BLOODY TIMES – “On a Mission”
(Autoproduzione) Ho iniziato ad ascoltare i Bloody Times senza leggere la nota stampa… ma non ci ho messo molto a riconoscere l’impronta e poi lo stile, entrambi inconfondibili, di Ross the Boss! A guardare la truzzissima copertina ho sciolto poi gli ultimi dubbi… (altro…)
(Reaper Entertaiment) I Lost in Grey rappresentano senza dubbio una sfida per l’ascoltatore. La band finlandese, qui al secondo disco, propone un symphonic metal che essa stessa definisce ‘theatrical’, e che dunque riverbera di influenze che vanno dal gothic al folk all’estremo;
(Autoproduzione) Da Salerno il duo gothic/symphonic metal Winterdream presenta il proprio lungo ep di debutto, pubblicato dopo una gestazione non breve, che piacerà a tutti i nostalgici delle sonorità di genere che dominavano la scena ormai qualcosa di più di dieci anni fa.
(Imake Records) Parliamo oggi di un disco decisamente particolare! I campani Emian sono una vecchia conoscenza di MetalHead (qui recensione del debut “
(Fighter Records) I triestini Tytus ci propongono con “Rain after Drought” un classic heavy metal mai scontato, ed anzi pregno degli ascendenti più disparati. Si comincia con “Disobey”, che dispiega le influenze thrash che più volte faranno capolino nel sound;
(Century Media) Ed ecco una bella chicca per tutti i fan degli Iced Earth, anche se parte da una notizia triste… per onorare la memoria di Richard Bateman, recentemente scomparso, Jon Schaffer ha resuscitato i Purgatory,
(RedBlack) Veterani della scena folk ceca, anche se il sottoscritto li incontra per la prima volta, i Silent Stream of Godless Elegy sono al loro sesto album, per l’occasione registrato presso i GrapowStudios. Il titolo, stando alla nota stampa,
(Nine Records) Un’aura di cupo mistero aleggia attorno agli Evangelist: oltre al fatto che sono polacchi, e che questo è il loro terzo disco, nessuno sa chi si nasconda dietro i singolari pseudonimi Wimpfnder General, Godfather Doom e Michael the Puritan.
(Iron Shield) Non voglio certo trattare male i colombiani Axe Steeler per partito preso… ma mi sembra che il loro debut non abbia nulla da offrire che non sia stato sentito già mille volte, anche da band sudamericane più carismatiche (penso anzitutto ai Mandragora, ma anche ai Blizzard Hunter).
(Inner Wound) Ecco che la ‘Enya metal’ ritorna in pista con il quarto album: “The Quest” vanta un certo numero di guest importanti (Sander Zoer ex-Delain, il polistrumentista Troy Donockley, che collabora anche con i Nightwish, Chen Balbus degli Orphaned Land),
(Sliptrick Records) Avevo già avuto modo di appurare che esiste una band di extreme folk metal che si chiama Mongol ma proviene dal Canada: dopo l’
(Cruz del Sur) Incorniciato da una splendida copertina arriva in redazione “The Waters of Death”, debut del duo inglese Lethean, fondato dall’ex-Solstice James Ashbey. “Idylls of the King” apre il disco con un’epica oscura e sofferta,
(Manifest Records) A due anni dal doppio album “
(Arising Empire) Mi sono accostato con grande scetticismo al secondo disco delle Lovebites… ma mi sono (in massima parte!) ricreduto. La all-female band giapponese, infatti, non è un fenomeno da X Factor costruito in studio, ma una rocciosa formazione di power metal dai marcati tratti nordeuropei.
(Pitch Black) A solo un anno da “
(Massacre) Continua la storia dei Sinbreed, che dopo “
(Gates of Hell) Con la sua copertina che andrebbe definita almeno naive arriva dalla Tasmania il debut dei Road Warrior: mastermind del progetto è Denimal Blake, coinvolto in numerosi altri progetti di taglio più estremo. E infatti il nostro non sembra
(Wolfspell Records) Incorniciato da una bella copertina, l’ep d’esordio degli ungheresi Runeshard si colloca perfettamente in quello che qualche anno fa si chiamava battle metal:
Nonostante rientri ormai nella categoria del ‘metallaro quarantenne’, ammetto che gli Alestorm sono (o almeno sono stati…) fra i miei gruppi preferiti. L’uscita di “Captain Morgan’s Revenge”, nell’ormai lontano 2008, ebbe effettivamente un certo peso nel panorama un po’ stanco del power metal di quegli anni; e il successivo “Black Sails at Midnight” è, per quel che mi riguarda, un gioiellino ben bilanciato fra ironia, potenza e melodia.
(Massacre) Vi manca il power della golden age? Ci pensano i finlandesi Frozen Land, che vi propongono un debut breve, citazionista e incredibilmente nostalgico. In tempo di revival dell’heavy metal classico, non vedo perché dovremmo condannare a priori
(Punishment 18) Già recensiti dal direttore Alberto Vitale per “
(AFM) La collaborazione fra Arkadius Antonik e il disegnatore olandese Kris Verwimp continua: dopo il disco “
(Diamonds Prod.) Creati da Wild Steel già nel 2010, i Rock’n’Roll Children editano dopo molti anni di attesa un tribute all’immortale Ronnie James Dio che vede la partecipazione, fra gli altri, di Olaf Thorsen e Roberto Tiranti.
(Nuclear Blast) Il 15 Febbraio 2008 usciva “Slania”, il secondo album degli Eluveitie, quello che li rese famosi sul mercato internazionale assieme al loro folk/death metal. Per festeggiare il decennale, la Nuclear Blast lo rimette sul mercato con cinque bonustracks
(AFM) Chiassosi, eccessivi e trascinanti, gli svedesi Brothers of Metal (otto componenti e tre cantanti!) avevano già distribuito autonomamente il loro debut l’anno scorso: mi sembrava strano che nessuna etichetta
(Arkeyn Steel) Non proprio una lost gem, ma quasi: in 500 copie cd numerate, la Arkeyn Steel ripropone (con bonustracks) il debut dei Medalyon, band prog/power metal dell’Ohio che, fondata ne 1986 come Holywood Eyes,
(Universal Music) Tutto il buono che si trovava nell’
(Jolly Roger Records) Con una distribuzione contemporanea a quella dell’EP “
(SPV/Steamhammer) Premessa: i Virgin Steele sono il mio gruppo preferito; ma non posso fare finta che non si dibattano da anni in una preoccupante crisi artistica che si estende almeno dall’inizio del millennio. Se, come tanti, ho rivalutato nel tempo “
(M-Theory Audio) Avevo già apprezzato a suo tempo l’ep “
(Pride & Joy) L’esordio dei tedeschi Once finirà per richiamare, fin dal nome della band, i Nightwish; ma questi ragazzi, per quanto non inventino nulla, non sono comunque dei cloni. “Awake”, infatti,
(Autoproduzione) I simpatici power metallers del Wisconsis Lords of the Trident danno un seguito a “
(Pure Steel) Risulta come il loro quarto full-length, ma in realtà la versione standard di “Demon Rider” raggiunge appena i 33 minuti: per arrivare alla lunghezza album dobbiamo considerare la limited edition che qui recensiamo,
(Mighty Music) L’esordio dei fiorentini Project Evil arriva nientemeno che per conto della danese Mighty Music: la band, che ha una preistoria a metà anni 2000 come Secret Project, offre sette brani di heavy metal tradizionale,
(Heavy Metal Records) Si presentano come ‘fantasy metal’, ma come già dicevo presentando il debut “