ISAAK – “Hey”
(Heavy Psych Sounds) Dopo sette anni di distanza, i liguri Isaak arrivano alla prova del…3. Sì perché si sa, il terzo album è quello della conferma o quello dell’inizio della fine. (altro…)
(Heavy Psych Sounds) Dopo sette anni di distanza, i liguri Isaak arrivano alla prova del…3. Sì perché si sa, il terzo album è quello della conferma o quello dell’inizio della fine. (altro…)
(Debemur Morti Productions) Sei composizioni numerate con cifre romane dall’uno al sei formano questo primo full length dei Bacchus, un trio che deriva da componenti di Abyssal Vacuum, Dysylumn e Ominous Shrine. “II” è l’insieme di atmosfere che si legano a toni mistici e psichedelici, con scorci ritualistici, in un (altro…)
(Century Media Records) Gli Ov Sulfur si possono definire l’esatto punto medio tra il death core americano e il più tipico death norvegese. Il cantato ha mantenuto una linea prettamente arrogante e anticonvenzionale, ma le trame sonore sono davvero una derivazione prototipica di tutto ciò che la Norvegia ha partorito sotto il nome di ‘melodic death’. (altro…)
(Avantgarde Music) Al primo tentativo, i polacchi Cursedinder fanno centro. Un concentrato di doom, death e black irresistibile, sotto l’occhio vigile ma protettivo della Avantgarde. Un disco complesso, ricco di risvolti dal retrogusto esoterico. (altro…)
(Avantgarde Music) Daniel Änghede (Astroqueen, Draconian), lo svedese mastermind di questo progetto ormai giunto al terzo album, alza l’asticella di quel suo personale livello artistico che riversa nelle complesse produzioni che lui firma come Ison. Dopo il favoloso “Aurora” (recensione qui), la sua creatività in questa direzione si era un po’ arrestata: (altro…)
(Non Serviam Records) Oh ecco… finalmente un po’ di death metal svedese verminoso e purulento. Un genere immortale, portato avanti da mostri sacri quali Dismember ed Entombed, che vanta anche nuove entusiaste reclute pronte a portare avanti il marcescente verbo. (altro…)
(Tragedy Productions) Il cileno David Cofré è un polistrumentista che, in seguito ad una importante perdita nella sua vita privata, ha cercato attraverso la musica di sfogare quella disperazione che stava riducendo la sua vita in un deserto di dolore. La sua proposta artistica gira tutta attorno a “Catalina” (probabilmente quell’amore rubato dalla violenza di una morte improvvisa): c’è nel moniker, c’è nell’intera offerta, ovvero il demo “Catalina” del 2022, il primo album “Catalina (I, II, III, IV)” uscito digitalmente lo scorso dicembre e nell’album “Catalina (V, VI, VII, VIII)” uscito a febbraio. (altro…)
(Black Lion Records) È il debutto per questi irlandesi, band formatasi nel 2021 che vede in line up gente come Gareth Murdock degli Alestorm, oltre ad elementi dei death metallers Overoth e dei folk metallers Celtachor. Cinque brani, meno di mezz’ora per un sound che si dichiara compatibile con bands quali Dark Funeral, Dissection e Dimmu Borgir, cosa decisamente vera… con una particolare attenzione verso i primi e gli ultimi elencati. (altro…)
(SharpTone Records) Uno dei vessilli supremi del metalcore August Bunrs Red e dunque ormai giunti in uno status di ferro nella scena metal e dintorni mondiale. “Death Below” rappresenta la forma migliore del songwriting e registrazione del gruppo di Lancaster, Pennsylvania, segnato da una qualità notevole dei pezzi che (altro…)
(Soulseller Records) In attività dal 2018 eppure in cinque anni la band americana ha pubblicato già quattro album. Vredensdal sono un trio che suona black metal con approccio attuale per via dell’alto tasso melodico, però senza spostarsi troppo al di là dei principi canonici e dunque più vecchia scuola del (altro…)
(Chaos Records / Canometal Records / Burning Coffin Records) Già autori di un EP i cileni Sepulcrum siglano il loro primo full length onorando il death metla in maniera serrata e priva di compromessi. Death metal ruvido, sepolcrale e sulfureo, con un incrocio di influenza tra (altro…)
(Century Media Records) Questo nuovo album dei Suicide Silence segna il potenziamento di alcuni dei loro aspetti fondamentali della musica che suonano, cioè i brakdown e i blast beat. “Remember…You Must Die” è il deathcore di come la band lo ha suonato da sempre e (altro…)
(Talheim Records) Imponente crescita per il black decadente e sostanzialmente depressivo degli italiani Afraid Of Destiny, un progetto che ormai si è evoluto dallo status di one man band, diventando una vera band, sia sul palco che in sede compositiva e in studio. (altro…)
(Century Media Records) Tribulation e un nuovo EP, un po’ la prova generale del futuro della band, visto che fino a “Where the Gloom Becomes Sound” (recensione qui) il team che scolpiva il sound della band era composto da Adam Zaars e il prolifico Jonathan Hultén; quest’ultimo, tuttavia, ha mollato i Tribulation, lasciando il posto a Joseph Tholl, il quale dopo aver già ampiamente dimostrato le sue capacità sul palco, ora finalmente affianca Adam nella stesura dei brani, tra l’altro in una forma più vicina, più collaborativa di quanto succedeva con Jonathan. (altro…)
(Svart Records) I Messa sono una gruppo che dal 2016, anno del debutto con il favoloso “Belfry” (recensione qui) in poi, fino all’ultimo “Close” (qui), che è cresciuto in modo favoloso, dall’underground fino ad una richiestissima internazionalità, cosa che li ha portati -tra le altre cose- al prestigioso Roadburn Festival del 2022, la cui esibizione osannata dal pubblico è qui catturata in questi quaranta minuti di musica ed arte ai massimi livelli, grazie anche alla line up estesa la quale ha reso i quattro brani scelti da “Close” ancor più intensi, vasti, avvolgenti, progressivi… oscuramente seducenti. (altro…)
(Ad Noctem Records) Debutto discografico per Loudmother, power trio bresciano nato l’anno scorso dalle ceneri dei Guinea Pig. “Falling Apart” ci riporta indietro alle sonorità hard rock di fine anni ’70 profondamente venato di blues, con chitarre dal suono valvolare, una batteria potente, solida e precisa ed un basso in rilievo che richiama sonorità funky. (altro…)
(Einheit Produktionen / Winter Solitude / Alive) Quasi venti anni, nove album, un’identità romantica e teatrale quella dei berlinesi Eden Weint Im Grab, quintetto che mischia dark, folk, gothic e un qualcosa del black metal. Uno stile molto tedesco, infatti la band canta nella propria lingua, però questa vicinanza è marcata non dall’idioma usato (altro…)
(Personal Records) Debut album per The Grifted, band formata da alcuni prime movers della scena death metal svedese, considerando che nella formazione troviamo membri fondatori di formazioni come Treblinka (successivamente diventati famosi con il moniker Tiamat), Septic Grave, Ethnocide e Child. (altro…)
(Nigredo Records / Frozen Woods Records) Debuttano i Lum, trio black metal italiano profondamente devoto a stregoneria e folklore delle terre natie, ovvero le montagne piemontesi. Si tratta di un black selvaggio, sporco, grezzo, sferzato da linee vocali estreme, devastate, agghiaccianti… ma tutta questa furia e tutto questo impeto in verità nascondono dettagli ricercati i quali decisamente allontanano il sound della band dall’ecosistema del black raw e lo-fi, innalzando l’intera proposta ad un qualcosa di molto più intenso, intelligente e curato. (altro…)
(Avantgarde Music) No, non è il rito funebre che fa seguito al favoloso “Funeral Cult of Personality” del 2021 (recensione qui)… non siamo davanti ad un nuovo disco degli iconici Abysmal Grief, indiscussi sacerdoti del culto dei complessi funerari… ma è comunque un nuovo segno, quel timido bagliore di quel rosso cero funebre la cui fiamma danza irrequieta, animata dal vento, e dagli spiriti. (altro…)
(Epictural Production) Lo stile dei loreni Karne è tipicamente black metal da una commistione tra vecchia scuola e soluzioni moderne, ma è una commistione nella quale emergono maggiormente gli elementi della scuola svedese che di quella nobile norvegese. Fermo restando che questo tipo di riflessione non intacca un giudizio positivo sull’operato (altro…)
(Nordvis Produktion) Prima un trio, poi con il secondo album, quel “Love & Ashes” (recensione qui) del 2020 che riscontrò un buon successo, il progetto assunse la veste di one man band, l’idea artistica di Luke Tromiczak (Maledicere). Con questa nuova c’è il passo successivo: quattro nuovi brani (l’EP “Ochre” sul lato A) eseguiti da vari musicisti sparsi in giro per gli Stati Uniti. (altro…)
(Osmose Productions) “Par Le Feu” è il secondo album – QUI recensito il primo – della black metal band creata dai francesi Vicomte Vampyr Arkames e V. Orias. A, rispettivamente di Seth e Ad Inferna, raggiunti poi da Maximilien B. di Bâ’a e da X. I quattro sono sommariamente ruvidi e gelidi con i riff delle chitarre, coperti da una sezione ritmica martellante, frenetica e (altro…)
(Werewolf Records) Un uragano freddo e mortale che soffia con furia dalla gelida Finlandia. Grieve, una entità relativamente recente, emersa dagli inferi solo tre anni fa insudiciando il candido manto nevoso che copriva la terra dei mille laghi. Prima misteriosi, i componenti della band si sono rivelati essere palesemente noti sulla scena estrema, militando o avendo militato in moltissimi altri gruppi… tra questi Horna, Satanic Warmaster, The True Werwolf, Druadan Forest e tantissimi altri. (altro…)
(Art Gates Records) Dai Paese Baschi emerge questa entità capace di sorprendere e destabilizzare, con la sua musica strumentale in grado di trasmettere molto più di infinte parole. (altro…)
(Soulseller Records) Ottavo affresco black metal nella carriera degli inglesi che suonano il genere secondo le vestigia di un tempo eppure con una freschezza dei suoni e una evidente vivacità dal punto di vista del songwriting. Le sonorità dei pezzi sono legate a schemi appena vicini alla gloria di Emperor, Dissection, Satyricon ma la resa sia (altro…)
(earMUSIC) Il lascito di Dio! I Last in Line si formarono praticamente dieci anni fa, per mano di musicisti della band di Dio, i quali rifiutarono di smettere di collaborare dopo la scomparsa del leggendario vocalist… l’indimenticabile Ronnie James Dio… tanto da scegliere come moniker il titolo del suo album del 1984: (altro…)
(Emanzipation Productions) L’ultimo album dei NervoChaos è dello scorso anno, QUI recensito, “All Colors of Darkness” è stato pubblicato infatti nel febbraio del 2022. La band ritorna dunque con un nuovo full length nel quale abbozza la propria ferocia mista a una disinvoltura esecutiva nella quale esibisce come al solito una spiccata velocità. Il (altro…)
(Season of Mist) Da qualche parte nelle note per la stampa della Season Of Mist per “Apocalypse” dei Rotten Sound, c’è scritto “Finland leading grindcore machine“. La principale macchina grindcore finlandese appunto, è una possibile colonna sonora dell’Apocalisse. La colonna sonora della devastazione ultima, del termine finale dell’esistenza di (altro…)
(Slaughterhouse Records) Band italiana al debutto sotto la spinta del produttore Carlo Altobelli del Toxic Basement Studio (usato da Cripple Bastards, Insanity Alert, Black Oath, Raw Power e tanti altri) che presenta il batterista Carlo (già in Greedy Mistress, Moral Values) e il bassista Aldo (Cain, Bang Bangalow) i due fondatori effettivi dei (altro…)
(Dark Essence Records) Il black metal è in circolazione da decenni… dalla prima ondata alla seconda, fino ad oggi, con tutte le evoluzioni di ogni tipo, comprese le regressioni più integraliste, selvagge e rigorosamente lo-fi. Poi giungiamo all’anno MMXXII… ed ecco che se ne escono fuori questi debuttanti (i quali sono però membri di Attentat, Troll, Urarv, Whip, Curse, Den Saakaldte, Ethereal Forest, The 3rd Attempt, Kvesta, Mystic Rites, Satanic Panic, ecc), Tilintetgjort si fanno chiamare, gente alla quale evidentemente nessuno ha raccontato la storia che loro quindi riscrivono da zero: (altro…)
(Comatose Music) Nuova offesa, la terza per i texani dal sound oscuro e brutale. Terzo album che segna l’identità definitiva di una band che intona il proprio brutal death metal con sporadiche intenzioni black metal, sprigionando una raffica di morte e devastazione. Da subito si avverte il lavoro insistente e privo di soste del batterista (altro…)
(Argento Records / Not Kvlt ) Produttiva questa one man band americana, giunta al terzo album in soli quattro anni di storia. “Saturnian Bloodstorm” è esaltante, è catchy… con quella indubbia radice risalente agli Immortal di un tempo. Ma “Saturnian Bloodstorm” va oltre: ci sono ipotesi synth, ci sono assoli, c’è una specie di riassunto di svariate teorie metal, qui raccolte tutte sotto il nero scettro del black di matrice nordica. (altro…)
(Despotz Records) Dopo cinque anni di ‘silenzio’ tornano gli irlandesi Cruachan, con il nono album e con una line up un po’ rinnovata! Inutile girarci attorno: il loro black/death mescolato pesantemente al folk di matrice celtica non ha paragoni… tanto che le partiture estreme sono ormai un contorno per quei violini, per quelle ritmiche, per quella dimensione folkloristica grandiosamente riproposta ed esaltata. (altro…)
(Season Of Mist) La prog metal band australiana pubblica un album che presenta punti di forza e qualità, come abitualmente accade quando i Ne Obliviscaris scrivono, registrano e pubblicano del materiale. In “Exul” però sulla distanza sorge anche un senso di smarrimento nell’ascolto e non per le innumerevoli progressioni, semmai per una capacità melodica (altro…)