FALCON (EX CIRCLE) – “Beer and Ribs”
(Ektro) I Falcon sono una band strana. Forse è per questa ragione che mi diverto a seguirli. Si dedicano ad un avant-rock tutto loro. Sono in giro dal 1991. A maggio è uscito, sotto il moniker Circle, il bellissimo “Six Day Run” (QUI) ed ora esce questo singolo che, non ha nulla a che fare con la musica elettronica del lavoro primaverile. Però le cose sono cambiate e la storia che c’è sotto è abbastanza complessa. (altro…)
(Heart Of Steel Records) Esistono chitarristi virtuosi che creano musica per esibire pura tecnica. Esistono chitarristi virtuosi celati nel sound di una band, nella quale mai potranno dare dimostrazione della tecnica che li caratterizza. Ed esistono chitarristi come Anastasio Farini che riescono, con intelligenza, a creare musica
(Autoproduzione) Sono norvegesi, sono giovanissimi, e soprattutto sono puri e true! L’esordio discografico dei Fear Theories è questo ep di metallo classico decisamente coinvolgente e ben strutturato. E alla fine, come ho detto tante volte, la differenza fra gli infiniti prodotti che affollano il mercato spesso sta solo qui: nell’attitudine,
(Fono) All’inizio dei tempi i Fade Out erano una band gothic metal, poi le cose sono cambiate e la formazione russa ha votato la propria musica al nu metal o comunque a qualcosa di molto simile, dunque un metal moderno, muscolare, cattivo, distorsioni che sanno di acciaio e ritornelli che puntellano i pezzi cercando
(Autoproduzione) Debut di cinque pezzi per questa band francese dedita ad un metalcore che vira sensibilmente verso il thrashcore con i breakdown, non molti, e ritmi cadenzati doppiati da chitarre intrise di groove, potenza e qualche spunto vagamente hardcore. Ovviamente non mancano le voci che definisco “a duello”, cioè growl
(Indie Recordings) Nuove frontiere, nuovo odio, nuova violenza. La benestante Norvegia appartiene forse al passato del black. Ci sono oggi nuovi territori, pieni di acredine, oppressi da religioni spietate e prive di ogni barlume di intelligenza, imprigionati culturalmente da regimi assurdi, anacronistici, sanguinari.
(Steamhammer/SPV) Una band di hard rock tedesca che nacque proprio quando iniziò il declino dell’hard rock stesso. E nonostante questo, è riuscita ad avere un discreto successo, ha sfondato in Giappone, si è sciolta, si è riformata e dopo oltre vent’anni vanta praticamente la stessa line up. Notevole. Una band così, di solito, scrive un album tanto per tirar su qualche quattrino, ci mette dentro sette o otto brani, e magari con una introduzione sfiora i quaranta minuti di musica.
(Napalm/Audioglobe) Rimasi non poco sorpreso quando, circa cinque anni fa, la Napalm Records mise sotto contratto i Fejd, band che già conoscevo perché avevo il loro primo ep: il folk quasi puro degli svedesi mi sembrava poco adatto al pubblico metal, ma i primi due dischi hanno avuto un buon riscontro e quindi l’etichetta austriaca ha continuato fino ad oggi il sodalizio. Sta di fatto che, in questi anni, la formazione dei fratelli Rimmerfors non ha cambiato di una virgola il proprio approccio, e quindi questo terzo disco, “Nagelfar”, suona troppo simile ai primi due, e ormai diradato completamente
(Autoproduzione) Se “Duality of Things (QUI recensito
(Dust On The Tracks) Nick Walsh, la voce degli Slik Toxik e Laurie-Anne Green, bassista, sono la genesi di questa band canadese. Walsh (anche nei Revolver) presenta un hard rock vivace e che avvicinerei, tanto per dare un’idea, a J.B.Jovi di molti anni fa e Sebastian Bach. Essenzialmente “Famous Underground” 
(Teenage Riot Records) Il più classico del noise/punk/crust/grindcore è proposto dai parigini Fake Asian Rolex, in nove pezzi al vetriolo. Un flusso sonoro malsano e tirato al massimo per un estremismo assolutamente senza compromessi. Aggressività alla A.C., primi Napalm Death e via dicendo.
(Autoproduzione) Piacevole sorpresa. Questa band Russa mi sottopone un EP di tre pezzi con voce femminile. Genere dichiarato: hard rock. Non sono un amante delle voci femminili, ma questi dodici minuti di musica mi hanno fatto molto piacere. Non si tratta di hard rock, ma di un sano heavy metal,
(Sliptrick Records) Rock scozzese. Tosto, duro ma continuamente rifinito con melodie. Un miscuglio che ha dell’interessante. Il debut EP dei Fallen Of Faith si presenta con un’identità abbastanza definita. Canzoni che mostrano qualcosa del punk rock, soprattutto nell’atteggiamento vocale (cantato e cori o seconda voce
(SPV/Steamhammer) Doppia raccolta celebrativa per i quindici anni di attività dei Freedom Call: una di quelle formazioni che si ama o si odia, ma che in Germania raccoglie fans anche all’esterno della ristretta cerchia di appassionati di heavy metal… e lo dimostra una discografia che conta sette album in studio, due live, un ep,
(Napalm Records) I F.K.Ü. sono come un frutto da sbucciare. Tolto di mezzo il nome pittoresco, F.K.Ü. sta per “Freddy Krueger’s Ünderwear”, la copertina horror, il fatto che “4: Rise of the Mosh Mongers” è il quarto album
(W.T.C. Productions) Un marciume corrotto che lentamente sgorga dalle note di questo album, come sangue purulento da una ferita infetta. Chitarre che ipnotizzano con arpeggi estremamente distorti, immensamente perversi. Black metal puro, black metal di quello tagliente, malvagio, angosciante.
(Maple Metal Records) Come unire, irtualmente, Amy Lee e gli Evanescence con i Nightwish, o un qualcosa di loro. I Face Off sono questo. Dispiace essere così sbrigativo, ma non si può che pensare a questo dopo l’ascolto
(Autoproduzione) I parigini Face Down nel giro di soli tre anni hanno dimostrato una maturità galoppante. Dopo un iniziale EP ecco il debut album, inciso con un nuovo cantante, Byron, inglese ma di origini spagnole che con la sua voce ben si sposa a questo sound selvaggio
(Autoproduzione) I francesi Five Across The Eyes sono una nuova realtà metalcore, o quasi, la quale si presenta con un EP masterizzato a Detroit da Matt Dalton (Chiodos, In Fear And Faith, Drugs, I See Stars). Il quintetto denota una vaga tendenza al post hardcore che si nota attraverso
(Candlelight) Un nome ordinario per una band che forse non lo è, visto che in formazione c’è David Gray, batterista, membro di My Dyng Bride e Akerocke e poi i chitarristi Peter Benjamin e Sam Loynes, The Order Of Apollyon il primo e Akerocke e Diminished Fifth il secondo.
(Heart Of Steel Records) Epici! Gloriosi! Agguerriti! Fanno un power metal estremamente teatrale e sinfonico, e sembrano discendere come una devastante legione da qualche posto disperso nelle terre glaciali del nord. Ma sono brasiliani e, davvero, sanno suonare ed hanno un gusto melodico
(Tmina Records) Nonostante sia solo un EP di quattro brani questo lavoro degli svedesi Fisherman’s Death appare comunque più che eloquente; il loro sound è orientato sul filone del death metal di matrice scandinava, ripreso ed attualizzato attraverso un songwriting dinamico, creativo ed originale.
(PATAC) Tali Fistula di Cleveland mi sono sconosciuti, eppure in oltre dieci anni si sono prodigati in album, EP e split. Questo nuovo album racchiude anche una versione (ma non quella che ho ricevuto io) nella quale è incluso un EP di tempo fa di sei canzoni, intitolato “Loser”. I sette pezzi di “Northern Aggression”
(Nadir Music) Sono norvegesi ma non suonano generi estremi: una vera rarità! I Fatal Impact hanno una lunga storia alle spalle ma soltanto due album all’attivo, e questo è il primo che attira l’attenzione di una etichetta, la Nadir Music di Trevor dei Sadist. Vediamo allora nel dettaglio le dodici tracce
(Nuclear Blast) I Free Fall sono la semplificazione del primo principio della termodinamica. Il principio dice che ∆U + W – Q = 0, tradotto è il famoso “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Questo vuol dire che Mattias Bärjed prende la sua chitarra e la collega all’amplificatore, lo stesso fa Jan
(Black Widow Records) Coraggiosa composizione per questa band italiana. Scrivere del prog, del buon prog, non è facile. Anzi, è estremamente complesso. Troppo è stato detto, troppo è stato inventato. Troppi esempi illustri, troppi maestri hanno calcato le scene. Risultare banali o poco originali
(Ukem Records) I Foul Body Autopsy sono la follia brutale ed estrema di Tom Reynolds tradotta in musica. Un connubio perfetto tra sete di violenza e brutal death metal di stampo tecnico che affonda pienamente le mani nelle viscere sanguinolente dei Cannibal Corpse e dei Carcass, guardando però anche verso orizzonti
(Folkstone Records) Ammiro sinceramente i Folkstone: una band che ha deciso, data l’attuale situazione del mercato europeo (e italiano in particolare), di fare praticamente tutto da sola, pubblicando i propri dischi in assoluta indipendenza e spesso con il sostegno dei fans più accaniti. Ho già recensito “Il Confine” (
(This Is Core) “Imiarma” è un EP di sei canzoni, sfornate da questa band piemontese che affianca sonorità melodiche e chitarre irrobustite che producono un alternative rock-metal e dai toni emocore. A cantare c’è Frankie, una ragazza, che oltre a tonalità melodiche propone anche momenti rabbiosi o addirittura in growl. “Something More” presenta il lato della band più “easy”, immediato, melodico e perfetto per le classifiche indie.
(Beatdown Hardwear) I tedeschi Fallbrawl sono un combo hardcore che esiste da quasi otto anni e questo è il secondo album. “Pure Mayhem” suona compatto e corposo, la produzione e tutte le sue fasi sono state fatte in modo attento, tanto da rendere poi i suoni un blocco di acciaio. Riff molto pesanti, drumming sostenuto e con una sonorità esemplare. Le voci sono basate tra un cantato roco e che a più riprese scade nel growl, oltre a contrappunti vocali e corali di tipo puramente hardcore.
(Indelirium Records) Prima di chiarire ogni opinione sull’album, e ovviamente della band, vorrei esprimere la mia sorpresa nel constatare che i Fear The Sirens nonostante suonino insieme dal 2011, si dimostrano ben affiatati e con dei pezzi studiati con attenzione. La band romana attraverso dell’ahrdcore moderno, il metalcore e alcune piccole derive melodiche si è fatta avanti con questo debutto di una dozzina di pezzi, tra i quali figurano anche una intro all’album, una che precede l’ultimo brano “A New Dawn”,
(Agonia Records) Nato come progetto solista di Ferdinando ‘Herr Morbid’ Marchisio, nel tempo Forgotten Tomb ha innestato altri musicisti e un passaggio dal black metal al doom e il gothic, ma sempre con consueti richiami al genere originario. La nuova opera ha tratti blackened più o meno come era capitato per il precedente album, però ampliando di molto le melodie. L’analisi di “… And Don’t Deliver Us From Evil…” parte dal presupposto che i brani sono 7 e di ampia durata. Insomma, tanto materiale.
(Horror Pain Gore Death Productions) Dopo un EP nella primavera del 2012, a Settembre è poi uscito questo esordio per gli statunitensi Fiends At Feast, band black/death metal che compone pezzi fatti di velocità, capaci di produrre trame epiche e tipicamente black e con l’aggiunta di mid e low tempo che ne esaltano proprio quelle melodie, ma spostano il clima più sul death metal e sostanzialmente i riff hanno una natura scandinava e quindi la bilancia dello stile tende verso la Svezia e i suoi figli neri.
(Memorial Records) Lombardi e nati qualche anno fa con l’intento di dedicarsi al crossover, poi il comporre dei Filth In My Garage ha preso strade inattese. Più che il crossover è stato il post hardcore e forse anche qualche tratto del mathcore a prendere vita nei loro pezzi. La consistenza di questa band è data da un sound fatto di metallo che vibra, risuonando ai colpi dell’età moderna dove la società è alla fine di tutto. “12.21.12” è un prodotto dei nostri tempi e delle difficoltà che viviamo.