IMPIETY – “The Impious Crusade”
(Hells Headbangers Records) Gli Impiety caricano di nuova la scena a testa bassa. Dopo il devastante “Ravage & Conquer” (QUI) e un DVD ecco “The Impious Crusade”, cinque tempeste infernali a base di blackened death metal con i soliti risvolti thrash e brutal messi a rinforzare ulteriormente il sound di questa distruttiva realtà di Singapore. Incredibile l’opener “Arrival of the Assassins”, sorprendente (altro…)
 
(Iron Bonehead) Quando ho visto la copertina di “Free and Wild”, il secondo disco della band canadese Iron Dogs, ho pensato che non avevo mai visto nulla di più pacchiano sopra a un disco di heavy/speed metal; poi ho trovato la cover del full-“length” precedente, “Cold Bitch”, e mi sono ricreduto. Mezzora scarsa di speed anni ’80, con un cantato spesso al limite della stonatura, sono tutto ciò che 
(Jolly Roger Records) Auto-celebrazione della label che pubblica uno split di due nomi storici italiani. Impero delle Ombre con il suo metallo occulto orientato ad un certo doom, e Bud Tribe con la loro componente marcatamente metal. Due band con radici toscane che furono le prime release della label quando venne formata circa cinque anni fa, due bands che accettano di essere presenti in questo 
(Indie Recordings) Sulla scia della Misantrof Records, anche la Indie decide di farvi i suoi migliori auguri di Natale. Sembra un po’ fuori luogo leggere “La Indie vi augura un buon natale”, considerando quale gente compone le bands che loro pubblicano… ma il titolo poi spiega tutto: “Carneficina natalizia”. Ed è infatti questo lo spirito della label, impegnata con bands sempre estreme e decisamente 
(Bakerteam Records) Band interessante, gli Inner Shrine. Ricordo ancora il loro debut, che acquistai ormai quindici anni fa (!) assieme a “Champion Eternal” dei Domine (uscivano entrambi per la Dragonheart): il death cupo degli esordi ha lasciato il posto a uno space/post metal con diverse puntate nell’estremo e comunque un grande tasso di originalità. “Black Universe”, infatti, ha dei 
(Autoproduzione) Non ho mai ascoltato “Man of Contradiction”, il primo lavoro degli Implosion Circle, ma questo EP di poco oltre i venti minuti esprime un thrash metal degno di nota. Solidità, dinamismo e una buona dose di melodie, il tutto scolpito con atteggiamento moderno. La band di Lucerna, Svizzera, fa buona mostra di se attraverso una capacità compositiva 
(Steamhammer / SPV) Autori di un sound che mischia blackened, brutal e deathcore, gli americani Impending Doom ritornano con una nuova release, dopo un solo anno dal precedente “Baptized in Filth”. “Death Will Reign” è una totale mazzata, un atto pesantissimo e dai toni oscuri. C’è un’atmosfera furiosa che si fonde con un clima inquietante in questi pezzi. 
(Noiseheadrecords) Piatta e scontata manifestazione di uno spinto melodic blackened metal. Ciò è “I Am Risen”. Dispiace essere così sfacciatamente diretto, ma le cose stanno così. Tuttavia abbiate ben chiaro, voi che leggete, che io non condanno i carinziani Irdorath, anzi loro sono degli ottimi esecutori, sono dei musicisti ben capaci. E allora, mi domando, perché “I Am Risen” scorre tutto liscio 
(Send The Wood Music) Ecco una proposta, francese, per un metal di ampio respiro, dai contorni non meglio definiti e che musicalmente è qualcosa che si espande, in più direzioni. Il metal degli Idensity è a cavallo tra melodic death metal, symphonic metal, gothic, folk metal e tutto quanto interagisce con una sorta di progressive che mette insieme la musicalità delle strutture 
(Autoproduzione) Gli In Memory, band storica Italiana, sono tornati. Cinque anni di silenzio, cinque anni dopo lo scioglimento ed ora… si riformano, con una nuova line up sempre capitanata dai fratelli Gianneschi (Rudj degli Eldritch e Dario). Tornano quasi in punta di piedi, presentando un EP con tre nuove canzoni, con una nuova cantante: Cristiana, compagna del chitarrista Rudj. 
(Candlelight Records) Signore e signori permettetemi di confessare che Ihsahn non mi è mai stato simpatico. Sensazione a pelle, oviamente. Né prima negli Emperor e neppure dopo, anzi da solista ha dato sfogo massimo alla sua “megalomania”. Virgolette perché vorrei che leggeste l’attributo come “genialità”. Ihsahn è un buon musicista e le sue continue idee 
(AFM Records) Solo due anni da quel fantastico “Black As Death”. Sono pochi considerando il volume di riff ed assoli che Dushan Petrossi riesce a mettere insieme e scatenare all’interno di un album.  “Fifth Son Of Winterdoom” è forse meno emozionante del precedente al primo ascolto, ma offre dodici pezzi pieni di atmosfera, pieni di una componente teatrale tale che si tratta di canzoni 
(Hells Headbangers) Ecco a voi, da parte della Hells Headbangers, la ristampa del secondo album dei celebri deathers statunitensi Incantation. Era il 1994 quando arrivò la bestemmia di “Mortal Throne of Nazarene” che seguiva “Onward to Golgotha” di due anni prima. L’album ripresentava una band in piena forma, legata ad un death sound oscuro, infernale, sempre dalle tinte nere, angosciose e sinistre. Gli Incantation in questo lavoro pronunciavano anche dei passaggi “doomy”, lenti, decadenti e che andavano 
(Pure Steel/Audioglobe) I piemontesi Iron Jaws sono vanno certamente inclusi fra le nuove leve del metallo italico vintage: assieme a formazioni come Axevyper, Asgard, Menace, Ruler e tante altre, si dedicano con passione a un heavy/speed metal d’annata che ha attirato nientemeno che l’attenzione della Pure Steel Records. “Guilty of Ignorance”, il loro secondo disco, va quindi dritto incontro ai desideri sia dei vecchi defenders che dei giovanissimi metalheads ‘nati’ in quest’epoca di revival. “No Speed Limit” 
(Scarlet/Audioglobe) Ricordo ancora quando gli appena fondati Infinita Symphonia mi mandarono il loro primo demo, che recensii per una webzine oggi scomparsa… ebbi la netta impressione di un grande potenziale, ma anche di una certa ‘distrazione’ nel songwriting… nel senso che in una scaletta accattivante c’erano un paio 
(My Kingdom Music) Francesco Palumbo, boss della My Kingdom music, è uno che ha la vista lunga e credo che per tirare avanti un’etichetta, soprattutto in un’epoca segnata da pirateria e crisi economica, una qualità del genere è davvero preziosa. La My Kingdom possiede un roster variegato e curato in tutte le sue possibili 
(Kaotoxin Records) Esce il 5 agosto in Francia e il 3 settembre in Gran Bretagna e USA questo split con diciannove pezzi firmati da Infected Society, F IS For Fuck You e Miserable Failure. I primi sono costituiti da membri di Yyrkoon, Drowning, Ashura e Decline of Humanity e oscillano mostruosamente tra grindcore 
(Pure Steel Records) La produzione di questo album di debutto inciso dagli svedesi Invasion è quasi perfetta. Come da copione per una band di quella nazione. Voce, chitarre, batteria e basso vengono ritagliati nei loro giusti contorni e missati con un equilibrio quasi impeccabile. Suoni secchi, asciutti, note cristalline che insieme 
(Massacre/Audioglobe) La progressive metal band Ivanohe è stata la prima formazione in cui ha suonato Andy B. Franck, cantante dei Brainstorm e artista abbastanza noto nella scena tedesca. Forti di sei album e di una carriera quasi ventennale, i nostri danno alle stampe un album prog non innovativo ma sicuramente godibile. Analizziamo allora i brani. Subito la titletrack, con le sue atmosfere labirintiche ma mai troppo laccate, mentre la successiva “Human 
(Autoproduzione) Questa band parigina si presenta con un EP dal ragguardevole potenziale. Sonorità definite da soluzioni alla Meshuggah, ma loro sono meno tortuosi e violenti, Aside From A Day, spunti groove metal 
(Autoproduzione) La scelta di pubblicare un album per lo più strumentale può rivelarsi un’arma a doppio taglio, poiché o piace tremendamente, e ciò capita per gli altri musicisti che lo ascoltano e ne apprezzano le qualità tecnico compositive, o risulta tremendamente noioso per l’ascoltatore medio, 
(Sleaszy Rider Rec.) Il successore di “Frenzied” esce quattro anni dopo e con una formazione parzialmente rinnovata. I greci In Utero Cannibalism ritornano con un death metal carnale, potente, il quale è più vicino alle tendenze americane, mentre quelle europee mi sembrano guardare alla Polonia. 
(Pitch Black Records ) La female-fronted death metal danese Illnath è al quarto album, marcandolo con un sound potente e solido. Il riffing nervoso e continuamente espressivo di una serie di note abbondantemente ritmate è poco propenso a mettere insieme melodie e se accade è sempre in modo 
(Indie Recordings) Hard core canalizzato in una label prettamente metal, la Indie. EP che anticipa il loro prossimo full length. Ma ormai questo hard core è andato, tranne che per la caratteristica voce di Dwid Hellion. Infatti questo EP spazia da un’atmosfera black e fumosa, ad un quasi thrash tirato duro. 
(Hellthrashers Production) Ci avrei scommesso dei soldi, durante il primo ascolto (quello in cui solitamente non guardo nemmeno il titolo della release), che gli Into Darkness fossero una band americana. Una di quelle minuscole band estreme della Pennsylvania o del North Carolina 
(Indie Recordings) Davvero enigmatico. Strano. Quasi assurdo. I Norvegesi In Vain ritornano con il loro death metal progressivo ed avantgarde, e lo fanno con un disco ancora una volta complesso, elaborato, tecnico ma dannatamente chiaro, diretto, efficace. Un’ora di musica che affonda le basi 
(Horror Pain Gore Death Prod.) Da una band con un nome simile mi aspetterei del death metal, invece i danesi Impalers sono alfieri di un old school thrash metal e che mi sembra propendere maggiormente per la scuola tedesca, in particolare Sodom (“See What I See” ne è un magnifico esempio) 
(Autoproduzione) Album strano questo degli Milanesi Ira. Ad un primo ascolto lo volevo quasi buttare dalla finestra. Da un punto di vista puramente critico suonano troppo dannatamente simili ai Death. Ma, alla fine della riproduzione, anziché espellere il disco 
(Autoproduzione) Cris (chitarra e basso) e Al (voce e testi) arrivano dai My Dark Sin ed ora si presentano con un lavoro licenziato autonomamente (sono comunque alla ricerca di un’etichetta) che prende il nome che si è dato il duo. Illnulla sono autori di un blach/death/thrash metal abbastanza dinamico 
(Autoproduzione) “Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori…”, così Shakespeare e così hanno voluto fare propria questa affermazione gli Ideogram. La band italiana ha celato le identità dei cinque musicisti dietro a delle maschere, tranne per la soprano Opera, 
(Mortal Music) Gli Ion Vein, di Chichago, sono una band americana che ha deciso di prendere la strada del digitale: già a partire dall’ep “IV v1.0”, del 2011, i nostri diffondono la propria musica senza stampare cd. Una scelta ben strana per una formazione sorta a metà anni ’90 e proveniente da un lunghissimo periodo di inattività, ma così va il mercato! “IV v2.0” è dunque il secondo ep di questa nuova serie, ma presenta solo tre brani. “Seemless” mi ha ricordato molto gli Iced Earth di dieci anni fa, ed ha anche un bell’utilizzo del basso. “Fools Parade” è più arrembante e se possibile ancora più americana; meno riuscita, ma non del tutto disprezzabile, “This is me”. Di questo passo, chissà fra quanti anni i nostri assembleranno un full-“length” completo!
(Bakerteam Records) Daniele Galassi e Alessandro Vagnoni, chitarra e batteria, sono ormai due elementi dei Dark Lunacy, ma dopo “Nervous System Failure” la band marchigiana non si è di certo smontata e a quattro anni di distanza ecco il nuovo album. “Paraphiliac” è tra le release italiche più attese e in cui ovviamente anche Galassi e Vagnoni hanno dato il loro contributo e credo che in definitiva gli Infernal Poetry non hanno deluso le attese. 
(Comatose Music) Credo sia la prima volta che ascolto qualcosa degli Infected Flesh. Non riesco a ricordarmi se ho incrociato già la musica del duo catalano, il quale però mi è nominalmente noto. Nel 2011 hanno partecipato ad uno split nel quale figuravano, tra gli altri, anche i nostrani Antropofagus. “Concatenation of Severe Infections” è il terzo album, fatto con un death metal dai tratti brutal e a volte quasi grindcore. Un sound ossessivo ed ossesso da un clima da macellai! 
(Pure Steel/Audioglobe) Signori, che bomba! Fa davvero piacere vedere arrivare un disco così bello in redazione e scoprire poi che è italiano al 100%. Gli In Aevum agere (nome che potremmo tradurre, un po’ poeticamente, come “Immersi nell’eternità”) sono una creatura di Bruno Masulli, la cui maestria è al servizio anche degli Annihilationmancer e dei Power beyond, e questo è il loro debut dopo l’ep “MMXI”, edito l’anno scorso. Le coordinate sonore? Un epic/doom ottantiano dinamico e di grande impatto sonoro.