoproduzione) Un nuovo lavoro dei Caelestis merita sempre una certa attenzione. Lo richiede l’architettura musicale, la profondità dei testi. L’intero concetto Caelestis è qualcosa che attira e chiede che i sensi dell’ascoltatore siano pronti a recepire i messaggi. L’ascolto di “Nel Suo Perduto Nimbo”
(Musea Records) Gli esordienti milanesi Cyrax confezionano un debut album breve (sette pezzi per circa 33’) ma decisamente interessante, che si ribella immediatamente a ogni tentativo di collocazione in un genere piuttosto che in un altro. Vediamo perché.
(Sinusite Records) Droga. Allucinazione. Deviazione mentale. É questo il mondo ideale del sound dei Carnenera. “Listen under drug effect”, dovrebbe essere il titolo di questo omonimo disco. E se lo si ascolta senza l’effetto delle droghe, sarà l’album stesso
(Ketzer Records) Oscurità profonda, ma diversa, unica. Una essenza infestante che rappresenta l’evoluzione di una più nota. Arrivano al quarto full length i tedeschi Creature e riescono a stupire. Oltre cinquanta minuti di musica con la quale coinvolgono,
(UDR) Ecco finalmente il documentario che parla di questa mitica punk rock band che è esistita a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Una band simbolica, essenziale, che appartiene alla storia del rock. Questi 90 minuti di video, spezzoni mai visti, interviste,
(Mordgrimm) Dei Cradle Of Filth c’è poco di nuovo da dire. Sono una leggenda, sono un simbolo, una icona. Occupano in maniera stabile una posizione nella storia della musica estrema, grazie ad un leader carismatico, particolare, originale, deviato. La
(Memento Mori) I Cemetery erano una band Tedesca attiva nei primi anni ’90 dedita ad un death metal molto tecnico, sulla scia di gruppi come Death, Pestilence e primi Atheist. Questo doppio CD raccoglie l’intera discografia del gruppo, consistente in due demo (“Cemetery” e “At Dark Places”) e un full length mai uscito intitolato “Enter The Gate”. Le composizioni sono
(Barbarian Wrath) Ormai ogni pubblicazione di questa band originale è per me fonte di immenso piacere. One man band che da poco si è stabilizzata sui due elementi, di origine olandese, orientata al black metal… ma nel senso classico del termine. Qui non ci sono blast beats, screams e growl estremi. Il singing è si spinto
(Freezing Penguin / Svart Records) I Curimus nascono a Loimaa (Finlandia) nel 2004. Dopo quattro demo, registrati tra il 2006 e il 2010, pubblicano il primo full “length” “Realization” nel 2012. A distanza di due anni, esce questo “Artificial Revolution”. Il genere proposto è thrash metal
(Einheit Produktionen) Germania. Inizia tutto come una one man band, e poi si evolve. Passano gli anni, molti, ed esce un EP. Poi finalmente il debutto datato 2013: “Ystyr”. Black metal pieno di ritmica, di coinvolgimento sonoro, con un richiamo costante alle atmosfere create dai mitici Immortal. Ma attenzione, non si
(autoprodotto) Laconica cartella stampa. Concetti diretti come “esclusivamente strumentale”, oppure “gruppo fatto di basso, batteria e chitarra”. Ma la frase conclusiva mi colpisce “Al momento il disco non è distribuito da alcuna agenzia e la band non è sotto contratto”. E quale schifoso errore, aggiungerei io. Cinque
(Massacre/Audioglobe) I greci Crystal Tears, qui al loro terzo album, mi sono stati simpatici già al primo ascolto: però da recensore devo ammettere che la loro proposta è abbastanza standard. Mi chiedo spesso cosa ci voglia, in un genere in agonia come il power
(Minotauro Records) Alkahest, ovvero “anche detto alkahest o alchaest, è una medicina universale, in grado di sconfiggere tutte le malattie”. “Alkahest”, summa del sapere sonoro di un musicista profondo e universale. Paul Chain nel 1995 realizzò questo lavoro componendo le musiche, nel caso dell’affascinante
(Autoproduzione) Concedetemi un’apertura frivola su questa band svizzera, ma, chiedo, tra tanti nomi possibili dovevano chiamarsi proprio Camion? Vacci a capire. E’ pur vero che un nome è un nome, niente di più, ma se Camion è qualcosa di generico, il sound che la band di Losanna sprigiona non è da meno.
(Invictus Productions) Puro black ‘n’ roll per il debutto dei Canadesi Chapel. Si presentano osceni, volgari e cattivissimi con foto stampa oscure che ritraggono il trio circondato da birra e proiettili. Una immagine dannatamente old school black metal, ma che musicalmente enfatizza decisamente il fattore l’alcol rispetto ai proiettili. Il disco
(Napalm Records) Il fumo sulfureo che si solleva dal secondo disco degli inglesi Conan è tale da oscurare da visuale! Raramente mi è capitato di ascoltare uno stoner/doom così asfissiante… tuttavia, come leggerete, ho alcune riserve. Avvertimento iniziale:
(Markuee Records) Elegante questa riproposta della Markuee Records. Elegante nella confezione. Elegante nel riproporre questo scrigno di suoni oscuri datato 1984 e realizzato dall’allora fuoriuscito dai Death SS, Paul Chain. Violet Theatre esisteva già da alcuni anni, ma proprio la ‘nuova vita’ artistica
(Ektro Records) 33 (non ho sbagliato: trentatré) full-length in circa 23 anni di attività? Ebbene sì, sono i finlandesi Circle, una delle band più folli della storia del rock, che il mio collega Luca conosce bene per averli recensiti più volte (ad esempio
(Dark Descent Records) Esistono band che appena attaccano a suonare dalla prima canzone, riescono a comunicare da subito ciò che sono e ciò che l’ascoltatore può e deve aspettarsi. A questo principio si attengono i semi-sconosciuti Corpsessed, bestiale formazione death metal della Finlandia che arriva
(Steamhammer / SPV) Ci spero da un decennio, ma le cose non sembrano tornare indietro. Il passato non è il presente, anche se certe emozioni avrebbero il sogno segreto di ritornare, di esistere nuovamente, di rivivere. Ho amato i Crematory alla follia, parlo dei primi Crematory, parlo di quelli degli anni ’90. Parlo di quella stupenda band che ha firmato pezzi memorabili quali “Tears Of Time”, “Transmigration”,
(Nuclear Blast Records) Io e Stian, meglio noto come Shagrath ovvero il lead vocalist dei mitici Dimmu Borgir abbiamo una cosa in comune: visioni estreme, amore per il black, ma una attrazione magnetica per il rock’n’roll. La cosa mi piace per varie ragioni: da parte mia salto da un disco di black estremo, ad un disco di hair
(Metal Tank Records) L’ultima volta che ho avuto notizie dei Circle Of Witches fu nell’estate del 2013. Allora venni a sapere che i Campani avrebbero suonato dal vivo fuori dall’Italia. A gennaio ecco arrivare i primi comunicati stampa sul nuovo album, quello atteso da tempo, sospirato come non mai anche per via
(autoproduzione/Transcending Obscurity India) Devo ammettere che il thrash è un po’ ai margini dei miei interessi. L’ho vissuto, l’ho amato, ma alla fine non ha saputo continuare a mandarmi i messaggi che facevano bollire il mio sangue tanti anni fa. Ma è con piacere
(Iron Bonehead) Nordico gelo incontra paradisiaci concetti orientali. I cechi Cult Of Fire tornano con il secondo disco, con un titolo che immediatamente spiazza. “Ascetic Meditation of Death” è il significato tradotto in inglese ma la lingua scelta, anche per ogni singola traccia, è l’Hindi ovvero un lingua del ceppo indoeuropeo parlata prevalentemente nel nord dell’India (statisticamente una delle
(Horror Pain Gore Death Prod.) E’ del febbraio 2012 “Colossal Hole” dei giapponesi Coffins. I tre pezzi sono in pratica un demo realizzato come pre-produzione a quello che sarebbe poi stato l’album per Relapse Records, cioè “The Fleshland”, uscito a luglio. La Horror Pain Gore Death Productions lo pubblica in versione vinile 10”, aggiungendo così un nuovo pezzo alla lunga discografia di questa
(Autoproduzione) I marsigliesi Calling Of Lorme provengono da un singolo e un EP, ma adesso si completano con “Pygmalion”, il debut album che deve dare ampie spiegazioni su questo sound robusto ma pieno di melodie. I Francesi sono legati ad un metal ben solido, mai troppo veloce e agghindato dall’elettronica. Il risultato mi ricorda qualcosa a metà tra i Moonspell e i Samael di
(Memorial Records) I Crawling Chaos sono di Rimini, ma suonano come se provenissero dalla Florida. Si, esatto, sono autori di un death metal più o meno vecchio stampo, con la differenza che la produzione è pulita, non ha laccato i suoni ed ha così lasciato quella patina di forza, irruenza, di puro death metal. Sound robusto e molto vicino alle cose dei Cannibal Corpse più maturi, ma allo stesso
(Gain Music) Una buona, buonissima realtà svedese che dopo l’album del 2012 “Apocalyptic Youth”, ritorna a far sferragliare i propri strumenti, sacrificati ad un rock/hard-rock/heavy infuocato, energico e, soprattutto, con delle canzoni. Si, canzoni, degne di essere appellate con questo sostantivo, non come molti che creano album che iniziano e finiscono e non ti lasciano nulla dentro ad un singolo
(Ektro) Mi fanno impazzire. E credo non ci capirò mai veramente nulla. Questo moniker, Circle, è quello della band finlandese che si dedica a cose strane, elettroniche, alternative. Ma siccome hanno recentemente deciso di rinominarsi Falcon (ma pensano di tornare a Circle, almeno così sembra), hanno dato in prestito il loro moniker originale. Coloro che l’hanno preso in gestione si avvicinano
(Kaotoxin) C.O.A.G., ovvero «Coalition Of Abnormal Grinders», roba tosta e seria. Roba della Kaotoxin e quindi ecco che nel dettaglio questo progetto è un’idea di Déhà dei We All Die (laughing), oltre che partecipante agli Eye Of Solitude ed altre cose sempre griffate Kaotoxin. E visto che siamo in tema di dettagli, la copertina sappiate che è di Maxime Taccardi, già autore per