RECIPROCAL – “New Order Of The Ages”
(Lacerated Enemy Records) Secondo album per i Reciprocal, band Statunitense dedita ad un technical brutal death metal. Rispetto all’esordio auto intitolato, questo disco mostra una notevole evoluzione nel sound del gruppo. La base resta sempre brutal death di scuola Suffocation e Dying Fetus, ma fanno capolino (altro…)
(Pure Steel) La parabola dei californiani Ruthless è quella tipica delle band sorte alla metà degli anni ’80 che non sfondarono: mini album, full-“length” che diventa subito culto ma non li consacra, scioglimento pluridecennale, ricostituzione per suonare a un Keep it True (quello del 2009),
(UDR) La storia parla chiaro: Uli John Roth lasciò gli Scorpions quanto non gli andava più la direzione che stava prendendo lo stile della band, uno stile incompatibile con la sua instancabile creatività, sempre lontana dalle direzioni commerciali imposte. Una base blues, una amore per Hendrix, uno stile personale. Ma le radici sono le radici. Per questa ragione il mitico chitarrista ha
(Nuclear War Now Productions) EP di debutto per i Canadesi Revenge, band nata una quindicina di anni fa dalle ceneri dei Conqueror. La proposta musicale del combo è un mix di death, thrash e black metal basati sull’impatto, un assalto frontale in cui è precluso ogni accenno alla melodia, a favore di una ferocia esecutiva
(Cyclone Empire) Già conosciuti in Metalhead per gli album “Deathevokation” (
(Pure Underground) Conosco i fiorentini Renegade per la loro onorata militanza con la sempre eccellente My Graveyard Productions: li ritrovo ora, a qualche anno di distanza da “W:A:R”, con questo quarto album che esce per la Pure Underground Records. La band non ha nulla da dimostrare a nessuno,
(My Graveyard Productions) Dopo un silenzio discografico piuttosto lungo, interrotto soltanto dal 7’’ di qualche mese fa, i Rosae Crucis tornano finalmente alla carica con un disco di inediti, in questo caso, come è facile indovinare, dedicato alla storia e al mito della Massoneria. Non devo certo ricordare ai lettori di MetalHead
(Bakerteam Records) Un album suonato con maestria e grazie a una tecnica mai esasperata. Death e thrash metal fusi in modo magistrale, dove intervengono anche risvolti funky e fusion senza però scadere in momenti eccessivamente eccentrici. Quel sentore di death classico, thrash
(Limb Records) Dopo cinque anni di silenzio tornano alle luci della ribalta i Red Circuit, una delle band del cantante dello Sri Lanka Chity Somapala, che in passato ha lavorato anche con Firewind, Power Quest e David Shankle Group. Il terzo disco della loro carriera convince, ma senza strafare:
(Iron Shield Records) Ultrafrenetico thrash metal tra Exodus e Overkill per i Reactory. Tedeschi ma dalle “usanze” compositive vicine alla Bay Area. “High On Radiation” è un esordio registrato benissimo, suonato a velocità folle e strapieno di riff e giri che inchiodano l’album nel cervello. La band non è alle prime armi e il suo thrash metal ottantiano è stato assemblato
(Sleaszy Rider) Solo un anno prima, nel 1996, i Rotting Christ erano ancora in un territorio sinistro e malefico, nonostante il loro black metal d’ordinanza fosse in calo come testimoniava “Triarchy of the Lost Lovers”, album era già distante dalle nere attitudini dell’album capolavoro “The Mighty Contract” del 1993 o “Non Serviam” dell’anno seguente. “A Dead Poem” sanciva probabilmente la fine dell’era fatta di zolfo, crudeltà ed epica tormentata e maledetta.
(autoproduzione) Francia. Con tutti quegli artisti speciali, strani, unici. Tom Rodeo è uno di loro, un rocker che ha suonato in giro, con varia gente… fino a quando ha deciso di dedicarsi al suo progetto personale. La cosa attrae l’attenzione, grazie a dei video coinvolgenti. Il progetto si evolve da one man band (lui cura comunque tutto) e nasce un
(Svart Records) Ancora oscurità dalla Finlandia. Dopo l’ottima prova dei Profetus, sempre dalla Svart Records arrivano i Rippikoulu con questo mini album (tre canzoni, per un totale di diciotto minuti) all’insegna del doom/death metal più oscuro, costituito da riffs lentissimi e poderosi. Partiture di chitarra in stile St. Vitus sostenute da un drumming
(Steamhammer / SPV) Giovanissima band tedesca (il cantante/chitarrista ha appena raggiunto la maggiore età) piena di energia e gusto musicale. Quando debuttarono tre anni fa, il singer aveva solo quindici anni (!!!) ed ora sono già abbastanza maturi, almeno dal punto di vista compositivo ed artistico, per poter fare il prossimo passo.
(DeFox Records / Heart Of Steel Records) Hard rock melodico d’alta classe quello proposto da Red Bertoldini, artista Veneziano (ma ora vive negli States), già batterista della metal band Dark Lord e successivamente cantante presso Foxy Lady, Rebel Toys e Mary Rose. Questo album, risalente al 1992 ma inspiegabilmente mai pubblicato
(Pitch Black Records) Spagna, non scandinavia. Terra che integra varie culture. E Retribution è decisamente un progetto figlio di questa ampia influenza culturale, un progetto dove converge -con genialità- una vasta gamma di ispirazioni che danno origine ad un qualcosa di efficace, diverso, poderosamente convincente. Il territorio di base è quello del Symphonic Black
(Autoproduzione) Il mascherato chitarrista Red Sky, colui che si serve dell’anonimato, ritorna con una nuova prova ricca della sua proverbiale, intensa e variopinta capacità compositiva. Ritorna inoltre con la sua profonda arte concettuale e poco gradita da chi scrive dal punto di vista testuale. La materia verbale di Red Sky può migliorare, essere meno affettata e più lavorata
(Revalve Records) Il nome dei Ravenscry sta girando da tempo nell’ambito del metal italiano e non da meno all’estero, dove la band milanese ha tenuto delle esibizioni e avuto legami con l’etichetta svedese The Trip Records. Quanto c’è di concreto nel reputare i Ravenscry come la prossima
(Red Cat Inst Fringe) Questo disco è formidabile ed è stato realizzato con una formula piuttosto semplice: Gianni Rojatti + Giacomo Castellano. Il primo è stato collaboratore di Pat Torpey dei Mr.Big, Gregg Bissonette (Santana, Vai, Satriani), esperienze con la super band String24 ed altri ancora.
(Panic Records) Dal caldo torrido dell’Arizona ecco a voi i Run With The Hunted. La band è dedita ad un hardcore straight edge accostabile, stilisticamente, a band come Converge, The Hope Conspiracy, Shai Hulud e Trial: riff pesantissimi e testi urlati si alternano a parti più melodiche ed intimiste.
(Argonauta Records) Nuovo album per i veneziani Return From The Grave, a due anni di distanza dal debutto “The Rebirth From The Last Breath”. La band è dedita a uno stoner doom piuttosto classico, che si rifà a mostri sacri quali Orchid, Orange Goblin e, naturalmente, Black Sabbath.
(Shadow Kingdom Records) Con quasi 30 anni di attività alle spalle, gli statunitensi Revelation sono certamente fra le formazioni doom più longeve d’oltreoceano: le nostre strade non si erano mai incrociate, ma la loro discografia è lunga un chilometro, e
(Ektro Records) Secondo EP per i Finlandesi Ranger, speed metal band formata nel 2009. Tutti gli amanti di gruppi come Agent Steel, Exciter, Accept e Judas Priest troveranno pane per i loro denti: riffs velocissimi e taglienti come rasoi, vocals rabbiose nelle
(Buil2Kill Records) Per quei pochi che non lo sapessero, i Rustless sono la band dei tre ex-Vanadium Lio Mascheroni, Steve Tessarin e Ruggero Zanolini; la loro carriera è iniziata nel 2007 e, compreso questo “Guardian Angel”, ha portato alla realizzazione di tre cd e un ep. Vi risparmio tutte le considerazioni nostalgiche
(Nuclear Blast) Per celebrare degnamente i 30 anni di attività, i Rage regalano ai propri fans questa ricchissima doppia compilation di rarità e versioni alternative (il formato per la vendita comprende anche un dvd con la Lingua Mortis Orchestra, che però non fa parte del package promozionale). “The Soundchaser Archives”
(FDA Rekotz) Debut album per i Californiani Rude, attivi dal 2008. Nel 2010 cambiano il loro moniker in Forsaker, ma dopo un anno rispolverano il nome originale e incidono il demo “Haunted”. Il genere proposto è un death metal old school sulla scia di bands come Autopsy, Pestilence e Asphyx. La voce di Yusef Wallace ricorda, infatti
(Autoproduzione) debut album per gli Italiani Rabhas, formazione dedita ad un death metal di stampo Americano con testi in Italiano. Il loro sound attinge sia da capiscuola come Morbid Angel e Suffocation che da bands più moderne come Dying Fetus.
(Bastardized Recordings) Proposta tra il metalcore e il melodic hardcore proveniente da Wiesbaden, in Germania. I Rising Anger hanno inciso un EP nel 2011 ed ora pubblicano per la connazionale (e di proprietà della Massacre) Bastardized, etichetta attenta a questo tipo di sonorità. Non mi aspettavo
(Wormhole Death) Un notevole passo in avanti, quello dei pugliesi Raging Age. Play ed ecco l’ondata scandita, ritmica, muscolare ed accattivante di “Cerberus” monta con impazienza. Il resto è un death metal che prende forme, progredisce e i quattro minuti del pezzo passano in un divenire possente.
(Bakerteam Records) Attivi dal 2004, giungono al secondo album i Baresi Reality Grey. La band suona un melodic death metal di matrice Scandinava, tanto che prima di vedere le informazioni, pensavo fossero svedesi. “Ascension Lapse” apre le ostilità con
(Red Cat Records) I Rage Of South nascono nel 2000 a Sciacca (AG). Presto decidono di registrare brani di propria creazione, cosa che porterà la band a incidere un EP, “South”, interamente autoprodotto. Dopo anni di gavetta, in cui hanno suonato praticamene ovunque nell’hinterland Agrigentino, danno alle stampe il loro primo album “I See, I Say, I Hear”,
(Fuel Records) Pazzesco. Maledettamente pazzesco. “This is the time”, mi viene da dire, perché questa è una storia assurda, che diventa brutalmente assurda dopo aver ascoltato queste dieci poderose canzoni. Ve la racconto: questi signori si sono formati un po’ di tempo fa: 1981. Io ero un bambino. Molti di voi forse
(Subsound Records) Una stupenda copertina mi apre il passaggio verso questa dimensione strana, diversa, inusuale. Adoro scrivere di metal anche quando il metal è solo citato, è ai confini, o forse non è pure presente. Fa parte della mia ampiezza di interessi musicali, è una mia deviazione. Tuttavia, di solito, ho sempre sotto controllo tutto:
(Mighty Music) Ho simpatia verso le band che caricano a testa bassa e ancora di più verso coloro che magari tentano di darsi ad un songwriting con un minimo di idee e variazioni, anche se alla lunga quella natura da tori incavolati viene fuori e non si tira indietro. I debuttanti danesi Roarback mi sembrano il crocevia di influenze
(Autoproduzione) Interessante ep di 3 tracce per i vicentini Reese, che hanno già alle spalle due pubblicazioni analoghe: il loro prog rock venato di alternative mi ha ricordato alla lontana qualcosa dei Rush. Di “Present” spicca soprattutto il ritornello, sparato e melodico, ma i cambi di tempo e d’atmosfera (soprattutto nel break strumentale prog-eggiante) piacciono e convincono.