Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
FROZEN CROWN – “Call of the North”
(Scarlet Records) Se si parla di power metal, Germania e Italia sono di casa. In Italia poi, abbiamo un riferimento su tutti che risponde al nome di Rhapsody Of Fire. E i compatrioti Frozen Crown, qui al quanto album in appena sei anni, non possono che avere l’ardito standard come obiettivo. (altro…)
(Scarlet Records) La Scarlet Records mette le mani sul nuovo album degli HateSphere, proprio come fece con il precedente “Reduced to Flesh” nel 2018. Cinque anni e la band danese sigla l’undicesimo lavoro in studio di una carriera inaugurata nel 2000. In realtà iniziò negli anni ’90 come Necrosis. Da allora ad oggi
(Fastball Music) I teutonici Black Hawk pubblicano l’ottavo album di una carriera inaugurata nel 1981 che li ha visti però pubblicare solo nel 2005 il primo full length, dopo alcuni lavori minori realizzati in precedenza e nel ‘vecchio’ secolo. Teutonici ma di derivazione Judas Priest per alcuni aspetti e tutti 

(Atomic Fire Records) Solo dal 2020 ad oggi i Lordi hanno pubblicato nove album, sette dei quali sono un ideale viaggio nel tempo. Bisognerebbe riflettere su questa politica, perché è un di dato di fatto che la band finlandese è ciarliera di creatività, ma di quale livello? “Screem Writers Guild” segna 
(Peaceville Records) James McBain è un maledetto ruffiano perché riversa ogni possibile idea di grido che possa attirare l’attenzione del metalhead medio e uscirne con un applauso. Un ruffianata questo album, però gli riesce bene allo scozzese. James McBain ha fatto bene le cose, mischiando heavy e speed metal, black 

(Amor Fati) Il dio o forse il demone del black metal ha tirato fuori dal suo calderone ribollente una entità nuova, corrotta, infernale. Sono i Verminous Serpent, un quartetto fondato da Joseph Deegan alla chitarra e membro dei dublinesi Slidhr, in più Matt Bree alla batteria e parte dei Malthusian, black metal band 

(AFM Records) Nicolas van Dyk assesta la formazione dei Redemption con il tastierista Vikram Shankar e alleggerendo così il proprio lavoro che si concentra maggiormente, almeno per le registrazioni, sulla chitarra. La filiera dei pezzi passa comunque attraverso i validi contributi di 

(Ad Noctem Records) Secondo album per i meneghini Abbinormal, dopo “1996” pubblicato nel 2019, e saldamente legato a questa esaltante mistura di grindcore e brutal death metal. Pattern ritmici, schitarrate, soluzioni che abbracciano sia il death quanto il grind, mostrandosi costantemente
(Peaceville Records) Storia nota ai più quella dell’album “Goatlord” e per chi ne fosse a digiuno ecco il sunto: i
(CrazySane Record) I berlinesi sono autori di uno shoegaze sbarazzino, con punte di etereo smarrimento e spunti briosi che mettono ritmo e virano verso un indie a tratti adagiato sul pop. Forti ascendenze Interpool, qualche schitarrata energica che ricalca i Sonic Youth, tinteggiando situazioni in maniera post rock come
(Inferna Profundus Records) Continua l’opera di recupero dei Wampyric Rites da parte della Infernal Profundus. Questa volta tocca ad una demo del 2020 di quattro brani, il quale apre con una lunga e malinconica intro strumentale. 


(Massacre Records) “Bring Out Your Dead” è l’esempio di come sprecare una buona occasione, a nove anni dal precedente e secondo album “Someplace Better” pubblicato come il precedente debut da Massacre Records. La gothic metal band da subito lascia trasparire che elemento gothic è debolmente presente
(Long Branch Records) Dopo un EP di debutto nel 2019 intitolato “The Thing With Feathers”, i britannici ci riprovano con un secondo di cinque pezzi con oltre 24’ di musica, la quale potrebbe essere classificabile come un prog nel quale entrano sia elementi rock quanto pop. Il trio che vede Lynsey Ward al canto, ed è un canto 

(Metal Blade Records) Il sesto album dei Downfall Of Gaia viene pubblicato quattro anni dopo il precedente “Ethic of Radical Finitude” che data 2019, dunque l’anno prima della pandemia da Covid-19. Oggi dopo con il ritorno a una normalità che ovviamente normale non lo è 


(CrazySane Records) Jolle, ovvero un chitarrista e un batterista armati di intenti garage rock, stoner, grunge, noise e una sano, robusto e sincero bagaglio krautock. Il duo di Potsdam mischia le carte nel proprio studio casalingo, prendendo a prestito un po’ di cose del rock e del pop anni ’60 e ’70, con concetti punk e garage 
(Verycords) I Sortilège sono nati negli anni ’80 a Parigi col nome Bloodwave e grazie ai fratelli Dumont, Stèphane e Jean-Philippe. La band ha pubblicato esclusivamente in quel decennio e verso il 1986 si è sciolta. Si è riformata dopo la prima decade dei 2000, senza i due fratelli Demajean e con il cantante
(autoprodotto / Blood Fire Death) Dopo un buon debutto targato 2019, i valenciani Litost ci riprovano e confezionano un disco dai suoni molto moderni,